Capitolo 4

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NICOLE
Entra nella mia stanza e si chiude la finestra alle spalle. Si gira verso di me e mi guarda con un sorriso malizioso.
"Bello il pigiama"
Divento rossa come un peperone: indosso un pigiama bianco e grigio con i pantaloni ricoperti di impronte di zampe e la maglia con sopra un gatto gigante.
"Abbassa la voce altrimenti rischi di  svegliare Scott" gli dico sbuffando. "Che ci fai qui?" Chiedo sedendomi al bordo del letto e tirando le ginocchia al petto.
"Ho bisogno del tuo aiuto con questo" mi dice alzando la manica della felpa e mostrandomi il taglio. Rabbrividisco e sbarro gli occhi.
Non so se fargli domande oppure no ma in fondo è venuto da me nel cuore della notte e ho il diritto di sapere.
"Come te lo sei fatto?"
"Non importa. Puoi solo aiutarmi prima che muoia dissanguato?"
Annuisco sbuffando e senza rendermene conto gli prendo la mano e lo porto fuori dalla mia stanza. Dopo aver guardato che mia madre non fosse in giro, lo porto in bagno e chiudo a chiave.
Accendo la luce e gli dico di sedersi sul bordo della vasca ma quando mi giro noto che ha anche un taglio sul labbro e un livido sullo zigomo.
Mi abbasso per prendere un asciugamani pulito e una bacinella per l'acqua e dopo aver fatto scorrere l'acqua calda mi giro verso di lui. Non lo trovo seduto sulla vasca.
"Perché non hai fatto come ti ho detto?"
Non mi risponde ma si avvicina prendendomi le gambe e facendomi sedere sul ripiano accanto al lavandino mentre lui si posiziona tra le mie cosce.
"Perché così è meglio" mi dice guardandomi intensamente.
E ancora le mie guance si tingono per l'imbarazzo. Immergo l'asciugamani nell'acqua e gli tampono la ferita sul braccio per togliere il sangue in eccesso.
Deve fargli male perché stringe un pò di più la presa sulla mia gamba. Pulisco piano la ferita cercando di non farlo soffrire troppo e poi prendo il disinfettante.
"Questo potrebbe bruciare" sussurro. Dopo aver imbevuto il batuffolo di cotone, lo passo sul taglio e lo sento trasalire. Ci soffio sopra per allentare la sensazione di bruciore e lo sento rilassarsi.
"Non credo ci vogliano i punti. Basterà fasciarlo" dico prendendo una benda dalla cassetta delle emergenze. Quando ho finito cerco qualcosa con cui fermare la benda ma non trovo nulla se non dei cerotti con Winnie the Pooh. Ne prendo uno con Eeyore, il mio personaggio preferito e glielo applico.
"Oh no levalo subito" dice burbero e scoppio a ridere.
"Mi dispiace ma non ne ho altri" dico alzando le spalle.
Mi guarda con un broncio adorabile. Oddio! Ho detto adorabile; ma che mi prende? Faccio entrare uno sconosciuto in camera, lo curo e lo trovo pure adorabile. Stupida!
Vengo ridestata dai miei pensieri quando la mano di Louis sale lungo la mia gamba. Quando riporto il mio sguardo su di lui, si ferma e mi sorride.
"Questi non me li curi?" Chiede facendo riferimento al taglio al labbro e al livido sullo zigomo.
Annuisco e bagno di nuovo l'asciugamani riservando al labbro lo stesso trattamento del taglio al braccio. Quando però devo passare il disinfettante, il suo fiato caldo si scontra con le mie dita che reggono il cotone e una scia di brividi sale lungo la mia schiena. Cerco di non farci caso e passo al livido sullo zigomo su cui devo spalmare una crema. Me ne metto un pò sulle dita e poi mi avvicino al suo volto.
Cerco di non toccarlo troppo anche se la sua pelle è incredibilmente morbida nonostante la rada barba.
All'improvviso Louis porta la mia mano sulla sull'altra sua guancia mentre prende l'altra per farmela aprire maggiormente in modo che ora io abbia entrambe le mani ad accarezzargli il viso. Indugio qualche secondo sulle guance passandoci i pollici e non so da dove mi vengano certi istinti ma poi torno in me e riporto le mani in grembo. Anche lui sembra ridestarsi e mi aiuta a scendere e a mettere tutto a posto.
LOUIS
Nonostante siano stati pochi minuti, e nonostante i tagli bruciassero maleddettamente, sono stato bene. Dopo tanto tempo, finalmente, ho avuto la sensazione che qualcuno si stesse prendendo cura di me. Non so perché ho lasciato che fosse lei. In fondo la conosco da poco. Ma le sue piccole mani sul mio viso, il suo tocco delicato, e i suoi occhi così tremendamente profondi mi hanno allontanato per un pò dal mio schifo di vita.
Per la prima volta non era spaventata ma si vedeva che era in imbarazzo. Lo è sempre con me e questa cosa non mi dispiace perché amo quando le sue guance si tingono di rosa. Inizio a pensare che lei potrebbe salvarmi dal ghiaccio di cui mi sono circondato. Con lei non riesco ad essere distaccato come sempre e questa cosa da un lato mi spaventa.
I miei pensieri si bloccano quando lei si avvicina alla porta e mi fa segno di seguirla. Questa volta sono io a prenderle la mano ma lei cerca di sfuggire. La stringo più forte.
