EPILOGO

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"Alla fine il bello dell'Amore è proprio il fatto di porltersi innamorare di chiunque. 'È solo un amico', ma poi ti innamori. 'È antipatica', ma poi ti innamori. 'Siamo così diversi', ma poi ti innamori. 'Abitiamo lontanissimi' e poi ti innamori. L'Amore non si sceglie, l'Amore ti sfonda la porta di casa e ti trascina da chi gli pare."

Tre anni dopo.

"Aysha vieni qui!" Urlo richiamandola anche con un gesto della mano.
"No, papy. Sto giocando! Lasciami stare!" Mi urla salendo salendo sullo scivolo.
Sbuffo. Possibile che vuole fare sempre quello di cui ha voglia?! Sono senza speranza.
"Dai, Radja lasciala stare" mi dice Claudia sedendosi vicino a me.
"Ho capito ma non è possibile che fa sempre come vuole!" Dico incrociando le braccia.
"Ormai la dovresti conoscere, è un terremoto!" Mi dice scoppiando a ridere. Una risata che contagia anche me.
Sono sereno adesso. Ho tutto quello che mi serve per stare bene.
"Beh quindi come rimaniamo?" mi chiede Claudia.
"Come vuoi Clá, se per te va bene la porto in vacanza con me, poi te la porto io a Cagliari appena torniamo.." dico facendo spallucce.

"Va bene ok, nessun problema. In caso la mia vacanza duri di più, ti scrivo ok?"
"Certo, tanto vi sentirete tutti i giorni" la vedo sorridere mentre guarda Aysha.
"Ma dove andate in vacanza?"
"Ibiza" dico lasciandomi sfuggire un sorriso.
"No io vado in Grecia con le altre.. anzi dovrei anche andare a casa a finire la valigia" ride e si alza. Di conseguenza mi alzo anche io.
"Beh allora buone vacanze" le dico.
"Anche a te" risponde abbracciandomi. La abbraccio anche io, poi chiama Aysha che le fa cenno di no.
"Ehi, ma non la saluti la mamma??" Urlo. Lei ci pensa un po' e poi scende dallo scivolo andandole incontro e buttandosi tra le braccia della madre.
"Mi raccomando Aysha fa la brava e non far arrabbiare papá, ascolta quello che ti dice e.."
"Si mamma, lo so. Uffa!" La interrompe ed io scoppio a ridere.
Claudia alza gli occhi al cielo ma poi torna a parlare: "Ci sentiamo dopo, amore" la bacia, mi saluta, prende la borsa, sale in macchina e va via.
"E adesso che facciamo io e te, uomo?" Mi dice Aysha mettendo le mani sui fianchi.
Scoppio a ridere e la prendo in braccio, coccolandola.
"Andiamo a casa, donnina" le dico camminando verso la macchina.
"Ma io voglio giocare!" Sbotta.
"Ma se tra tre ore abbiamo l'aereo!" Dico entrando in macchina e partendo.
"Mmmm dobbiamo prepare le valige?"
"Eh si Angelica da sola non ce la fa!" Le rispondo sorridendo.
"Uhm allora si! Devo darle una mano che tu, papy, fai solo casino" mi dice alzando il volume della musica. Scuoto la testa.
Eh si, andiamo in vancanza. Io, la mia piccola e Angelica. Sembrerá strano non trovate? Claudia prima così calma e pacata, che mi lascia la bambina per tutti i quindici giorni di vacanza... Eppure non lo è. Non è strano. Ma per capire meglio bisogna tornare indietro di tre anni. Più o meno a dicembre, quando ancora Angelica lottava tra la vita e la morte.

~
Sono in ansia. È in coma da quindici giorni. Non sono più rientrato a Cagliari e non ho intenzione di tornarci. Non voglio lasciarla sola nemmeno per un secondo. Miralem di tanto in tanto mi viene ad assistere. Se hi bisogno di qualcosa.
"Caffè" rispondo sempre, anche se avrei bisogno di un calmante per tutta l'ansia che ho.
Le tengo la mano, sospirando e buttando un occhio al quadro dei valori vitali. Tutto a posto.
"Svegliati.." le sussurro.
Bussano alla porta. Miralem, penso.
"Avanti.." dico dando le spalle alla porta.
Sento la porta chiudersi e una mano sulla mia spalla. Mi volto per vedere chi fosse e con mia sorpresa non è proprio il bosniaco, anzi. Claudia in piedi vicino a me che si sforza di sorridere.
"Ho saputo..." mi dice mentre torno a guardare Angelica inerme sul lettino.
"Già.. Cone mai qui?"
"Vorrei starti vicino, se me lo permetti.."
Non rispondo.
"Hai ragione Radja, io ho sbagliato a costringerti, diciamo, a stare con me. Non dovevo farti tornare a Cagliari. Sono stata un'egoista. È vero, ti amo e volevo averti tutto per me senza condividerti con lei e mi sono accorta solo dopo poco che tu eri infelice di stare con me. Non era più come prima, ti sentivo distante ed infatti tu lo eri, eri qui, a Roma, da lei.. Pur volendo riaggiustare le cose non potevo farcela da sola. Tu hai sempre scelto lei nel tuo cuore. Ho apprezzato tanto che hai almeno provato a riaggiustare le cose per la bambina ed io ho capito che in fondo non mi ami più come un tempi, perciò sei libero di stare con chi meglio credi, perchè so che per me e Aysha ci sarai sempre.." continua.
Mi giro a guardarla e noto che delle lacrime le hanno rigato il volto.
"Non è più come prima, ormai nel mio cuore c'è lei, ma non voglio vivere senza di voi. Ti voglio un bene dell'anima Clá, credimi. Ma lei è unica.."
"Lo so, lo vedo da come ti comporti. La differenza è abissale tra me e lei. Per cui se vorrai, vorrei esserti amica.." mi dice ed io istintivamente la abbraccio.
"Certo che lo voglio.."
Claudia mi stringe ma si stacca quasi subito.
"Beh spero che si risvegli presto. Non vi metterò i bastoni tra le ruote e spero di vederti finalmente felice. Te lo meriti.."
Sono veramente colpito dalle parole di Claudia, le sorrido e le bacio la guancia.
"Grazie per aver capito.." le dico.
"Mi ci è voluto un po' ma ce l'ho fatta" mi dice e scoppiamo a ridere. Adesso aspetto solo cje Angelica si svegli.
~
E quindi tutto risolto. Angelica si è svegliata il giorno di Natale e non potevo ricevere regalo più bello di quello. Siamo rimasti un'altra settimana all'ospedale per i controlli e vedere se tutto era a posto. Siamo usciti ed io non l'ho più lasciata. Nel vero sensi della parola. Dov'era lei andavo io. Dove andavo io, mi portavo lei. Avevamo fatto pace e ci siamo detti: o la va, o la spacca. Questa è la volta buona. Dopo quasi due mesi abbiamo iniziato la convivenza e adesso eccoci qua con molte sorprese. Chi l'avrebbe mai detto?
"Papá, siamo arrivati!" Mi dice Aysha sbuffando.
"Oh si, scusa!" Parcheggio e vedo la piccola squotere la testa e correndo verso casa. Scendo dalla macchina e salgo a casa.

****

"Axel stai buono?" Sbotto.
Mamma mia quel bambino è un terremoto. Peggio del padre!
"Ma mamma quando andiamo via?" Mi chiede attaccandosi ai lembi del vestito.
"Axel per favore, mi fai finire di sistemare??" Sbotto akzando gli occhi al cielo.
"Quando torna papy??"
"Non lo so tra poco, guarda i cartoni adesso dai!" Dico. Vedo Axel che mi fa una smorfia, prende l'orsacchiotto, un nuovo Pù e si mette sul letto a guardare i cartoni mentre continuo a preparare le valige. Radja dovrebbe essere a momenti.
Axel ha due anni ed è un terremoto vero e proprio. Eh si, è il frutto dell'amore tra me e Radja. Ma le novità non sono ancora finite. Sono anche sposata, chi l'avrebbe mai detto? La signora Nainggolan. Radja è rimasto a Roma, sposando i colori giallorossi e anche me.
Litighiamo spesso, soprattutto per le cazzate e incomprensioni ma lo amo da impazzire. Mi rende felice ed è un padre eccezionale. Mi chiese di sposarlo in un modo che non mi sarei mai aspettata.

~
Sono appena arrivata allo stadio. Ilenia, la compagna di Florenzi, mi chiama e mi fa cenno di andare a sedermi vicino a lei.
La raggiungo e mi sistemo gli occhiali da sole. È una delle ultime partite di campionato, quindi è come se non valesse più niente. Il campionato ormai è finito e non stiamo lottando per niente. Iniziamo a parlare quando entrano le squadre e faccio un cenno di saluto a Radja che mi lancia un bacio, così come fa Ale ad Ilenia.
Il primo tempo finisce a reti bianche e dopo l'intervello si ricomincia.
La Roma è tutta nella metá campo avversaria.
A dieci minuti dalla fine ormai pensavamo di uscire dallo stadio con un pareggio. Invece, cross di Holebas dalla sinistra per Radja, che è stato lasciato solo in mezzo all'area di rigore, il quale col mancino insacca a rete e porta la Roma in vantaggio. Lo vedo correre verso la panchina, prendere una cosa dalle mani di Daniele e correre sulla nostra tribuna. Guardo Ilenia preoccupata che fa spallucce, come se non sapesse niente.
Radja scavalca la bassa ringhiera e mi viene incontro. Mi bacia, poi si mette in ginocchio di fronte a me prendendomi una mano e con l'altra mostrandomi una scatolina.
"Sposami, perchè tu sei l'altra metá drl mio cuore.." mi dice puntando i suoi occhi nei miei.
"Io..io.." balbetto imbarazzata.
"Stanno aspettando tutti" sorride indicando il tabellone sopra la curva.
"Si, certo che lo voglio" rispondo sicura di me e buttandomi tra le sue braccia e baciandolo. Sarebbe diventato solo mio...
Sorrido pensando a quella figura imbarazzante. Il fatto che poi l'arbitro lo abbia espulso per due turni è irrilevante.
"Amo eccoci!" Sento urlare dal salotto.
"Papy!" Urla Axel correndo di la.
"Ehi campione!" Lo prende in braccio e lo bacia.
"Angelica! Sono qui per aiutarti!" Aysha viene in camera tutta trafelata.
"Ciao tesoro" le rispondo mentre chiudo la valigia.
"Abbiamo tanto da sistemare?" Mi chiede.
"No abbiamo finito!" Rispondo.
"E la mia valigia?" Mi chiede.
"Eccola!" Dico indicandogliela.
"Uh bene, andiamo allora!" Batte le mani entusiasta.
Sorrido e bacio mio marito.
Mi aiuta a portare giù le valige e caricarle in macchina. Saliamo e partiamo.
"Finalmente relax!" Mi dice prendendomi la mano.
"Ne avevamo bisogno" rispondo stringendogliela.
"Io ho solo bisogno di te" mi dice.
Mi avvicino e lo bacio.
"Ti amo tanto lo sai?" Gli sussurro all'orecchio.
"Anche io vita mia" mi dice e mi bacia. Adesso andiamo in vacanza e siamo pronti per affrontare la nostra vita insieme.

****

Quei due erano così complicati. Lui orgoglioso, lei strana, a volte sensibile, a volte mandava a fanculo senza nemmeno pensarci, ma poi se ne pentiva e faceva di tutto per rimediare.
Quei due, sapevano amarsi come nessuno.
Quei due erano unici.
Nessuno riusciva a separarli, potevano gridarsi contro quanto volevano, e mentre non si sentivano, si mancavano. Non si cercavano, ma si pensavano anche se nessuno dei due lo ammetteva mai.
Quei due erano l'imperfezione ma insieme creavano la perfezione, si completavano a vicenda, si appartenevano ancor prima di conoscersi, si sono sempre appartenuti e si sono sempre cercati, fino a quel giorno che si incontrarono.
Erano strani, diversi. Ma come si completa un puzzle? Con pezzi diversi.
E loro erano fatti per incastrarsi tra altri mille pezzi di puzzle e gli altri pezzi saranno tutta la vita che passeranno insieme, e lo completeranno, anche con mille altri litigi.
Lo completeranno e rivedendo il puzzle completato, ripenseranno ai mille momenti passati insieme.
Ai litigi. Alle cose belle.
Ripenseranno a tutti i loro momenti della vita, insieme e capiranno.
Capiranno che due come loro non li separerá mai niente e nessuno.

****

FINE.

You are the best of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora