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AARON•

Quando apro gli occhi, mi ritrovo immerso in una valle di chiacchere, e al tempo stesso, di urla.

So benissimo dove sono, ma faccio fatica a tenere lo sguardo puntato verso un punto a caso del pullman, per via del sonno che mi ha colpito all'improvviso.

Abbiamo deciso di andarci tutti insieme, nonostante fosse molto vicino, e di non usare le automobili, affinché potessimo sprecare meno benzina.

«Ti sei svegliato» Sento la sua voce.

Nonostante la discussione di prima, Grace non mi ha mai lasciato da solo.

E lo apprezzo.

Stessa cosa che ho fatto io.

«Ehi... Dio, non so cosa mi sia preso, ma ho un sonno» Ridacchio, sistemandomi sul sedile scomodo.

Provo a poggiarmi sulla schiena di Grace, sperando che non mi allontani.

Sorrido, quando sento il suo braccio avvolgermi.

«Beh, considerando che sei crollato non appena abbiamo messo piede nel pullman, e che siano passati soltanto venti minuti dalla partenza... Ti restano dieci minuti per riposarti ancora, dopodiché siamo giunti a destinazione» Ride a sua volta, contagiandomi.

È così bello sorridere assieme a lei.

Dimenticare ogni singolo problema avuto.

Ogni negatività che ci ha portato a litigare in maniera pesante.

Pensiamo soltanto alle cose belle.

«Penso di non riuscire più a chiudere occhio, Grace»

«Perchè?»

«Perchè ho qualcosa di più bello da guardare»

«E cioè?»

«Te»

Lei sorride.

Ammetto che il mio cuore ha subito alterazioni, e che le mie mani abbiano cominciato a muoversi da sole

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Ammetto che il mio cuore ha subito alterazioni, e che le mie mani abbiano cominciato a muoversi da sole.

I miei occhi sono rimasti immobili su di lei, che sorride.

Sorride, e sorride tutto di Grace.

È capace di far aumentare il mio battito cardiaco con un semplice movimento di labbra.

«Non so come rispondere a questo...»

«Non rispondere, Grace... Sei pazzesca, e non lo dico tanto perché devo dire qualcosa»

Le sfioro una guancia con affetto.

Provando a mostrarle tutta la mia delicatezza.

«Ti chiedo scusa per prima... Se ho esagerato con i modi» Le dico a bassa voce, portando la mia bocca più vicina alla sua pelle.

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