27.

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AARON•

Cerco di aprire gli occhi, non spiegandomi quel sonno improvviso che mi aveva colpito la sera prima.

Mi ritrovo di fianco a lei, che beatamente, riposa, ed è la cosa più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita.

Lentamente mi sollevo, provando a non svegliare lei.

La copro meglio, sperando di non farle prendere freddo.

La giornata non promette nulla di buono, il cielo è nuvoloso e lampi e tuoni si sono fatti strada più di una volta da quando mi sono svegliato.

Sbuffo, mentre raggiungo la cucina, per preparare il caffè per due, ma vengo interrotto dalla suoneria del mio cellulare, al piano di sopra.

Spero che questo suono assordante non le abbia permesso di interrompere il suo sonno.

La raggiungo e sembra sia tranquilla, quindi le bacio la fronte, prima di scendere nuovamente giù, e rispondere alla telefonata di Tessa.

Probabilmente, tornando a casa, si è accorta della mia assenza.

Devo darle spiegazioni.

«Tes?»

«Aaron... Dove sei?»

«Alla villa dove abitava nostra madre»

«Perchè sei lì? E soprattutto, sei da solo?»

«No, Tes, Grace è con me»

«Grace?»

«Si, le cose con la sua famiglia stanno peggiorando al posto di migliorare -nel frattempo, metto il caffè nella caffetteria- e nulla, quindi ci siamo visti ieri sera, e siamo insieme»

«Si, ma voglio sapere cos'è successo dall'inizio, così ne parlo con mamma e mi tranquillizzo anch'io»

Sospiro, mentre accendo il gas.

Non è facile parlarne, ma devo trovare la forza e il coraggio.

«Bene, ti ricordi che Josh adorava l'idea di avere me accanto a sua sorella?»

«Quando hanno dormito da noi, si»

«Bene, a quanto sembra, nel periodo di coma di Grace, Josh è stato convinto dalla nonna che io non sia quello giusto, e quindi, mi accusano di quanto sia successo a lei... Le hanno impedito di uscire di casa da sola, inizialmente, ma dopo aver scoperto che ieri sera ci siamo visti, Josh le ha impedito di uscire di casa anche in compagnia» Sbuffo, sedendomi sul divano.

È tutto così forte.

Non immagino come Grace possa superarlo.

Al mio fianco sarà più facile, spero.

«Aspetta, aspetta... Realmente non vuole che esca di casa da sola o in compagnia? Credevo che, dopo averci sbattuto la porta in faccia, la situazione si fosse calmata... E invece»

«È andata sempre peggio, perciò io e Grace partiremo»

C'è un attimo di silenzio.

Poi sento la sua risposta.

«Come scusa?»

«Andremo ad Istanbul, stamattina prenotiamo il volo, e vediamo quello che è disponibile il prima possibile, così voliamo li»

«Aaron, normalmente non te l'avrei detto, ma... Sei sicuro di quello che fai? Lasci il tuo lavoro, lasci noi»

«Lo so, Tes, ma ho bisogno di cambiare aria, così come Grace... Torneremo, non so quando ma lo faremo, i lavori al bar continueranno, ma mentre sarò ad Istanbul, troverò una sistemazione anche lì, un lavoro che possa permetterci qualcosa»

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