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GRACE•

SEI MESI DOPO

La speranza è l'ultima a morire, si dice.

Mamma ha sempre usato queste parole con me, ha cercato in ogni modo di farmi arrivare sempre alla fine di ogni traguardo con testa sulle spalle.

Ma se tutto resta uguale, come si può essere fieri di se stessi?

Significa che non sei riuscito nel tuo intento.

Cerchiamo ogni giorno di scatenare una reazione di Ariel, ma ogni volta, i nostri tentativi sono vani.

È il suo primo compleanno e lui lo passerà tranquillo, come se fosse una giornata normale.

Io e Aaron abbiamo deciso di organizzargli una festa in stile cartoni animati, Ariel ha sempre seguito I Puffi, perciò abbiamo scelto di abbellire la sala con ogni singolo puffo.

Quasi rido, ricordo di quand'ero piccola e guardavo ogni singola puntata, ridacchiando da sola.

Ma lui non ha reazione.

Lui guarda la televisione, senza ridere, ma semplicemente restando con occhi aperti e bocca spalancata.

È sconvolto da ciò che vede, forse, eppure non ride.

È serio, serissimo.

Ma io ci sto perdendo le speranze.

«Cos'hai Grace? Sei pallida» Mi richiama Aaron.

É vero, sento da me di essere bianca come un cadavere.

Di avere la nausea e di provare forti giramenti di testa.

Ma soprattutto, cosa che lui non sa, è che ho un ritardo.

Cerco di non farmi prendere dall'ansia, ma é impossibile.

Forse c'è un altro bambino dentro di me, il fratellino o la sorellina di Ariel, e di Matias, ed io sento di non essere pronta.

Non in senso negativo, ovviamente.

«Sto bene, sono soltanto preoccupata, Aaron»

«Per?»

«Ariel... Insomma, non ha reazione, Aaron, sono sempre di più in pensiero per lui»

«Ma tesoro mio, sappiamo bene che lui, rispetto agli altri bimbi della sua età, impiegherà più tempo... Fa male, assolutamente, però è così che deve andare»

«Aaron»

«Ehi»

«C'è un'altra cosa che devi sapere»

«Cosa? Parlami»

Nel frattempo ci sediamo sul divano, restando sempre mano nella mano.

Lui deve sapere la verità.

Ne abbiamo già parlato e tutto sembrava essere a posto.

«Allora...»

«Che succede? Non mettermi ansia»

Si sa che Aaron continua ad avere qualche attacco.

Non come prima, ma spesso.

E soprattutto, più gestibili.

Anche per questa ragione ho ansia.

Ansia di mettergli ansia.

Un gioco di parole, per giungere a questa conclusione.

«Sai, noi... In quest'anno che è passato, intendo, dalla nascita di Ariel, abbiamo affrontato parecchi discorsi, come ad esempio quello di diventare genitori una seconda volta, magari di Emma, ricordi?»

Perfetti, Ma Imperfetti. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora