"Dicono che l'Amore è vita, io per amore sto morendo" (Jim Morrison)Non sento niente. Solo silenzio. Mi sento come in una forte apnea, solo che quando mi manca il respiro non posso riemergere a prendere l'aria. Sento dolore. Un dolore straziante all'altezza del petto, vicino al cuore.
Ma un urlo mi si blocca in gola. Non riesce ad uscire. Rimane li bloccato nella gola e brucia. Brucia come non mai. Non riesco ad aprire gli occhi sento soltanto delle voci che strillano: "Codice rosso, codice rosso!"
Il dolore si fa straziante e sento il respiro bloccarsi, finchè non riesco nè a sentire voci, nè altro."Il battito è tornato abbastanza regolare.." sento dire da una voce maschile profonda.
"Si ma è in coma.. Non si sa se si risveglierá e se lo fará dovremmo verificare le conseguenze.." risponde una voce femminile che penso appartiene all'infermiera.
Cosa? Sono in coma?? No, non è possibile! Io devo alzarmi da questo letto immediatamente!
"Solo Dio ce lo dirà..." sospira il dottore.
Dio, io non credo in Dio. Io non voglio stare qui! Voglio tornare a casa, ricominciare la mia nuova vita, lontana da Radja e dalla sua famiglia. Non voglio più creargli problemi, lui è stato solo una vittima per avermi conosciuta. Lo sapevo fin dall'inizio, non dovevo avvicinarmi a lui. Se non fossi arrivata in tempo.. Se non fossi arrivata in tempo, ci sarebbe Radja nella mia stessa situazione. Spero solo che se ne sia andato.
Spero che sia tornato a Cagliari. Sento aprire la porta e vociferare fuori la porta.
Non riesco a capire ne a chi appartiene la voce e nè cosa dicono.
Dopo poco sento la porta che si chiude dietro di me.
"Ehi.." senti sussurrare.
Una voce inconfondibile la sua. Sento i passi avvicinarsi a me. Le sue labbra si poggiano sulla mia fronte, in un bacio.
"Ciao piccola, dai svegliati su, ho bisogno di te.. non ti lascio più.." mi dice all'orecchio facendomi una carezza in viso. Vorrei piangere e urlargli di andare via, che non c'è bisogno che rimanga qui, ma non ci riesco. Non riesco a muovermi.
Lo sento sospirare e così capisco che non se ne è andato. Vorrei tanto aprire gli occhi e vederlo, sentire il suo contatto, alla fine non voglio che va via davvero.
Mi autoconvinco che non lo voglio più, che non mi interessa, solo per non fargli pesare niente e che viva sereno con la sua famiglia.Sento il rumore della sedia trascinata sul pavimento e fermarsi a pochi centimetri da me. Mi prende la mano.
"Non puoi lasciarmi.. io non lo sopporterei.." dice Radja portando la mia mano tra le sue sul suo viso. La mia mano è fredda al contatto con la sua. Sento la differenza tra le due temperature.
Intreccia le sue dita con le mie e continua a parlarmi. Io lo ascolto e non puossono che farmi piacere le cose che mi dice. Mi fa malissimo sentirlo così, in questo stato. Sembra quasi disperato.
Parla piano, quasi sussurrando. Lo dice quasi supplicandomi e sento il mio cuore arrivarmi in gola e accellerando i battiti.
"È colpa mia.." mi sussurra. "Scusami.. dovevo starci io qui non tu.." continua dopo un attimo di pausa e accarezzandomi il dorso della mano con il pollice.
Ma cosa dici, amore? Non è colpa tua. Solo mia. Sono io che ti ho cacciato nei guai. Se non mi fossi intromessa a quest'ora non saresti stato così male.
"Sai ti ho amata dal primo momento e ti amo ancora oggi per quello che sei, non ho mai voluto che cambiassi. Tutti hanno sempre messo bocca nella nostra storia, dicevano che io ero troppo per te, che non dovevamo stare insieme.. Cazzate. Solo io so chi sei, come sei, quanto sei e quanto, nonostante tutto, io ti amo.." mi dice stringendomi la mano.
Sento la tristezza impossessarsi di me.
"Ti aspetto qui, dai.." mi sussurra poi sentendo il letto affondare. Non sento più niente.
Forse si è addormentato. La sua mano è stretta alla mia e con un po' di forza riesco a stringergliela, poi il buio.****
Nero solo nero. Il nero mi circonda. Sono forse morta?
Ma se sono morta perchè continuo a pensare a tutte le cose belle della mia vita?
"No, Angelica, non sei morta.." mi dice una voce alle mie spalle.
Mi giro di scatto per vedere da chi proviene questa voce.
Una donna..
Una donna che mi tende la mano e mi viene incontro. Indietreggio e metto a fuoco l'immagine piegando la testa da un lato.
È alta, i capelli biondi ondulati le ricadono sulle spalle.
"Angelica.." mi chiama ed io spalanco gli occhi.
Mi sorride e noto che ha lo stesso colore dei miei occhi.
"Tu..tu.." balbetto.
"Bimba mia vieni qui.."
"Ma..mamma?!" La chiamo ricordando la voce delicata della mia mamma che mi chiamava quando ero piccola.
Mi sorride ed io le corro incontro fiondandomi tra le sue braccia. La stringo mentre le lacrime mi rigano il viso.
"Non piangere tesoro.. Come sei bella, Angelica.." mi dice accarezzandomi i capelli.
"Tu sei bellissima, mamma! Ho sperato tanto di rivederti un giorno. Sono così felice adesso, che tutto il dolore precedente sembra quasi scomparso! Papá?? E nonno??" Chiedo asciugandomi le lacrime.
"Non dovresti essere contenta, amore.." mi risponde.
"Perchè no??" Chiedo confusa.
"Perchè se mi vedi vuol dire che stai morendo.."
La guardo ancora più confusa.
"Io pensavo di essere giá morta" faccio spallucce.
Lei ride.
"No tesoro, sei in coma ma la situazione sta peggiorando e tu devi scegliere.." mi dice mettendomi un braccio sulle spalle e camminando di fianco a me.
"Che cosa devo scegliere?" Chiedo ancora non capendo cosa devo fare.
"Devi scegliere se continuare a vivere oppure lasciarti andare e stare con noi.." mi dice indicando un punto lontano dove due uomini mi salutano e capisco che sono papá e nonno. Ricambio il saluto con un enorme sorriso sulla faccia. Faccio per corrergli incontro ma la mamma mi ferma.
"Aspetta.." mi dice indicando una parte, tipo una finestra nera. "Guarda prima.."
Ci avviciniamo finchè l'immagine non diventa sempre più chiara e nitida fino a farmi vedere cosa c'è al di la della finestra.
Una stanza di ospedale, una ragazza stesa sul lettino, con la mascherina dell'ossigeno sul volto.
"Sono io, quella?" Chiedo non staccando gli occhi dalla ragazza inerme sdraiata sul lettino dell'ospedale.
"Si tesoro, sei tu" mi dice posando una mano sulla spalla.Continuo a guardare e mi accorgo che vicino a me c'è Elisa che piange come una fontana, abbracciata ad Antonio che la coccola e la stringe al suo petto. Manuel è appoggiato con la schiena addosso al muro con le braccia conserte, lo sguardo rivolto verso il pavimento ed ogni tre per due porta la mano sul viso, come per asciugarsi le lacrime.
Accanto a me c'è Radja.
Mi tiene la mano e mi accarezza i capelli. Piange anche lui. Non l'ho mai visto piangere. Lui è un uomo forte. Non l'ho mai visto sotto questa luce, così fragile, così disperato..
Una lacrima scende senza il mio permesso. Tutta quella tristezza in quella camera ha fatto intristire anche me.
"Cosa devo fare mamma??" Le chiedo non staccando gli occhi dalla stanza.
"Devi fare come meglio credi.."
"Il fatto è che se io rimango qui sará più facile per lui rimanere con la sua famiglia, ed io non sentirò più il dolore della sua mancanza, anzi saremo una famiglia.." dico guardando mia madre e poi rivolgendo lo sguardo ai due uomini della mia vita: mio padre e mio nonno.
"Senti tesoro, spesso le cose non accadono tanto per. Le cose accadono per un motivo preciso. Il destino sceglie per te. Le cose succedono senza una ragione e possono essere sia belle che brutte. Nel tuo caso hai incontrato la tua anima gemella.." mi dice e come per istinto guardo il tatuaggio sul mio dito e sorrido.
"Ti sta aspettando, Angelica.." continua la mamma indicando Radja che proprio in quel momento mi abbraccia.
"E la sua bambina? Sua moglie?"
"Tutto si sistema, non vale la pena che dici di buttate via la tua vita per una piccola delusione, no?"
"Ma adesso che ti ho trovata voglio stare con te..." sussurro "mi manchi tanto mamma.."
"Sono sempre stata al tuo fianco e ci sarò ancora. Staremo sempre nel tuo cuore, bimba mia.." mi dice dandomi un bacio in testa.
"È ora di scegliere, Angelica.."
"Si.." dico per poi voltarmi a guardare mia madre.
Cammina e la vedo allontanarsi raggiungendo nonno e papá e lasciandomi sola.
Guardo la finestra che mostrava la mia immagine annebbiarsi e diventare nera, di nuovo.
Devo scegliere tra il bianco e il nero.
Mi volto un'ultima volta e vedo la mia famiglia che mi sorride. Sorrido anche io, ho deciso.
Faccio un respiro profondo ed apro la porta.
****
Sta piangendo. Perchè piange??
Mi asciugo gli occhi e la abbraccio.
"Sono qui.. non me ne vado più.." le sussurro all'orecchio.Le asciugo le lacrime e la stringo a me, attento a non farle male. Poggio la testa sulla sua spalla e aspetto insieme ai singhiozzi e i pianti degli altri un suo risveglio.
"Non piangere, svegliati e sposami.." dico e le bacio la guancia.
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You are the best of me
Fanfiction"Prometti che farai sempre la brava?" mi chiese papá. "Si, papá, te lo prometto!" risposi prima che chiudesse gli occhi.