Capitolo 34

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Law e Mei avevano da poco lasciato l'appartamento di lei, raccattando il cibo che lei aveva tenuto da parte da portare a loro in vista del suo giorno libero. Giorno che aveva passato a non morire avvelenata. Ma dettagli.

"EHHH? Kaido è arrivato a Bakura e ha distrutto il castello di Oden e poi ha sconfitto Luffy??" urlò lei strabuzzando gli occhi incredula.

Mentre lei era stata alla Capitale a cercare informazioni, la sua ciurma e quella di Luffy avevano combinato davvero un bel po' di casini. Luffy era stato catturato e portato nelle prigioni di Udon e i restanti pirati e samurai erano stati quasi uccisi dall'alito infuocato di Kaido nei pressi del castello di Kuri. Insomma, proprio come aveva pensato Mei, l'arrivo di Luffy aveva creato un bel po' di casini a Wano.

"Già," disse in tono sommerso il capitano degli Heart, "ma non andremo a salvarlo, Mei-ya. Per quanto non sarà facile uscire da quel posto, sono già andati gli altri Mugiwara a salvarlo e per il momento è importante che tu stia il più lontano possibile da altri guai."

Mei sbuffò sonoramente, poi annuì debolmente con la testa. Non le piaceva l'idea di lasciare Luffy a Udon ma, se erano andati altri suoi amici a liberarlo, allora poteva stare certa che ne sarebbe uscito senza problemi. E per quanto fosse difficile per lei stare lontana dei guai (a quanto pareva se non era lei a cacciarsi nei guai, erano i guai ad andare da lei) doveva ascoltare il suo capitano e stare il più possibile vicina a lui per evitare altri casini. Non che le dispiacesse stare vicino a lui, sia ben chiaro, però Mei non era mai stata molto brava a stare ferma in un punto per troppo tempo.

"Gli altri stanno lavorando al piano di Kin'emon," iniziò con il dire Law per informare la sua nakama di tutti gli avvenimenti che erano successi da quando lei era andata alla Capitale. "Sparsi in giro per Wano ci sono ancora molti fedeli di Oden, ha intenzione di consegnargli un foglio con un disegno in codice per radunare un esercito."

"Uhm sì, prima di partire da Wano ho visto che c'erano ancora diversi fedeli, ma nessuno aveva la forza o il coraggio di ribellarsi. Erano come fermi, bloccati a vent'anni fa," sussurrò lei fissando un punto a caso, "non credi che organizzare una cosa del genere sapendo che c'è una spia...rovinerà tutti i piani?"

Il dottore sospirò piano. Da quando avevano lasciato Zou il dottore si era guardato le spalle diverse volte, eppure i guai continuavano a piombargli addosso come una calamita. La cerchia di persone che poteva contenere il traditore ormai era molto piccola, ma gettare ora dissapori e insidie non avrebbe portato a nulla.

"Dobbiamo trovare un modo per nascondere le informazioni," notò lui, "o quanto meno confondere la spia in modo tale che riveli cose sbagliate."

Mei annuì piano. "Sono sicura che Kin'emon non è il problema, cercherò di inventarmi qualcosa..."

Law la guardò di sbieco: "C'è qualcuno che ti aspetta ad Ebisu," iniziò a dire il dottore.

Mei piegò la testa di lato, pensò per qualche istante alla frase di Law, poi parlò: "Qualcuno? È tornato Momonosuke?"

"No, non è Momonosuke," concluse lui, sogghignando appena.


[...]


La città di Ebisu non era cambiata più di tanto. Il piccolo villaggio, adiacente alla sfarzosa e prosperosa Capitale, non era altro che una città povera e desolata. Casette di paglia malmesse poggiavano su un terreno arido e roccioso, gli alberi della zona erano talmente secchi da reggersi in piedi per miracolo e intorno allo stesso villaggio aleggiavano sempre basse nuvole polverose. Era uno dei tanti segni della desolazione e distruzione di Kaido. Da un lato la ricchezza della Capitale e dall'altro la gente che moriva di fame.

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