Capitolo 32

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Era passato già diverso tempo dal loro arrivo nella Capitale e nessuno dei presenti nella città aveva realmente scoperto qualcosa su ciò che dovevano cercare. O meglio, Zoro era diventato un Ronin e per questo vagava isolato dalla Capitale per evitare che potesse essere ricercato; il braccio destro di Luffy era riuscito a farsi mettere una taglia sulla testa pure a Wano. Franky aveva scoperto che la mappa della residenza di Kaido ad Onigashima era stata impegnata dal suo titolare e che quindi dovevano rintracciare tutti i giri che aveva fatto; Mei aveva contribuito a dare una mano nella ricerca grazie agli spostamenti che faceva con il suo carretto degli onigiri. Robin era riuscita a farsi invitare dallo Shogun nella sua residenza, ma l'arroganza di Orochi e la sfrontatezza di Komurasaki avevano letteralmente creato scompiglio, quest'ultima ci aveva pure "lasciato le penne". Era arrivato anche Sanji, salvato da Luffy dalle grinfie di Big Mom, ma la sua presenza nella Capitale era stata abbastanza fugace.

Le voci che Mei aveva sentito a Ringo erano state come un vento freddo in estate, avevano fatto rabbrividire la schiena di Mei per un istante, ma poi quella sensazione era scivolata via e il caldo opprimente era ritornato a cuocerle la pelle. Così la giovane non aveva più saputo nulla della faccenda e le informazioni che era riuscita a trovare erano state troppo scarse per proseguire nella ricerca. E le priorità erano altre e, sebbene con il suo frutto del diavolo avrebbe potuto fare molto di più per cercare informazioni, preferì mantenere un profilo basso esattamente come aveva promesso al suo capitano e a Kin'emon.

Tra tutti i casini successi e la fuga di quasi tutti i Mugiwara dalla Capitale, forse l'unica ancora di salvezza per cercare altre informazioni era ancora Mei.

Forse.


I giorni erano volati velocemente e il desiderio di ricongiungersi con Kin'emon e Law era cresciuto di giorno in giorno. Alla fine, sebbene Kin'emon lo avesse visto per la prima volta qualche mese prima, lo scorbutico samurai le era entrato nel cuore, esattamente come aveva fatto il suo capitano.

Il sole era quasi sul punto di sorgere e nel cielo c'era già il preludio della sua ascesa. La Capitale era particolarmente silenziosa quella mattina. Mei era avvolta dentro al suo futon, troppo assonnata per essere completamente vigile e attenta, ma non abbastanza assonnata da riprendere a dormire. Si lasciò crogiolare nel tepore dentro a quel caratteristico letto di Wano, il respiro regolare che scandiva il passare del tempo, mentre la Capitale piano piano si svegliava.

Una piccola ombra dietro alla finestra si fece spazio tra l'anta scorrevole leggermente socchiusa, zampettò silenziosa e con circospezione dentro al monolocale illuminato solo dalla fioca luce del primo mattino. L'esserino fatto di piume colorate, talmente bello da sembrare finto, piegò la testa di lato, cinguettò con tutta la forza che aveva nel proprio corpo e poi fece cadere un foglio proprio accanto al futon di Mei. La donna si mosse goffamente nel piumone, infastidita da quel rumore improvviso e inaspettato dentro alla sua stanza, ma quando uscì dal letto per capire cosa accidenti fosse stato, l'uccellino era già volato via.

"Uhm?" mugugnò lei ancora nel mondo dei sogni. "Come diavolo è arrivato questo foglio qui?" si chiese piegando la testa di lato.

Senza farselo ripetere due volte, Mei aprì il biglietto per visionarne il contenuto, la mascella si serrò di colpo in un'espressione gelida e il cuore iniziò a galoppare più feroce di uno stallone imbizzarrito.


[...]


Law era partito dalla città di Ebisu già da tempo, la vivre card stretta nella mano mentre percorreva silenzioso come un gatto le strade della Capitale. Grazie alla calca mattutina nei vari negozi e per le stradine, strisciare lungo i bordi delle case con celata circospezione lo mascherò a tutta la popolazione, rendendo il capitano degli Heart un essere umano tra tanti. Ok, un essere umano con una katana, ma hey, a Wano era pieno di samurai e a loro erano permesse le katane...

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