Mei alla ricerca del tatuaggio perduto - [One Shot]

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Luogo: Polar Tang
Tempo: Unknow (diverso tempo dopo gli avvenimenti di Wano)



Era nuovamente il turno di Mei in lavanderia e a quel giro le faceva da spalla Shachi. I due si erano divisi le camere da controllare, anche se più che una "divisione" era stata una scelta di Shachi. Mei non aveva ben capito con che criterio avesse fatto quella divisione, sapeva solo che si era messo a ridacchiare tutto divertito e aveva tenuto per sé quei pensieri così tanto divertenti.

Così lei non si porse più di tante domande, iniziò il suo giro con tranquillità, trascinandosi dietro l'enorme cesto in vimini che avrebbe contenuto i vestiti sporchi degli altri membri dell'equipaggio. Aveva fatto il giro di quasi tutte le stanze, eccetto ovviamente una. Mei guardò la porta chiusa e metallica del suo capitano, sospirò lentamente e poi allungò una mano per bussare. "Hei, Captain, hai qualcosa di sporco da lavare?"

Ci fu un attimo di silenzio, momento in cui Mei pensò per un assurdo motivo che magari lui stesse dormendo. Ma ovviamente era assurda come ipotesi, Law non dormiva mai, o quasi.

"Uhm," mugugnò qualcosa di incomprensibile, un verso stupito mischiato a qualcosa di più gutturale. "Sì, vieni," disse con voce roca, con quello strano tono di uno che non apriva bocca da almeno due giorni. E più o meno era davvero così: Law era stato chiuso nella sua stanza letteralmente per due giorni.

Mei fece forza sulla maniglia metallica, trascinò goffamente il cestello, chiuse la porta per mantenere la privacy di cui tanto aveva bisogno il suo dottore e poi iniziò a fissarlo con le braccia conserte. "Quindi?"

Law la fissò disteso sul letto, la schiena rivolta verso la parete metallica, la sua gamba destra piegata per fare da supporto all'ennesimo libro che l'uomo stava divorando. La iniziò a fissare impassibile, poi un piccolo ghigno divertito gli allungò un angolo della bocca. Lei portava la tuta bianca fino alla vita, mentre un piccolo top nero le fasciava solo la parte del seno, i suoi capelli erano legati in una coda a cavallo alta e stampato sul volto c'era l'espressione che più di tutti lui amava: il suo volto corrucciato tra l'imbarazzato e lo spazientito.

L'uomo chiuse con molta cura il libro, mettendo un segno nella pagina in cui era arrivato. Aveva proprio bisogno di una pausa da tutte quelle letture, doveva solo capire come godersi la sua pausa. Appoggiò il libro sulla piccola scrivania, si portò sul bordo del letto con flemma, poi allungò entrambe le mani sulla sua maglietta nera, leggermente attillata nei punti giusti, e se la sfilò. Rimase a guardare Mei sornione, allungando poi una mano per incitare la donna ad avvicinarsi per prenderla.

Mei alzò gli occhi al cielo, si trascinò verso di lui, prese la maglietta con foga e si soffermò per qualche istante a guardare il petto tatuato dell'uomo. Era la prima volta che vedeva quel tatuaggio per intero, e questo perché aveva avuto pochissime volte la fortuna di vedere Law senza maglietta e in tutte quelle volte la sua testa era impegnata a disperarsi per qualcosa. Lei aveva sempre notato la passione di lui per i tatuaggi, anche se non gli aveva mai effettivamente chiesto il loro significato.

"Vedi qualcosa che ti interessa?" chiese lui con ironia, corrucciando le sopracciglia in un movimento talmente veloce da essere impercettibile.

Lei scosse la testa per un istante, connettendo solo dopo quello che Law le aveva appena chiesto e arrossendo leggermente per aver lasciato intendere altro. Ovviamente non si era dilungata a guardare solo i tatuaggi, insomma, era pur sempre una donna. Una donna completamente inesperta e casinista, ma ehi...quelli erano gli addominali del suo capitano.

"Non avevo mai visto quel tatuaggio completo," iniziò a dire lei con serietà, andandosi poi a sedere sul bordo del letto assieme a lui, "ne hai altri?"

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