Capitolo 33

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Step: "Oggi l'ho rivista"
Madre di Step: "E come è stato? Ancora tre metri sopra il cielo?"
Step: "No.. tre metri sotto terra!"
(Ho voglia di te)

Settembre.

Mi alzo disturbata. Stanotte non ho dormito un granchè. Mi sa che avevo la febbre perchè sudavo freddo. Poi avevo i brividi, poi tremavo. So solo che è un mese che mi succede quasi tutte le notti. Vado al bagno per farmi una doccia rilassante e rimango sotto il getto dell'acqua per una buona mezz'ora. Esco, mi asciugo e spazzolo i capelli. Elisa entra in camera trafelata.
"Angelica puoi farmi un piacere grandissimo?" Mi chiede.
"Dimmi" le rispondo asciugandomi i capelli.
"Non potresti andare a prendere Manuel all'aereoporto? Torna oggi da Londra ed io ho un sacco di cose da fare! Antonio è a lavoro e tu sei l'unica che può andarci!" Mi dice quasi implorandomi.
"Va bene non ti preoccupare vado io! Ma a che ora atterra l'aereo?"
"Tra un'ora!" Mi dice.
"Ok allora inizio ad andare. A Fiumicino no?!" Chiedo prendendo le chiavi della macchina.
"Ovvio, grazie Angè mi hai salvata!"
"E ti pare per così poco"
La saluto ed esco salendo in macchina e partendo.
Eh giá sono riuscita a prendere la patente. Chi lo avrebbe mai detto?!
Accendo una sigaretta e metto un po' di musica.
Manuel è andato a fare una vacanza-studio a Londra con i suoi amici.
Ma dubito che avranno studiato.
"Credimi, ti penso anche se son lividi.."
Guardo male lo stereo che trasmette "Come in un film" di Emma e i Modà.
"No dai ma che davero? In prima mattina non vi regolate!" Sbotto e cerco di cambiare.
Sbuffo nelle altre stazioni parlano e basta. In questa cazzo di macchina non c'è neanche un CD. Devo dirlo a Krystal se me ne incide uno.
"Mi odierai forse si, ma lo fai sorridendomi.."
Sorrido e scuoto la testa. Ma per favore. Devo smetterla di ascoltare canzoni e collegarle a lui. Basta è storia passata. Non lo rivedrò mai più e questa cosa alla fine mi da un po' di sollievo. Non sono costretta a vederlo anche per caso in giro per Roma.
Parcheggio, spengo lo stereo e scendo.
Entro all'aereoporto e mi fermo a guardare alla vetrata gli aerei che decollano e atterrano.
Ma quando arriva?? Mi metto le mani in tasca e passeggio per il terminal.
"Il volo proveniente da Cagliari è in arrivo al terminal tre"
Sbuffo. Io sono al due. Questi vengono da Cagliari. Che palle oh.
Mi siedo e accavallo le gambe. Odio aspettare.
Cagliari - Radja.
Alla fine mi ricordo ancora il suo primo "Ciao" imbarazzato. E in quel momento pensai che aveva qualcosa in più e che sarebbe stato un casino. Uno splendido casino. In quel momento guardai i suoi occhi e capii che avrei sofferto tanto e che forse non ne sarei uscita tutta intera. Ma io, testarda come sono, gli risposi: "Ciao".
****
"Quando un amore finisce uno dei due soffre. Se non soffre nessuno non è mai iniziato. Se soffrono entrambi non è mai finito." (Marilyn Monroe)
****
Stiamo per atterrare a Fiumicino. Ho un ansia che nessuno puo' immaginare. Domani ci sará Roma - Cagliari e sono dovuto tornare. Tanto non la incontrerò mai quindi mi tranquillizzo così, autoconvincendomi. L'aereo atterra e scendo con i miei compagni di squadra.
Mi metto gli occhiali e prendo il borsone al check out.
"Ma che è sta mosceria??" Se ne esce Daniele Conti.
Rispondo con un sorriso. Il fatto è che tornare in questa cittá mi fa sempre un effetto strano. Sono quasi quattro mesi che dovevo tornare. Quattro mesi fa sono partito e non ho più visto Angelica.
"Scusate ragazzi.." l'hostess ci inizia a parlare ma io mi blocco e smetto di ascoltarla.
Guardo verso le panchine e sbatto le palpebre.
Non ci credo. Non può essere lei.
Si gira e mi guarda mentre rimango a bocca aperta e lascio cadere il borsone che avevo in mano.
Che faccio ora??
Oh al diavolo devo parlarci. Mi giro a guardare i miei compagni che parlano ancora con l'hostess ma quando torno a posare lo sguardo su quello di Angelica mi accorgo che non è più seduta ma sta uscendo.
Le corro dietro mentre sento Conti che mi urla: "Radja ma dove vai??"
Corro per tutto l'aereoporto e finalmente la raggiungo. È fuori con la sigaretta accesa e non mi guarda neanche.
"Perchè scappi??" chiedo.
Posa lo sguardo su di me ma non mi risponde. La osservo. È dimagrita parecchio. Non sembra neanche più lei.
"Dimmi qualcosa ti prego" le dico ma lei squote la testa.
Voglio sentire la tua voce. Dio solo sa quanta voglia ho di baciarla in questo momento. Lei lancia la cicca e fa per rientrare ma la blocco.
"Lasciami" quasi lo sussurra.
"No ti prego.. Parliamo un attimo, per favore" le dico accarezzandole il braccio. La vedo fare una smorfia e guardarsi dove l'ho toccata.
