CAPITOLO 3

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"Avete presente la sensazione che si prova quando tutto va finalmente per il verso giusto e la tua vita procede per il meglio? Nemmeno io." (Carmelita Zappalà)

Mi sveglio tutta indolenzita. Cavolo, ieri sera mi sono addormentata come una pera cotta. Mi brontola lo stomaco, non ho messo tra i denti niente, ma poco importa. Scendo dalla soffitta e mi do una lavata, mi cambio e guardo l'orario. Merda! Sono quasi le 10 di mattina! Devo sbrigarmi o arriverò tardi a Trigoria!

Esco in fretta e furia e prendo l'autobus al volo. Mi siedo e aspetto di arrivare al capolinea.

Nel mio telefono arriva un messaggio del boss.

"Stasera alle 22, stesso posto di sempre. Vedi di esserci!"

Rispondo con un "Ok" e lo rimetto via. Dovrò prendermi le mie responsabilità. Anche se magari non vorrà parlarmi dei soldi. Magari dovrà dirmi qualche altra cosa.

Rimango fissa al finestrino a vagare con la mente e quasi non mi accorgo che siamo arrivati. Scendo e mi avvio davanti al cancello, prendendo la mia solita posizione. Mi accendo una sigaretta e mi guardo intorno. Perfetto non c'è nessuno che conosco.

Il bambino in braccio al padre sorride e batte le mani urlando "Checco! Checco!"

Vuole che esca il capitano, il sogno di tutti quelli che sono qui fuori. Aspettano tutti con molta pazienza che il capitano si fermi per fare qualche foto.

Purtroppo, oggi il Capitano è andato via di corsa perché ha la figlia, Chanel, che non si sente bene. Quel bambino è rimasto deluso ed ha iniziato a piangere.

"Non ti preoccupare, piccolino! Domani torniamo e vediamo se ci riusciamo!" lo rassicura il papà, asciugandogli una lacrima.

Il bambino sfoggia un enorme sorriso e lo abbraccia. Alla fine sorrido anche io. Cominciano ad uscire gli altri ed io lancio la cicca e mi avvio per riprendere l'autobus.

****

Esco con la macchina e davanti al cancello vedo quella strana ragazza. Rallento. Le lenti a specchio degli occhiali non mi rendono possibile vedere i suoi occhi. Lei non mi guarda, anzi, lancia la cicca e cammina per la strada. Io non ci sto capendo niente.

Non so cosa me ne importa, sinceramente, ma vorrei scoprirne qualcosa di più. Dai, è una cosa strana che qualcuno va fuori ad un centro sportivo, dove si allenano calciatori famosi e se ne va senza neanche degnarli di uno sguardo.

Magari lavora per qualche servizio segreto..

Oppure Claudia mi ha messo un investigatore privato!

Ma Radja, che cazzo vai pensando!

Accosto vicino alla staccionata, quando ormai la misteriosa ragazza è sparita dalla mia visuale.

"Radja, stringeresti la mano al mio piccolo?" mi dice un uomo sulla trentina che tiene in braccio suo figlio, probabilmente.

"Certo! Volentieri!" rispondo stringendo la mano al bambino e sorridendo per la foto.

"Grazie, Radja!" mi dice quel bambino.

Gli appoggio la mano sulla testa e gli sorrido: "Di niente, piccolo!"

Intanto Kevin mi sorpassa e mi fa un cenno di saluto. Finisco di firmare autografi e fare foto. Riparto e me ne torno a casetta mia, tralasciando i pensieri su quella ragazza e lasciandoli fuori dalle quattro mura.

"Radja! Meno male che sei arrivato presto!" mi dice Claudia appena varco la soglia di casa.

"Perché? Che succede Clà?" chiedo posando la borsa degli allenamenti in bagno.

You are the best of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora