Capitolo 22

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Pedro lasciò assieme a Bepo la stanza di Nekomamushi, ormai nessuno aveva più timore della ragazza, visti i legami lontani che la sua famiglia aveva con la razza dei Visoni. Law rimase con la sua nodachi appoggiato al muro, silenzioso ma attento ad ogni parola.

"Sono contento di vedere che stai bene," miagolò Nekomamushi, alternando momenti di serietà a momenti di ilarità, dove improvvisamente scattava da un angolo all'altro della vasca per artigliare giocosamente con lunghe piante di Tifa.

"Nekomamushi..." lo chiamò lei rabbuiandosi di colpo.

Il sovrano, ancora intento a tirare zampate alla pianta, si bloccò di colpo, inchiodando le sue iridi oblunghe sull'esile figura che aveva di fronte: "Uhm?"

"Mi hanno detto che Jack è venuto qui a Zou per cercare Raizou," iniziò a dire lei prima di essere interrotta da Nekomamushi: "Tranquilla, non abbiamo consegnato Raizou."

Annuì piano, sollevata di sapere che almeno quel problema era stato risolto: "E vi sono grata per averlo tenuto nascosto," fece un piccolo inchino riverente, "ma, insomma, mi stavo chiedendo...non trovi che sia strano che Jack sapesse con esattezza della presenza di Raizou qui a Zou?"

I due si fissarono per un lungo istante, come a volersi dire molto più di quello che il silenzio poteva comunicare. La pensavano allo stesso modo, ma evidentemente nessuno aveva ancora avuto il coraggio di parlare di quella cosa. "Sì, lo trovo decisamente strano," soffiò poi socchiudendo gli occhi con astio, "ma rimandiamo questo discorso ad un altro momento."

Il sovrano si soffermò a guardare Law, forse incerto se parlare di quell'argomento in presenza di lui, poi tornò a mangiare le sue lasagne mettendo in mostra la lunga fila di denti appuntiti. Mei avrebbe voluto dirgli che si fidava di Law, ma non era nella posizione di poter decidere una cosa del genere e, visti gli ultimi avvenimenti, sarebbe stato solo più controproducente forzare la loro fiducia.

Si voltò a guardare Law, ma il suo sguardo era concentrato sul gruppo di persone che era appena entrato dentro alla stanza.

"Yohohoho, Mei-san," cantò Brook, salutandola con una mano scheletrica, "che piacere vederti!"

"Brook, Chopper! State tutti bene!" trillò lei zampettando verso i due membri della ciurma di Luffy che avevano lasciato Dressrosa per portare via Caesar.

Robin fissò Mei con un sorrisetto, poi spostò lo sguardo verso il Chirurgo della Morte a pochi passi da loro: "Oh? Ecco dov'eri finita," sussurrò lei ridacchiando sommessamente, "stavamo per venirti a cercare, ma vedo che sei in buona compagnia."

Mei arrossò di colpo, alzando poi gli occhi al cielo. Perché continuava a spostare lo sguardo da lei a Law? Era stata una pura coincidenza il loro incontro. "M...mi sono persa e ho trovato loro," si giustificò lei nella speranza che Robin finisse di lanciare le sue piccole allusioni ai quattro venti. E, per sua fortuna, l'archeologa si limitò a risponderle con un sorriso, prima di concentrarsi assieme a tutti gli altri su Chopper.

"EHI! NEKOMAMUSHI," urlò la piccola renna, "ti avevo sconsigliato il bagno. Ti si riapriranno le ferite."

"NYA, NYA, NYA," miagolò di rimango il gatto, incurante delle parole severe e preoccupate di Chopper, "sono un amante della libertà, anche i consigli di un dottore per me sono parole al vento," detto ciò, si alzò goffamente ed uscì dalla vasca per buttarsi sul letto. E non perché glielo avesse detto Chopper, ma bensì perché lui aveva deciso così.


[...]


Poco dopo aver lasciato la stanza di Nekomamushi, anche Luffy e Nami si unirono a quella che stava per essere l'ennesima festa di accoglienza e ringraziamento. Mei aveva appreso che, pochi giorni prima del loro arrivo a Zou, i pirati di Big Mom avevano prelevato Sanji dall'isola poiché immischiato in una proposta di matrimonio architettata dalla sua famiglia e dalla stessa Big Mom. Ancora una volta, si era aggiunto un altro problema sulla tabella di marcia e Luffy rivelò che sarebbe andato a salvare il suo compagno.

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