Capitolo 9

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La "sala dei semi" non era altro che una enorme stanza reale, lunghe finestre rettangolari circondate da tendaggi voluminosi illuminavano la stanza e lungo le mura delle colonne sorreggevano una lunga architrave sormontata da statue di vario tipo. Al centro della stanza, rivolte verso le finestre, vi erano quattro sedie con uno schienale molto alto e dalla forma dei "semi" delle carte da gioco.

Doflamingo entrò fiero nella stanza, che in tutto e per tutto doveva essere una stanza molto importante per l'uomo, trascinandosi dietro Mei. All'interno della stanza, seduto e malconcio vicino ad una colonna, c'era un anziano uomo dal fisico statuario, mentre sull'enorme sedia con lo schienale a forma di cuore...c'era il corpo svenuto e ricoperto di sangue di Law.

"L...Law?" sussurrò Mei guardando il Chirurgo della Morte privo di sensi sulla sedia.

Lo scambio con Caesar a Green Bit doveva essere evidentemente andato male: Law era il capo della missione e ora giaceva inerme su quella dannatissima poltroncina. Dov'erano andati Robin e Usopp? La situazione era talmente critica quanto piena di domande che Mei non poté far altro che sperare nella buona salute di Kin'emon e la ciurma di Luffy.

"Vedi, Re Riku, come puoi vedere, mi sono personalmente occupato di Law, mentre per Cappello di Paglia...non uscirà umano da quel Colosseo," disse con tono deciso Doflamingo, fissando con disprezzo e arroganza l'anziano uomo a pochi passi da loro. "Passando ai loro movimenti invece, l'unico che sta agendo allo scoperto è Franky, di conseguenza gli unici Mugiwara rimasti sono Zoro, Kin'emon, Robin e Sogeking."

Il discorso di Doflamingo era solo un proseguimento di qualcosa iniziato prima dell'ingresso di Mei nella stanza, anche se la donna non riusciva a capire perché l'avesse prelevata dalla stanza proprio in quel preciso instante. Rimase attenta ad ogni singola parola, nella speranza di poter ricavare qualche informazione utile, e, di fatti riuscì, a capire che Robin ed Usopp erano riusciti a scappare da Green Bit.

L'uomo ammanettato corrucciò le sopracciglia e lo fissò lapidario: "Dannata feccia..." ringhiò quello che doveva essere il precedente Re di Dressrosa.

Doflamingo legò Mei accanto a Re Riku, mentre una voce da fuori la stanza lo chiamò all'esterno. Era difficile capire cosa stesse succedendo, ma l'espressione cupa del flottaro le fece capire che stava succedendo qualcosa di spiacevole per lui.

"Mi dispiace che tu sia stata coinvolta in questa storia," iniziò a dire l'uomo accanto a lei, appoggiando la schiena contro il muro.

"Se non fossi stata così sconsiderata, probabilmente ora sarei fuori a rendermi più utile di così," ammise con un po' di tristezza, "è evidente che ci sia un problema a Dressrosa...ti ha chiamato re Riku, giusto? Perché risulta Doflamingo il re?"

Re Riku sospirò, poi parlò: "La storia è decisamente lunga, un giorno comparve a Dressrosa e mi ricattò chiedendomi dieci miliardi di Berry per mandarlo via dal paese. In un primo momento decisi che avrei racimolato quella somma di denaro per evitare che potesse scoppiare una guerra, ma quando il denaro venne raccolto, Doflamingo utilizzò il suo potere per renderci dei burattini e ci costrinse ad attaccare i civili innocenti, così da poter intervenire e passare per l'eroe che salvò Dressrosa. Il regno iniziò ad odiarmi e mia figlia Viola diventò un membro della ciurma di Doflamingo per salvarmi..." l'uomo chinò il capo distrutto.

"Mi dispiace, avete sofferto per molti anni in silenzio," disse Mei alzando lo sguardo verso la poltrona di cuori, "ma, se ti può rassicurare almeno un po', i Mugiwara sono davvero forti, non appena sapranno dei casini qui a Dressrosa, sono certa che faranno di tutto per riportare la pace. Anzi, ti dirò di più, sono certa che stanno già facendo qualcosa..."

Il loro discorso venne interrotto da passi svelti e pesanti, che fecero capolinea dentro alla stanza di semi in brevissimo tempo. Doflamingo, dall'espressione imbronciata e alquanto irritata, seguito da Baby 5, Buffalo e altre 3 guardie della sua famiglia, entrò di fretta e furia dentro alla stanza senza proferire parola. L'uomo si portò vicino a Mei e, senza lasciare spazio a repliche, prese la sua catena e la trascinò vicino alla sua sedia, dove poi si sedette e incrociò le gambe in maniera piuttosto scocciata.

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