Capitolo 26

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Paese di Wano,
Qualche giorno prima della partenza da Wano.
[Mei: 19 anni]


Il castello di Oden era ormai un mucchio di resti carbonizzati e travi bruciacchiate. Tendaggi strappati si sovrapponevano per creare una piccola nicchia ombreggiata, ovvero l'unico punto pericolosamente abitabile di quello che un tempo era un meraviglioso palazzo simile ad una pagoda. Quando Mei arrivò dopo diversi giorni di fuga, senza mangiare e dormire, passò l'intera notte dentro al castello, nella speranza di trovare riparo in un luogo dimenticato solo da chi odiava i Kozuki.

Era stato un azzardo per Mei fuggire fin lì e, dato quello successo qualche giorno prima, la donna iniziò a pensare che qualcuno, in alto nel cielo, l'avesse in qualche modo benedetta dalla fortuna. Aveva provato ad assassinare lo Shogun con del veleno, aveva rubato sotto ai suoi occhi un frutto del diavolo e poi era riuscita a scappare dalla Capitale. Era talmente assurda quella storia che non l'aveva ancora completamente realizzata.

Era stanca, affamata e l'inquietudine di vivere in un luogo non più sicuro la stava piano piano logorando. Poteva cercare Setsuna in giro per Wano, nella speranza di rincontrare qualcuno di familiare, ma come poteva sapere se la donna fosse ancora in vita? Era impossibile che tutti i seguaci di Kozuki fossero morti o scappati, però era anche vero che lei non conosceva nessuno. Era nuovamente da sola. Era nuovamente sola e con lo Shogun incazzato come una vipera con lei.

Il brontolio alla pancia richiamò nuovamente la sua attenzione, ma Mei non sapeva dove andare a prendersi da mangiare e da bere, poiché ogni cosa intorno a lei era stata inquinata delle fabbriche di Kaido.

"Devo andare via da Wano, questo non è più un posto sicuro," pensò la donna, alzandosi poi da terra con le poche forze che aveva in corpo, "se imparassi a gestire questo potere, sarebbe un gioco da ragazzi volare via da Wano, non avrei nemmeno il problema di dover salpare su una nave per andarmene."

L'idea di poter effettivamente andarsene grazie al suo nuovo potere accese una piccola scintilla di speranza nel suo cuore. Non sarebbe stato semplice imparare a controllarlo, ma ce l'avrebbe fatta prima o poi. Inoltre, nelle rovine del castello, aveva trovato una katana perfettamente conservata che l'avrebbe aiutata ancora di più in un eventuale scontro. L'unico problema che l'assillava era, ovviamente, Orochi e la possibile alleanza con Kaido per cercarla e, molto probabilmente, ucciderla.

Sospirò stancamente, infine decise di spingersi fuori dall'edificio per accertarsi nuovamente che nessuno l'avesse seguita. Portò una mano sulla fronte per proteggere gli occhi chiari dalla luce solare, spostò lo sguardo fino a fissare un cumulo di macerie distrutte dal precedente rogo. Nel momento in cui il cuore della donna trovò un po' di pace, un gruppo di persone comparve letteralmente, come se fossero state teletrasportate, di fronte a lei, cadendo poi con un sonoro tonfo sopra le macerie viste pochi istanti prima.

"Ma cosa diavolo..." sussurrò la donna lasciando cadere la katana per terra dallo sgomento e iniziando a fissare quelle persone come se fossero dei fantasmi. "Chi diavolo siete?"

Le cinque figure comparse dal nulla si voltarono di scatto a guardarla, i loro abiti erano logori e alcuni di loro presentavano delle ferite. Nessuno di loro riuscì a proferire parola, forse perché ancora confusi. Rimasero così a fissarsi per diverso tempo, finché Raizou si mosse per andare incontro alla figura longilinea che li stava guardando sbigottita a pochi passi da quello che era stato l'ingresso del castello di Oden.

Di scatto Mei raccolse la sua katana ed estrasse l'affilata lama per puntarla contro lo strano ninja dall'enorme faccione: "Siete dei sottoposti di Orochi?" chiese a quel punto, stringendo con entrambe le mani l'elsa dell'arma.

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