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GRACE•

DUE MESI DOPO.

Sessantadue giorni trascorsi senza il benché minimo problema.

Senza pensieri negativi.

Senza delusioni.

Senza discussioni.

La gravidanza procede bene, più o meno, ed io mi sento quasi al settimo cielo.

La convinzione che dentro di me ci sia il mio stesso bambino da ormai tre mesi, quasi quattro, mi ha trasformata.

Sto per entrarci.

Sono diventata donna a tutti gli effeti.

Fra più o meno cinque diventerò madre.

Non me lo sarei mai immaginata, ma è successo.

Soprattutto, il mio carissimo Aaron, mi ha sempre aiutata senza guardarsi alle spalle.

Ha subito per davvero i miei sbalzi d'umore.

Un'istante prima scoppio a ridere, un attimo dopo mi ritrovo con le lacrime agli occhi.

Le mie voglie.

Richiedo frutta che personalmente adoro, ma che non esce in questo periodo.

Lui impazzisce.

Come me.

Gli urlo addosso, ma lui ridacchia, al posto di gridarmi contro allo stesso modo.

Le nausee continuano ad essere presenti.

Rimettere ogni giorno non è il massimo, ma che possiamo farci.

Aaron ci ha iscritti al corso preparto.

Avevamo già cominciato a muovere le acque due mesi prima, ma abbiamo scoperto che al corso ci si può iscrivere al termine del terzo mese di gravidanza.

Però non siamo rimasti con le mani in mano.

Abbiamo cercato su internet qualche novità, e ci sentiamo poco più realizzati.

Non chissà quanto.

Ho sempre detto a mamma, quando mi capitava di vederla che cambiava il pannolino a mio cugino piccolo, che anch'io sarei stata capace di farlo.

Che non ci voleva niente.

Che grande cavolata.

Rido da sola, per poi portarmi una mano sulla fronte.

«Che è successo? Perché ridi? Tienimi informato»

Stiamo guidando verso il corso.

Siamo ansiosi.

Ma fiduciosi.

«Nulla, ricordavo uno dei momenti con mamma di quand'ero piccola»

«Aggiornami»

«Credevo di riuscire a cambiare un pannolino, Aaron... Ma ad oggi so benissimo di non esserne capace. E poi, sai una cosa? Ora che ricordo, quando ero più piccola, mamma mi aiutava a tenere fra le braccia mio cugino... Sai, abbiamo qualche anno di differenza, quindi sono più grande di lui. È successo che le ho sempre detto di riuscirci, che non c'era bisogno di aiutarmi, ma mamma mi diceva che il bambino poteva cadere, dato la mia giovane età... Non mi stavo un attimo ferma, e spero di non essere anche ora così» Continuo a sghignazzare, sentendo lui fare la stessa cosa.

È meraviglioso pensare al passato, e allo stesso tempo, immaginarci noi in un futuro non molto lontano.

«Beh, credo che anche noi faremo la stessa cosa se altri bambini volessero tenere fra le braccia nostro figlio. È così piccolo, Grace, non vorrei cadesse»

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