Capitolo 17

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Il volto di Mei in lacrime e chino su Naoko non si mosse di un millimetro, come se avesse completamente scollegato il cervello da tutto ciò che la circondava. Non percepiva le voci, ma nemmeno i suoni, l'unica cosa che sentiva era il corpo ancora caldo di Naoko tra le sue braccia e l'odore del sangue vivo che scorreva a fiotti dal suo corpo. Il cuore aveva smesso di battere da diversi secondi e l'arteria che era stata recisa di netto aveva causato un'emorragia talmente violenta e veloce che il corpo debilitato di Naoko non aveva retto.

Mei aveva sperato con tutta se stesse che Naoko potesse riprendersi da quello stato e, proprio ora che un bagliore di speranza aveva risvegliato un ricordo lontano in Naoko, la sua vita si era spenta. Forse, con il senno di poi, sperare che non avesse ricordato più nulla sarebbe stata la scelta migliore. Il suo sacrificio aveva salvato la vita di Mei, ma la ferita che aveva appena aperto nel suo animo non sarebbe stata facile da rimarginare.

L'enorme zampa della manticora torreggiò su di lei con ferocia ma, non appena il pirata provò ad affondare il colpo su di Mei, l'enorme pugno ammantato di Haki di Luffy piombò lateralmente contro la manticora e la sbalzò con talmente tanta forza da farlo andare a sbattere contro due edifici, provocandone inevitabilmente la loro distruzione. Dalla parte opposta da cui era arrivata Mei, giunsero Luffy, Zoro, Law e Sabo, il rivoluzionario che Mei aveva conosciuto di sfuggita a Dressrosa.

Luffy e Law l'affiancarono, notando il corpo inerme di Naoko e i vestiti di Mei completamente sporchi di sangue.

"MEIIII", urlò Luffy abbassandosi all'altezza di Mei per vedere se stesse bene, "stai bene?" chiese il pirata con titubanza, non riuscendo a capire se il sangue che la circondava fosse suo oppure della donna che stringeva tra le braccia.

Law fissò Mei con preoccupazione, squadrando ogni parte del suo corpo per capire se fosse in pericolo di vita e se avesse bisogno delle cure di emergenza. Si abbassò a toccare il corpo di Naoko, scoprendo con dispiacere che il colpo subito l'aveva uccisa senza pietà. Il cuore aveva già smesso di battere e il sangue fuoriuscito l'avevano completamente dissanguata. Se solo fossero arrivati un po' prima, probabilmente avrebbe potuto eseguire un intervento di urgenza per limitare la ferita e fare una trasfusione di sangue con le attrezzature presenti nei laboratori.

Mei alzò lo sguardo per vedere Luffy e da quell'espressione il ragazzo capì cosa fosse successo. Sulla fronte di Luffy comparì una vena pulsante, il suo sguardo si indurì di colpo, poi chiese con voce ferma: "chi è stato?"

"Se solo non ci fossi stata io qui, probabilmente non si sarebbe lanciata a salvarmi," sussurrò Mei, "ho fatto davvero la cosa giusta a venire qui?" chiese scoppiando nuovamente a piangere.

Era davvero ironica quella situazione. Mei era andata fin lassù per verificare la sua ipotesi e salvare la sua amica. Eppure, a conti fatti, l'unica che aveva salvato davvero qualcuno era stata proprio Naoko. Ma come avrebbe potuto, Mei, vivere con il pensiero che Naoko fosse ancora viva chissà dove, anziché andare a cercarla dopo aver trovato il primo indizio dopo tanto tempo? Era meglio vivere sapendo che Naoko potesse essere ancora viva, oppure andare a salvarla da una situazione che sembrava comunque condurre alla sua morte?

"Non è colpa tua, Mei," ruggì Luffy, poi si alzò e scrocchiò le nocche delle sue dita.

Il lumacofono di Sabo iniziò a suonare, poi Koala dall'altra parte della chiamata iniziò a parlare: "Tutti i pazienti sono stati messi sulla mongolfiera, mi ha aiutata anche Robin," disse in maniera sbrigativa, "gli scienziati dell'isola sono saliti su altre mongolfiere per salvarsi, ho sentito dire che sono arrivate alcune navi della Marina, se non ci sbrighiamo ad andarcene ci troveremo a dover scendere da Hendo nel mirino dei loro cannoni."

Nel momento stesso in cui terminò la chiamata, l'enorme manticora ruggì feroce, lanciando calcinacci e pezzi metallici ovunque. Luffy e Law si portarono davanti a Mei, mentre Sabo e Zoro si fecero avanti per fronteggiare tutti insieme l'enorme bestione. Era alta la taglia di Eustache, ma era anche vero che erano in quattro ad affrontarlo. E non quattro persone qualsiasi...

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