•AARON•
DUE GIORNI DOPO.
Non ho fatto altro che pensare a lei.
A come si sarebbe sentita una volta messo piede a Chicago.
A come sarebbe stato vederla dopo tanto tempo.
Mi sento al settimo cielo.
Ho provato a scriverle, ma non ho avuto risposta.
Grace è partita ieri sera, perciò probabilmente non è ancora arrivata.È in viaggio.
Mentre il cuore batte forte, decido di raggiungere mia sorella nella sua camera, che osserva le immagini del suo piccolo.
O meglio, ecografie.
Le prime.«Ehi»
«Oggi mi manca più di ieri, sai?»
«Lo so, Tes, sarebbe strano il contrario»
«È solo che... Non ho ancora acettato la sua scomparsa»
«Come si fa ad accettare la perdita di un figlio? Soprattutto, quand'è desiderato... Ecco perché non penserò mai all'aborto, nonostante non mi faccia piacere l'idea di diventare papà Tessa, non te lo nego»
Preferisco essere sincero con lei.
Credo possa capirmi.
Anche se prova dolore.
«Lo so, ti conosco Aaron... Io ho sempre desiderato mio figlio, nonostante la mia età, ma non per questo si può obbligare una persona che ha la tua età, a diventare papà, se non lo desidera... Non nego che mi sarebbe piaciuto diventare zia, ma non in questo modo»
Poggio poi la mia fronte sulla sua spalla destra, in modo da restarle vicino.
L'argomento fa male.«L'idea che tutto sia successo mi manda in bestia! Mi ha preso in giro, ma come si fa?»
«Sai una cosa? Se da una parte desidero che tu sia felice, e che quindi possa diventare papà per davvero, dall'altra, penso di essermi già affezzionata a mio nipote» Mi confessa, guardandomi dritto negli occhi.
Io le sorrido.
«Non si può non legarsi ad un bambino, Tes... È solo che, non è così che doveva andare»
Sospiro.
Mi fa male il cuore.Parliamo di mio figlio e di mio nipote, un argomento che avremmo dovuto aprire nel momento giusto.
Fra qualche anno magari.
Sarebbe stato tutto diverso.
Ma invece, la felicità che avrei dovuto provare più avanti, ha lasciato il posto alla sofferenza, e ad una ferita.
Una ferita che sanguina.
Diventare papà è una delle cose più belle al mondo, eppure perché non sono felice?
Non lo sono.
Nel frattempo, il mio cellulare vibra, segno che mi è appena arrivato un messaggio, quindi sono costretto a sollevarmi da Tessa, per leggerlo.
-Sono arrivata-
Quasi sorrido anche con gli occhi.
Si trova nella mia stessa città.
Incredibile.
«Qualcuno ti ha reso felice?» Mi domanda, osservandomi ancora.
«Grace... È qui a Chicago»
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Perfetti, Ma Imperfetti.
FanfictionÈ brutto quando non si viene capiti da nessuno. Quando vorresti sempre sorridere, e invece non smetti di lacrimare. Non vieni compresa neanche da te stessa. Aspetti e speri che arrivi quella persona che riesca a farti cambiare. Che riesca nel suo i...