"Devo prendere mio fratello.." si libera ed entra.
"Aspetta Angè io devo dirti una cosa!" Me lo ero promesso. Glielo devo dire. Costi quel che costi.
"Adesso non posso" mi dice andando verso suo fratello che mi guarda malissimo.
Gli faccio un sorriso.
"Angelica ti prego devo parlarti.."
"Se hai tempo stasera al parco sai quale. Quello di sempre.." mi dice ed io raggiungo i miei compagni di squadra. Stasera glielo voglio dire. Io la amo e dopo quattro mesi nulla è cambiato.
****
Siamo tornati a casa. Il suo tocco. I brividi ovunque quando mi ha sfiorata.
Voglio sentire che cosa ha da dirmi stasera. Abbiamo cenato.
Vado in camera a prepararmi. Guardo l'ora sono le dieci. Forse mi farò ancora più male ma è tanto tempo che dovevo sentire la sua voce. Toccarlo. Stargli vicino.
"Tornerá piangendo" sento dire da Manuel dal salotto.
"Lo so Manu ma che fai le sbatti la testa per terra??" Risponde Elisa.
Sospiro. Hanno ragione ma come fai a frenare il tuo cuore?
Prendo la borsa all'ingresso.
"Ci vediamo tra poco.." dico.
"Sappi che non condividiamo ma ok.. non fare cose che poi ti penti.." mi dice Antonio.
"Si.." dico ed esco.
Raggiungo il parco. Il nostro parco. La nostra panchina.
Dove tutto ha avuto inizio.
Seduto c'è lui. Con il cappello in testa. La sigaretta in mano. Lo sguardo rivolto verso di me. Le sue labbra che mi rivolgono un sorriso.
Deglutisco e mi avvicino.
"Ciao.." mi dice.
"Ciao.." rispondo.
Mi accendo una sigaretta. Mi sento in imbarazzo. Non so cosa aspettarmi. Faccio la fredda anche se vorrei buttarmi tra le sue braccia e baciarlo tutto.
"Di cosa volevi parlarmi??" La butto lì.
"È una cosa importante. Che io non ti ho mai detto e nonostante siano passati quattro mesi io sento che nulla è cambiato.. Io non l'ho mai pronunciate queste parole. Soprattutto a te perchè avevo paura che saresti scappata.."
Lo guardo mentre si alza e mi guarda negli occhi.
"Angelica, io ti amo!" Mi dice.
Rimango stupita. Non so che dirgli. Non posso espormi. Lui domani va via.
"Beh quando parlavamo dei nostri sentimenti e tu aspettavi che io te lo dicessi io sono stata zitta. Io più amo più mi spavento di ciò che provo e quindi rimango in silenzio. Lo so non sono normale, ma sono così. Nella mia testa pensavo: "Ora glielo dico che lo amo"; "Parla, parla, parla"; "Ti prego capisci che ti amo". E mentre il mio cuore già lo sapeva e impazzava ogni volta che pensavo queste cose, sei andato via.."
Radja abbassa lo sguardo. Mi viene da piangere ma ricaccio indietro le lacrime. Non posso piangere davanti a lui. Sono stata fin troppo debole per lui.
"Quindi con questo discorso cosa vuoi dirmi?" Mi chiede alzandosi.
"Che ti odio" dico sostenendo il suo sguardo.
"Non è vero. Mi ami da morire"
"E come fai ad esserne così sicuro?" Dico mettendo su una faccia da schiaffi.
"Perchè non saresti venuta, perchè te ne saresti già andata, perchè il tuo cuore appena mi hai visto ha ricominciato a battere" mi dice avvicinandosi.
"Non è vero.." balbetto.
"Ah no?!" Mi dice prendendomi il viso tra le mani.
Ti prego no, non baciarmi Radja ti prego. Non lo fare.
Si avvicina alle mie labbra e ci sussurra un: "Ti amo" che mi fa passare i brividi in tutto il corpo.
Gli stringo la maglietta. Non voglio lasciarlo andare. Lui se ne accorge e mi sorride sfiorandomi le labbra con i pollici.
Sospiro e sento che per davvero non è cambiato nulla.
"Anche io ti amo.." dico mordendomi il labbro inferiore.
Mi tira a se e mi bacia. Un bacio dolce e passionale allo stesso tempo. Uno di quei baci che mi erano mancati da morire. Lo tiro a me. Come se non volessi più staccarmi da lui.
Dal mio re.
"Ti piacerebbe restare con me stanotte?" Mi chiede.
"Ti piacerebbe restare per sempre?" Rispondo senza dare peso alle parole che mi sono uscite così spontaneamente.
"Vieni.." mi dice prendendomi per mano.
Lo seguo e andiamo nella vecchia casa. La sua casa. C'è ancora quel profumo. Entriamo senza smettere di baciarci. Mi sdraia sul letto e mi spoglia. Faccio lo stesso con lui.
"Pensavo ti fossi dimenticato di me.." mi dice.
"Ci ho provato.." rispondo ritrovando la sua bocca. Mi era mancato terribilmente.
"Tu mi hai dato tutto, anche solo respirando" mi dice intrecciando la sua mano con la mia.
Gli bacio il collo mentre lui entra dentro di me. Finalmente anche se so che da domani tornerà a far male la sua assenza.
"Ti amo Rà più della mia vita" sussurro.
"Anche io come non ho mai amato nessuna"
****
"Il numero di respiri che fate in vita vostra è irrilevante. Quello che conta sono i momenti che il respiro te lo tolgono."
(Hitch- Lui si che capisce le donne)

You are the best of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora