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AARON•

Altro corso, altra avventura.

Abbiamo appena messo piede all'interno dell'ospedale, per poter raggiungere l'aula nella quale faremo l'ennesima lezione, per poter imparare qualcosa di nuovo.

È ormai la quinta lezione alla quale partecipiamo, e sono passate settimane dal primo giorno di avventura.

Oggi è persino il compleanno di Grace.

Ho deciso di regalarle qualcosa, di farle vivere un sogno.

Tutto partirà da qui.

Poi, man mano, andremo a finire con la mia sorpresa iniziale.

Beh, ventidue anni, non è un sogno.

Stiamo crescendo insieme e nostro figlio crescerà con noi.

«Allora... Oggi finalmente, c'è chi lo stava aspettando e chi mente -ride l'insegnante- capiremo come cambiare il pannolino ad un neonato»

Ecco quello che temevo.

I miei occhi si proiettano su Grace, che una volta iniziato a ridere, non smette.

Giuro che la farò pentire di questo.

Il solletico lo detesta.

Bene, la torturerò in questo modo.

«Perchè non comincia dai maschi?» Le propone Grace, sentendo le altre ragazze ridacchiare.

«Ti stai facendo il regalo di compleanno da sola? Peste» Le sussurro, parlandole vicino all'orecchio.

«Concedimelo» Continua a ridere, mentre l'insegnante, invece di chiamare noi maschi, chiama loro.

Quasi urlo dentro di me.

Ma non canto vittoria.

«Loro dovranno osservare voi, Grace, sarà più facile... Voi donne imparate in fretta»

«Infatti, lei ha ragione sa? L'altra sera, siamo stati a casa di mia sorella, no? E mia sorella infatti, aveva un bambino. Mi ha chiesto di cambiarlo, ed io sono riuscita, nonostante fossi imbranata... Alla seconda volta, ho chiesto a mio marito di farlo, e indovinate? Non ha saputo farlo» Ci racconta una ragazza, provocando infinite risate.

Rido anch'io, ma forse non dovrei ridere così tanto.

Forse dovrei stare zitto.

«Questo perché voi ragazze siete più interessate... Nel senso che, aspettando un bambino, siete voi che passerete tutto quello che dovete passare... Quindi vi preparate psicologicamente, perché i maschi conteranno su di voi» Ridacchia persino l'insegnante.

Dovrei essere offeso da queste parole?

Se io voglio aiutare Grace, lo faccio.

A prescindere se lei vuole o meno.

Non m'importa che sia lei a soffrire, soffrirò anch'io con lei.

Se lei è stanca per occuparsi di nostro figlio, ci sono io.

Grace può contare su di me.

Sempre.

Difatti, dopo quelle parole, i maschi vanno contro di lei, dicendole alcune delle stesse cose che ho pensato io.

Ma mentre Grace mi fa un occhiolino, alcune ragazze intimano ai loro ragazzi di tacere.

«Allora... Cominciamo, aprite il pannolino, in questo modo» Grace osserva ogni movimento della donna, imitandolo con maestria.

Perfetti, Ma Imperfetti. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora