9.

611 75 12
                                    

AARON•

Rimango impietrito.
Speravo ci fosse una probabilità del fatto che il test si sbagliasse.

Che lei non fosse incinta.

E invece, il mondo mi è crollato addosso.

Non fraintendetemi, c'è sempre una via di ritorno.
Ad ogni modo, una soluzione si può trovare.

Ma non riesco a concepire l'idea di diventare padre in giovane età.
Ho tanto ancora da raccontare.
Da vivere.

Un figlio non era nei miei piani, e anche se non tollero l'idea che venga messo fuori dai giochi, accetto di averlo nella mia vita.
Sempre che sia mio.

«Mi scusi -mi rivolgo al dottore dietro Megan- quando si è pronti per il test di paternità?»

Il medico ci guarda cambiando espressione.
Avrà capito qualcosa?

Anche se si, il suo compito è quello di lavorare.

Mentre la mia ex vuole uccidermi con gli occhi.

«A partire dalla nona settimana... Da quello che mi ha detto Megan, lei è a sette settimane esatte, quindi mancano quattordici giorni»

Tra quattordici giorni non saremo più alle Maldive.

Credo sia meglio, ho intenzione di valutare questa cosa col mio medico di fiducia.

Io e Megan annuiamo, prima di dirigerci verso l'uscita, li dove incontriamo Tessa, che corre verso di me per abbracciarmi.

Megan rimane in disparte.

Sa benissimo che ha ferito mia sorella.

E lei non lo meritava.
Non dopo tutto quello che ha fatto per Megan.

«Novità?»

«È incinta» Dico solo.

Tessa ride nervosamente.
Poi si rivolge a Megan, che legge e rilegge quei documenti.

«Perchè hai preso in giro mio fratello? Che problema hai? Non potevi farti mettere incinta da un altro?»

Provo a mantenerla, ma Tessa da quando ha perso suo figlio, è più sensibile.
Soprattutto quando si toccano argomenti come questo.

«Stai dicendo che avrei dovuto farmela con un altro mentre ero con lui?»

«Avresti dovuto lasciarlo, e poi andare da un altro! Dio, mio fratello non vuole diventare padre, lo capisci? L'hai ingannato, e lui non se lo meritava, Megan»

«Io ho inseguito il mio sogno»

«Per inseguire il tuo benedetto sogno, hai rovinato il mio» Le urlo addosso, fregandomene delle sue lacrime.

Ignorando la sua voglia di stringermi.

«Quando entrerai nel terzo mese, stai bene attenta che ti porterò in ospedale, Megan»

«È una minaccia?»

«È un avvertimento»

«E se non mi facessi trovare?»

Mi avvicino a lei, sfidandola.
Provocandola con lo sguardo.

«Allora quel bambino non è mio, perché se così fosse, non dovresti avere paura, Megan»

«Quindi stai dicendo che ti ho tradito, Aaron?»

«Questo è da vedere»

«Io non sono una ragazza di questo tipo» Mi spinge, non scuotendomi neanche di un millimetro.

Perfetti, Ma Imperfetti. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora