Capitolo 5

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Il vagone partì in direzione di un lungo corridoio stretto e scuro, il quale avrebbe portato fuori dal laboratorio di Caesar e, più precisamente, sulla costa a nord del laboratorio.

"Come è potuto accadere? Dannazione, Kin'emon," la voce tremante di Mei trattenne a stento le lacrime.

Brook si sentì mortificato, anche se il suo corpo scheletrico non lasciava trapelare nessun tipo di emozione: "Dopo che sei andata via per cercare Momonosuke, ci siamo imbattuti nel drago che abbiamo provato a catturare prima di entrare in questo laboratorio, ricordi il drago verde?"

Mei ci pensò su, poi ricollegò l'evento e subito le venne in mente che il drago di Caesar era stato fatto entrare nel laboratorio proprio da loro: "Uhm sì, quindi?"

"Quando siamo saliti sul piano dove hai trovato i bambini, uno di loro ci ha detto che Momonosuke era diventato un drago e Kin'emon ha subito pensato che il drago ucciso fosse proprio lui, così non ha capito più niente ed è tornato indietro per cercare quel drago...ma ormai tutto il piano era invaso dalla nuvola tossica..."

"Ma è deficiente? Cosa accidenti avrebbe fatto conciato in questa maniera?" sbottò Mei incrociando le braccia al petto.

"Effettivamente è stato un po' pesante portarlo di corsa," disse prontamente Brook avvicinandosi a Mei ancora di più, "non è che per ricompensarmi mi...faresti vedere le mutandine?"

"EHHH?"

Nami si avvicinò a passi pesanti, tirando un sonoro pugno in testa a Brook: "La pianti con questa storia??? Ti sembra il momento di fare richieste del genere?" soffiò la navigatrice sconcertata.

Mei si svoltò verso Brook ma, l'enorme sbilanciamento del vagone la fece andare a sbattere contro la parete metallica, distraendola dalla sequela di parole che avrebbe voluto lanciare dietro a quel mucchietto di ossa di nome Brook. Zoro e Luffy salirono sul bordo del vagone e in sincrono saltarono per rompere e allontanare pezzi di soffitto che avrebbero rischiato di colpire tutte le persone presenti sul vagone. Il lungo tunnel roccioso stava letteralmente cadendo a pezzi e le numerose esplosioni provenienti dal laboratorio fecero capire a tutti che, se non si fossero mossi, sarebbero stati sepolti vivi.

"Ohi..OHI," urlò un membro nella Marina, puntando un indice verso il retro del vagone, ovvero nel punto in cui vi era il laboratorio e da cui erano venute le esplosioni.

Dalle brecce del muro metallico emerse la nuvola viola e, come spinta dal vento, iniziò a scendere lungo il corridoio per dirigersi a grande velocità verso di loro.

"È probabile che ci sia gas anche nei pressi dell'uscita," fece notare in tono grave Law, "Murasaki-ya, mi serve il tuo rogia del vento. Devi spingere il vagone verso il fondo e devi spazzare via la nube di gas dall'uscita del tunnel."

Mei lo guardò di sottecchi, ignorando per la seconda volta l'appellativo che le aveva affibbiato e cercando allo stesso tempo di rimanere calma. Mei non voleva agitarsi talmente tanto da schizzare ovunque senza controllo, ma non era ancora capace di generare una spinta così forte, inoltre avrebbe dovuto generare un vortice di vento sia all'ingresso e sia all'uscita e non aveva mai provato a fare una cosa del genere. Quello che per gli occhi di Law sembrava una stupidata, per lei non lo era affatto.

"Mei, posso pensarci io all'ingresso, sono in grado di generare vento con la mia arma, ma non penso che sarà abbastanza forte da spingerci giù, quindi devi pensarci tu," si intromise Nami sorridendole dolcemente ed estraendo uno strano tubo arancione rigato di bianco.

"I..io ho sempre generato delle piccole correnti, non ho idea di come generare un vortice per spingerci giù..." rispose Mei, sentendosi tremendamente a disagio per essere al centro dell'attenzione e, allo stesso tempo, tremendamente inutile.

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