Ritorniamo in camera e lei si siede sul letto. Ha lo sguardo basso e posso dedurre sia in imbarazzo. Credo che nessun ragazzo sia stato in questa camera. Anzi, per lo più voglio illudermi di essere stato l'unico a provocarle certe sensazioni. Mi abbasso davanti a lei e le alzo il mento con l'indice.
"Grazie principessa" le dico prima di stamparle un leggero bacio sulle labbra che la lascia pietrificata.
I suoi occhi si sbarrano e impallidisce.
Le faccio uno dei sorrisi più sinceri del mondo e esco da dove sono venuto.
Quando torno a casa, sospiro di sollievo non vedendo mia mamma ad aspettarmi. Devo inventarmi qualcosa per domattina ma ora come ora voglio solo andare a letto. Mi spoglio velocemente ed entro sotto le coperte. E sorrido. Per quel semplice bacio. Neanche dopo il sesso sono così appagato e pure quel secondo ha cancellato tutto quello che c'era stato prima. E mi addormento così, pensando a lei.
NICOLE
Non ho dormito per tutta la notte. Quel fottuto idiota mi ha baciato ieri sera, il mio fottuto primo bacio me lo ha rubato lui. Eppure se ripenso a quell'attimo in cui le nostre labbra sono state a contatto non posso fare a meno di sorridere. Mi alzo dal letto che sembro davvero uno zombie e dopo essermi lavata decido di indossare un jeans scuro con una felpa grigia leggera con le maniche a fiori. Metto le superga blu e lego i capelli in una treccia laterale. Scendo in cucina e trovo mia madre ai fornelli.
"Giorno"
"Giorno tesoro. Non hai una bella faccia. Sicura di stare bene?"
"Mmh" mugolo mentre bevo un bicchiere di succo.
"Oggi porto io Scott all'asilo e poi vado a lavoro. Sarai da sola tutto il giorno, mi dispiace" mi dice preoccupata.
"Fa nulla" rispondo alzandomi e scoccandole un bacio sulla guancia. Esco con lo zaino in spalla e gli auricolari alle orecchie. Quando arrivo davanti scuola mi accorgo di essere anche oggi in anticipo e ne approfitto per leggere un pò. Leggere mi aiuta a rilassarmi ma mi ci vorrebbe un'intera biblioteca per farmi passare l'arrabbiatura dopo ieri sera.
"Buongiorno" dice una voce roca. Ecco parli del diavolo: Louis è di fronte a me in firma smagliante. Indossa un jeans scuro con delle converse bianche e una maglia a maniche corte bianca.
Mi sventola davanti un sacchetto.
"Per te" mi dice.
"No grazie" gli dico senza guardare neanche cosa ci sia dentro.
Si siede accanto a me e tira fuori il cornetto che c'era nel sacchetto. Alla crema, il mio preferito! Ma prima di tutto non lo posso mangiare perché se no raddoppio di volume e secondo perché sono arrabbiata con lui. Continuo a fissare le mie scarpe ormai rovinate e lui a mangiare tranquillo. Questo silenzio sta diventando imbarazzante.
"Che ci fai qui?" Chiedo.
"Sono venuto per te. Non è ovvio?"
"Non dovevi" dico scendendo dal muretto e allontanandomi da lui.
Solo di qualche passo però perché mi blocca e mi gira nella sua direzione stringendomi al suo corpo.
"Non rispondermi così" mi dice serio. "Io faccio quello che voglio".
Cerco di divincolarmi ma nulla. Mi tiene ferma e mi guarda dritto negli occhi come a volermi analizzare fino alla fine
"Hai il ciclo per caso?" Chiede scoppiando a ridere e io mi arrabbio ancora di più.
"Lasciami" sibilo.
"Ma si può sapere che ti ho fatto?" Chiede arrabbiato.
Che ha fatto? Che ha fatto??
"Sei uno stronzo perché ieri sera mi hai baciato"
"Tu mi tratti così perché ti ho dato un bacio a stampo?" Chiede incredulo.
"Era il primo" sussurro abbassando la testa per non guardarlo. E non so se lo abbia sentito o no.
Quando mi alza il mento e mi guarda con gli occhi dolci, ho la conferma ma prima di riuscire a formulare una frase di senso compiuto, le sue labbra sono di nuovo sulle mie.
Sento tutto il sangue affiorarmi alle guance e la sua mano posarsi sulla mia nuca per avvicinarmi a lui. Le sue labbra sono morbide e sanno di caffè e fumo. Il sapore più buono del mondo.
Le sue labbra si muovono esperte sulle mie e io cerco di seguire i suoi movimenti. Poi sento la sua lingua tracciare delicatamente il contorno delle mio labbro inferiore ma non gli do l'accesso. Così lui mi morde lievemente e io faccio fuoriuscire un gemito di cui lui approfitta per intensificare il bacio.
All'inizio non so cosa fare e sento un sorriso schiudersi sulle sue labbra.
Poi scompare e la sua lingua più prepotentemente esplora il mio palato come a volermi far capire che non gli basta. Non so quale scintilla si accende in me ma lo assecondo e lo seguo e questa volta posso sentire un sorriso soddisfatto accompagnare il nostro bacio.
Quando sentiamo entrambi i polmoni vuoti chiedere aria, ci stacchiamo.
Lui poggia la fronte sulla mia e mi guarda con i suoi pozzi blu da sotto le lunghe ciglia.
Io sono senza parole ma non abbasso lo sguardo.
"Questo è stato il tuo primo bacio, principessa".
Detto questo se ne va, lasciandomi imbambolata sul ciglio della strada.

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora