Capitolo 39

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"Quando le lacrime scorrono sul tuo viso. Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire. Quando ami qualcuno ma va tutto sprecato, pitrebbe andare peggio?" (Fix yoy - Coldplay)

Siamo scesi di corsa dall'ambulanza. Non posso pensare di perderla.
Forza Angelica, ce la devi fare!
Entriamo di corsa nell'ospedale sentendo i medici che urlano: "Codice rosso, codice rosso!"
Sono sotto uno stato di trans. Non riesco a capire cosa mi succede intorno. I medici che corrono da una parte all'altra, un gelo intorno alla stanza, io che cammino avanti e indietro mentre Angelica è in sala operatoria. Chiedo a tutte le infermiere che escono sue notizie.
Nessuna sa dirmi delle novitá e la mia agitazione e ansia raddoppia. Mi sta prendendo il panico, non so che fare e mi sento anche in colpa. Si, in colpa! Lei ha preso la pallottola per colpa mia..
Mi siedo sulla sedia in sala d'aspetto e mi porto le mani in faccia. Come cazzo faccio adesso?? L'amore della mia vita sta lottando tra la vita e la morte ed io non posso aiutarla, ne vederla. Non posso fare nulla se non sperare che lei ce la faccia. Perchè lei ce la fará, vero? Lei ce la deve fare!
Mi passo una mano tra la cresta e non riesco a stare seduto così rinizio a passeggiare. No, da solo non ce la faccio. Devo sfogarmi con qualcuno.
Preso dall'ansia e dalla paura, prendo il cellulare e chiamo Miralem.
"Pronto?" Mi risponde con voce indonnolita.
"Mira.. io.. ti ho svegliato?" Chiedo.
"No ma ti pare, sono solo le 23!"
"Si lo so, scusa ma.. io non ce la faccio Mira.."
"Radja, che succede??" Mi dice sentendo il tono disperato della mia voce.
"Mira, sono a Roma, all'ospedale.."
"Come all'ospedale?" Sbotta.
"Si.. Angelica.. ecco lei.." inizio a piangere.
"Radja cazzo calmati! Che è successo mi spieghi??"
"Mira le hanno sparato!"
"C..c..come??"
"Si! Per salvare me!" Urlo al telefono.
"Shhh Radja! Arrivo dai dammi cinque minuti.."
"Sbrigati amico ti prego.." gli dicoe attacco continuando a passeggiare e a mordermi le unghie.
Se fosse stata vicino a me, Angelica, mi avrebbe dato uno schiaffo sulle mani. Non ha mai voluto che mi mordessi le unghie, ma non posso fare altro. Sono nervoso.
Nessuno si decide di farmi sapere nulla, così mi avvicino al gabiotto delle informazioni.
"Salve, volevo sapere se ci sono novitá sulla ragazza che è stata sparata.." quelle parole mi lacerano il cuore.
"Lei chi è?" Mi chiede sbuffando.
"Sono il ragazzo, la prego, devo sapere.."
"Mmmmh.." dice mantenendo lo sguardo fisso allo schermo del computer. "No, niente.. Nessuna notizia, le faremo sapere.." mi dice ed io continuo a vagare per la sala d'aspetto come un'anima in pena. Mi sento morire. Vorrei entrare in sala operatoria a vedere, ma non posso.
Vorrei urlare con tutta l'aria che ho nei polmoni ma mi butterebbero fuori e mi prenderebbero per pazzo. Sospiro e mi appoggio con le spalle al muro e incrocio le braccia guardando un punto fisso. Penso che sia il caso di avvertire Elisa, ma è tardi. Aspetto.
Abbasso la testa e mi passo una mano sul viso per asciugare le lacrime. Non posso pensarci...
Andrà tutto bene, DEVE andare tutto bene...
"Amico!" Sento urlare dall'ingresso. È Pjanic con Krystal per mano che mi vengono incontro. Inaspettatamente Mira mi abbraccia e mi da una pacca sulla spalla. Ricambio l'abbraccio. Mi sento debole adesso..
"Angelica?" Mi chiede Krystal.
"È ancora dentro.." rispondo sospirando.
"Raccontami un po' Radja, io non ho mica capito.." mi dice Miralem ed inizio a raccontargli della strana richiesta di aiuto da parte di Angelica che poi si è dimostrata soltanto una trappola da parte di quel pazzo che evidentemente non ha un cazzo da fare.
Krystal e Miralem mi ascoltano non proferendo parola ed io continuo a raccontare.
"Poi ha tirato fuori una pistola, l'ho un po' provocato, è vero.. lui ha sparato e Angelica non so da dove sia uscita e mi si è parata davanti facendo scudo col suo corpo e prendondosi la pallottola, lui si è fatto una risata e la mia Angelica adesso..rischia..." dico vedendo con la coda dell'occhio degli agenti della polizia parlare con la ragazza del gabbiotto delle informazioni.
"Ma chi è sto matto?" Sbotta Pjanic.
"Alessio, Alessio Braschi.." lo dico con voce un po' più alta in modo che un poliziotto si gira e mi guarda.
"Lei era presente?" Si avvicina l'agente.
"Si.." rispondo guardandolo.
"Venga un attimo con me.."
"No io non mi muovo da qui!" Rispondo sicuro di me mentre mi sistemo gli occhiali da vista.
"Signor Nainggolan lo abbiamo preso, abbiamo bisogno solo che lei fa da testimone per dire se è lui o no.."
Pjanic mi fa segno di andare.
"Sbrighiamici.." dico uscendo velocemente dall'ospedale con i due agenti. Ci avviciniamo alla volante e nel sedile posteriore riconosco il bastardo.
Incrocio le braccia e lo guardo con le fiamme negli occhi, incazzato come non mai.
"È lui?" Mi chiede uno dei due.
"Si!" Dico serrando la mascella.
"Bene, possiamo anche andare.." dice il più grassottello.
Il testa di cazzo si gira a guardarmi facendo una specie di ghigno. Un sorriso come per prendermi per il culo. Io non ci vedo più e gli do un cazzotto in piena faccia. Fortuna vuole che il finrstrino era aperto.
"Ehi!" Un agente mi tira via. Mi scrollo di dosso il poluziotto e mi sistemo la maglia per poi tornare dentro.
"Allora?" Mi chiedono in coro Krystal e Miralem.
"Era lui.." dico senza scompormi mentre il mio pensiero va ad Angelica. Devi farcela, piccola. Ti sto aspettando.
Ma proprio nel mentre mi sto raccomandando a chissà chi, spunta un'infermiera.
Mi poggia una mano sul braccio. Una donna sulla cinquantina che mi fa un sorriso.
"Radja.."
"Come sta?"
"L'abbiamo operata.. È in coma.." mi dice e sento la terra sprofondarmi sotto i piedi.
"Ce la fará vero?" Urlo.
"Shh, solo Dio ce lo dirà.." mi dice ed io non riesco a trattenermi. Lei mi rende fragile e un uomo diverso, con lei non sono il duro e freddo Nainggolan.
"Dio non esiste! Lei deve farcela!" Sbotto correndo su per le scale. Non mi va di aspettare l'ascensore. Salgo le scale a due a due.
Arrivo davanti alla camera di Angelica. Muralem e consorte mi hanno raggiunto e sento una mano afferrarmi il polso quando sto per entrare.
"Dove va?" Mi chiede il dottore che è appena uscito.
"Devo entrare, mi faccia entrare sennò sto ospedale lo ribalto!" Sbotto e sento Miralem mettermi una mano sulla spalla sussurrandomi: "Calma, fratello.."
Respiro e mi scrollo di dosso la presa del dottore.
"Uno solo.. ed è una eccezione.." mi dice acido.
Lo mando a fanculo in silenzio ed entro, chiudendo la porta dietro di me.
Angelica è stesa sul letto, intubata con la mascherina dell'ossigeno in faccia. Mi si lacera il cuore.
"Ehi.." le sussurro avvicinandomi e dandole un bacio in fronte.
"Ciao piccola, dai svegliati su, ho bisogno di te.. non ti lascio più.."
Prendo la sedia e la sistemo vicino al letto. Mi siedo e le prendo la mano.
"Non puoi lasciarmi.. io non lo sopporterei.." dico portando la sua mano sul mio viso. La sua mano è fredda. Intreccio le sue dita con le mie e continuo a parlarle. So che mi ascolta, lei è viva. Mi fa malissimo vederla così, in questo stato.
"È colpa mia.." sussurro. "Scusami.. dovevo starci io qui non tu.." la guardo che non da cenni di vita.
"Sai ti ho amata dal primo momento e ti amo ancora oggi per quello che sei, non ho mai voluto che cambiassi. Tutti hanno sempre messo bocca nella nosyra storia, dicevano che io ero troppo per te, che non dovevamo stare insieme.. Cazzate. Solo io so chi sei, come sei, qianto sei e quante, nonostante tutto, io ti amo.." dico stringendole la mano.
"Ti aspetto qui, dai.." dico poggiando la testa sul letto e addormentandomi.

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