Non ti lascerò andare - [One Shot]

122 11 12
                                    

Sequel di "Bolle".


Dopo il disastroso avvenimento nel bagno della Polar Tang, tutto era tornato normale. O meglio, sicuramente il bagno era tornato normale, ma non si poteva dire lo stesso di Law e Mei. L'uomo nascondeva davvero divinamente il fatto che era risentito dall'atteggiamento schivo e sbrigativo che Mei stava avendo nei suoi confronti. Dopo la loro discussione, avvenuta ben tre giorni prima, Mei aveva completamente preso le distanze da lui e, sebbene fosse evidente a tutti che tra i due c'era qualcosa che non andava, persino Mei non lo dava a vedere più di tanto. Insomma, la ciurma aveva capito che i due non si erano ancora chiariti dopo la discussione del bagno, ma continuavano ad ignorarsi mantenendo circa 2 metri di distanza.

Che tra Law e Mei ci fosse qualcosa di più "tenero", lo avevano capito tutti. I due non avevano mai avuto effusioni in pubblico e, ad un occhio meno esperto, apparivano come due amici e nulla di più. Ma la Polar Tang non era enorme, né tanto meno silenziosa, e la ciurma aveva capito che tra i due c'era qualcosa che preferivano tenere tra di loro. E non perché non volessero ammetterlo o volessero tenerlo nascosto, ma semplicemente, tra i due, sapevano che Law su alcune cose era piuttosto introverso e riservato. O forse perché non erano ancora una coppia dichiarata? Nessuno sapeva darsi una risposta. Ma a loro non importava quale fosse la risposta, alla ciurma importava vederli felici.

Ma in quei tre fottuti giorni sembravano cane e gatto. Sembravano ignorarsi talmente tanto da essere inesistenti l'uno per l'altro. Mei ubbidiva agli ordini di Law ma si soffermava a rispondere solo se strettamente necessario e con non più di 1 o 2 vocali.

Erano le due del mattino, la Polar Tang navigava con la vela dell'unico albero maestro. C'era un silenzio quasi assordante e l'unico rumore che si sentiva era quello della vela schiaffeggiata dal vento oppure del rollare della nave contro le onde. Sulla vedetta c'erano di guardia Shachi e Penguin, mentre al timone c'era Hakugan.

La donna era già da un'oretta buona dentro alla cucina ad armeggiare con una vaporiera per cucinare del riso e del pesce. Non era una cuoca e la sua conoscenza della cucina era molto basilare, ma durante il suo periodo da geisha aveva imparato a cucinare diversi piatti e tra questi c'era il suo cavallo di battaglia: gli onigiri.

"Non dovrei farlo," borbottò la bruna mentre prendeva con un grosso cucchiaio una manciata abbondante di riso. "Sì, insomma, lui ha detto delle cose cattive," proseguì lei prendendo un po' di pesce sminuzzato per cacciarlo dentro al riso e formare una pallina.

Cucinare non era il suo passatempo migliore, ma essendo cresciuta in una nazione povera e aver patito la fame in giovane età, per lei dedicare qualcosa da mangiare a qualcuno era proprio un gesto di amore, per così dire. E benché stesse combattendo con tutta se stessa se dare o meno quegli onigiri a Law, alla fine si era ridotta a cucinare qualcosa da portargli. Era una sorta di "bandiera bianca", un modo per chiedere scusa nonostante le parole dell'uomo continuassero a rimbombarle nella testa.

Ma non era ancora del tutto convinta di dargli davvero quegli onigiri. No, assolutamente no.

"Fanculo," sbottò infine appallottolando il riso con un po' troppa forza, mentre sbuffava e gonfiava le guance con stizza.

Era stata talmente presa dal suo monologo personale, dai suoi mille pensieri per la testa, da aver completamente abbassato le sue difese. Le aveva abbassate talmente tanto da non aver sentito i passi di Law avvicinarsi alla cucina. E ora l'uomo era lì che la fissava con la spalla appoggiata allo stipite metallico della porta, le braccia conserte e lo sguardo color tempesta fisso sulla schiena di lei.

"Sei arrivata ad arrabbiarti pure con il riso?" chiese Law con il suo solito timbro basso e morbido.

Mei si bloccò di colpo, strinse le spalle come se fosse stata colta in fragrante, poi si voltò verso la figura longilinea che la fissava con due occhi profondi come l'argento liquido.

ZéphyrosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora