Capitolo 4

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La corsa per la ricerca di Momonosuke era appena iniziata e Mei sentiva nascere dentro di sé una strana sensazione nel petto, qualcosa che l'agitava in maniera positiva e allo stesso tempo negativa. Non poteva pensare che quell'attimo di libertà potesse essere così eccitante e tremendamente inquietante.

Mei avrebbe potuto seguire Nami, liberare i bambini e allo stesso tempo cercare Momonosuke, ma aveva deciso di non farlo. Aveva deciso di proseguire da sola, conscia del fatto che ciò che stava facendo era completamente folle. Folle perché si stava buttando tra le braccia di chi l'avrebbe fatta a pezzi in due secondi, e folle perché aveva messo davanti il suo orgoglio per dimostrare a Kin'emon che si stava sbagliando.

Non poteva dire di conoscere Kin'emon da tanto, anzi, ma sapeva che non era un uomo cattivo: lui era solo tremendamente orgoglioso e fissato con quelle sue malsane idee che Mei odiava.

I passi di Mei rimbombavano ritmicamente come le lancette di un orologio che scandivano i secondi. Aveva già visto quell'ala del laboratorio, ricordava dei fugaci particolari a cui aveva fatto attenzione dopo essere scappata da quella strana stanzetta asettica, tuttavia sembrava praticamente impossibile orientarsi. Le mura metalliche erano tutte dannatamente uguali e non aveva ancora trovato una mappa che potesse permetterle di trovare nuovamente la Bisquits Room.

Mei svoltò di corsa un angolo e si ritrovò di fronte tre uomini vestiti con delle tute arancioni a circa due metri da lei e, prima che loro potessero capire cosa stesse succedendo, la donna eseguì un balzo felino verso l'alto, appoggiando un piede sopra la testa di uno dei tre uomini e catapultandosi dall'altra parte del corridoio.

"U..un intruso?!" chiese retoricamente l'uomo che aveva fatto da trampolino a Mei. Il sottoposto di Caesar si toccò la faccia spaesato, notando con sorpresa che lo zori non aveva lasciato segni e che il peso della donna era stato estremamente leggero.

Mei corse a perdifiato senza guardarsi alle spalle, sentendo allo stesso tempo i passi svelti degli uomini che la stavano braccando.

"Il mio salto è stato...incredibilmente leggero?" pensò Mei guardandosi di sfuggita le gambe e le braccia. Erano tutte materializzate e al loro posto, eppure si sentiva incredibilmente più leggera.

Già da tempo aveva avuto modo di capire che il suo frutto sembrava attivarsi più con la sua parte irrazionale, perdendone immancabilmente il controllo, piuttosto che con la sua parte razionale. Ma quella volta era avvenuto tutto molto più in scioltezza, come se la sua mente e il suo corpo fossero in perfetta armonia, come se lei avesse letteralmente camminato sulle nuvole consapevolmente.

Era una sensazione strana. Il corpo era innegabilmente più leggero, inconsistente, fluido e sinuoso. Sentiva il suo corpo a tratti inconsistente, come se avesse perso improvvisamente peso e le leggi della gravità non avessero più il controllo sul suo corpo, inoltre sentiva i suoi movimenti più veloci e puliti, come se letteralmente la sua corsa fosse assistita dal vento.

Certo, utilizzare il suo rogia richiedeva energia, ma più lo utilizzava più il suo corpo diventava sempre più confidente e l'energia richiesta per ogni minima azione diventava qualcosa di normale. Prima che potesse accorgersene, il suo passo svelto e veloce la portò in poco tempo ad allontanarsi tanto dalle guardie di Caesar. Aveva svoltato a casaccio e salito tante di quelle rampe da non avere la più pallida idea del punto in cui era arrivata. La sua velocità era senza dubbio aumentata e questo l'aveva aiutata a scappare, ma la sua corsa randomica lungo quella moltitudine di corridoi l'avevano fatta perdere completamente.

Sospirò e corse nuovamente in avanti, finché non sentì una porta metallica spalancarsi e l'autoparlante comunicare:" Attenzione, Trafalgar Law della Flotta dei Sette si è introdotto nella sala di produzione del SAD."

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