Capitolo 36

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Mei si materializzò dietro l'uomo, che ora risultava ben visibile alla giovane donna. Lunghi capelli arancioni erano portati verso all'insù, una giacca violacea si apriva su un petto muscoloso con sopra incisa una grossa "x" ed un lungo mantello scuro gli svolazzava dietro le spalle alimentato dall'arrivo di Mei.

"Sei tu Hawkins?" soffiò la donna estraendo la sua katana, per poi eseguire un affondo in direzione della sua testa.

L'enorme omone, alto 2 metri e 33, si voltò di scatto e parò il colpo di Mei con l'haki dell'armatura senza troppa difficoltà. "E tu da dove diavolo sei spuntata fuori??"

"Mei?" ringhiò Law assottigliando lo sguardo con incredulità.

X Drake rimase interdetto a fissare Mei, poi si voltò a fissare Trafalgar Law, l'uomo con cui aveva dialogato pochi secondi prima. Rimase a riflettere per qualche istante e poi tornò a guardare la piccola ragazza che si era gettata contro di lui con così tanta coraggiosa inconsapevolezza. Ci fu un momento di silenzio inquietante, e decisamente imbarazzante per Mei, la quale continuava a far lampeggiare il suo sguardo da Law a X Drake. L'uomo sembrava non avere nessuna intenzione di rispondere alla sua domanda, ma la nodachi sulla spalla di Law e l'assenza di catene le fecero intuire che era stato liberato. Era ricoperto di sangue, certo, ma sembrava stranamente libero.

Senza farselo ripetere due volte, Mei si dissolse in vento e comparve dietro le spalle di Law. Non aveva ancora capito il perché di quella "tranquillità", ma non sarebbe stata di certo lei ad alimentare uno scontro che forse non avrebbe avuto mai vita.

Law si voltò a fissare Drake, i due si guardarono per qualche secondo, poi senza proferire altre parole Law gli diede le spalle. "Andiamocene di qui," sussurrò alla sua compagna.

Mei fulminò Drake con lo sguardo, non fidandosi di lasciargli le spalle scoperte come stava facendo il suo capitano. Ma l'uomo rimase a fissarli andarsene senza proferire parola, quasi come se non li ritenesse una minaccia. Qualsiasi cosa fosse successa, era evidente che quell'omaccione aveva avuto un ruolo in tutto ciò.

"Sei ricoperto di sangue," notò lei strattonandogli una manica del kimono.

"Sto bene," borbottò lui sbrigativo.

"Ci stanno aspettando Bepo, Shachi e Penguin fuori," disse lei.

Law la fissò di sbieco, ancora indeciso se sbottarle dietro o rimandare la ramanzina in un luogo decisamente più consono. "Cosa non capisci della frase 'non seguirmi'?"

"È che sei così affascinante che non riesco a non farlo..." tentò di dire lei sorridendo serafica.

"Murasaki-ya!"

"Ok, va bene, ma ci sono anche gli altri fuori, non sono da sola. Siamo in comunicazione con questi," estrasse lo Smart Tanishi, "stanno pattugliando l'esterno."

Le labbra di Mei si ridussero ad una fessura nel constatare che persino gli abiti del suo capitano erano impregnati di sangue. Quello che aveva visto poco prima non era sangue secco, anzi, ad ogni passo piccoli rivoli di sangue gli scendevano dalla testa per macchiargli il colletto del kimono. "Stai sanguinando sempre di più, devi prima guarire le tue ferite, non possiamo andare-."

"Mei-ya," tuonò lui impaziente, "ti ho detto che sto bene." Law sospirò con un velo di irritazione. "Fai partire una chiamata," ordinò lui senza troppa voglia di avere obiezioni.

Mei fece partire la chiamata e prontamente Bepo rispose con un certo affanno e preoccupazione. "Mei?? È successo qualcosa??"

"Il Capitano è salvo e-"

"Pepo," lo chiamò Law, "andate via da lì, ci troviamo ad Ebisu."

"AYE, CAPTAIN."

Law si mise in marcia a passo svelto, piombando in un silenzio così straziante e inquietante che Mei iniziò a pensare che da lì a poco lui le avrebbe tagliato la testa. I due percorsero i lunghi corridoi di pietra in silenzio, finché Law non attivò il suo frutto del diavolo per teletrasportare i loro corpi letteralmente all'esterno, nella parte opposta dove vi erano le celle esterne e le guardie. Date le numerose guardie e l'umore decisamente poco incline a rotture di scatole di Law, Mei seguì il suo capitano talmente in silenzio da essere quasi la sua ombra.

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