Capitolo 29

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NICOLE
Continuo a correre finché non mi scontro con un ragazzo che mi urla di stare attenta. Rallento, fino a fermarmi davanti al bagno delle ragazze e ci entro. Certo, non è il massimo della pulizia ma me lo farò andare bene.
Mi guardo allo specchio e mi do una ripulita togliendo il segno delle lacrime, ormai asciutte, dalle mie guance e rifacendo nuovamente la coda ai capelli.
Sospiro e mi lavo le mani lasciando scorrere per un pò l'acqua fredda e notando come le mie dita, a causa del freddo siano diventate rosse.
Quando i singhiozzi non bloccano più il mio respiro, mi decido ad uscire. Mi guardo intorno spaesata con la paura di incontrare quella Lucy o peggio ancora Louis. Non saprei proprio che dirgli dopo essere fuggita in quel modo. In queste occasioni sembro proprio una bambina: mi lascio ferire dalla gente e non reagisco.
Inizio a camminare verso l'uscita preparandomi ad una bella passeggiata quando sento il cellulare vibrare: 12 chiamate e 7 messaggi. Tutti da Louis.
Non so se accettare la chiamata oppure lasciar perdere tutto, mettere il silenzioso e tornare a casa.
LOUIS
Squilla a vuoto. Ancora. Non so quante volte l'ho chiamata dopo aver mandato a quel paese Lucy e averla minacciata nel caso si fosse ancora avvicinata a me o si fosse permessa di trattare male Nicole.
Ancora uno squillo, due, tre, ma niente. Quando sto per attaccare però, finalmente mi risponde.
"Louis"
"Dove sei?"
"Sto bene"
Sbuffo. "Non è quello che ti ho chiesto"
"Sto andando a casa"
"Dimmi dove sei che ti raggiungo e parliamo"
Silenzio. "No"
"Non fare la bambina"
"Scusa" sussurra e posso sentire la sua voce incrinarsi di nuovo. Devo capire dov'è.
"La gentile clientela è pregata di affrettarsi alle casse perché il supermercato sta per chiudere"
BINGO!
Adesso devo solo trattenere per qualche minuto Nicole al telefono e raggiungerla. So che Lucy l'ha ferita, quello era chiaramente il suo obiettivo. Ma non dovrebbe lasciarsi scalfire da una come lei.
So quanto sia difficile per lei lasciare le sue insicurezze e proprio ora non voglio perdere i progressi fatti.
"Sei arrabbiata con me?" Chiedo sapendo già che lo è solo con se stessa.
"Cosa?" Chiede stupita.
"Sei arrabbiata con me?" Ripeto mentre riesco a scorgerla da lontano mentre si muove impacciata tra la gente cercando quasi di rendersi invisibile. Eppure io vorrei solo che mettesse in mostra la sua luce e brillasse.
"No" mi risponde e la vedo scuotere la testa accompagnando così le sue parole.
Allontano il telefono dall'orecchio chiudendo la telefonata quando ormai l'ho raggiunta e l'abbraccio da dietro sentendola sobbalzare.
"E allora vieni a casa con me" le dico all'orecchio.
Si gira verso di me e rimette il cellulare in tasca.
"Come mi hai trovata?" Chiede con voce roca a causa del pianto.
"Ti troverò sempre" le dico accarezzandole la guancia e unendo le nostre labbra. So che non è pronta a parlare di quello che è successo: inizierebbe a piangere di nuovo e si sentirebbe ancora più a disagio visto che siamo in pubblico.
Quanto meno, però, voglio rassicurarla e so che con me è tranquilla: per quanto possa farla arrabbiare o per quanti problemi io abbia, lo so che quando siamo solo noi due lei è serena perché lo sono anche io.
Quando mi stacco, ha le guance arrossate e gli occhi che sorridono. Adoro vederla così.
"Sei così bella" le dico tracciando i contorni del suo viso.
"Non è vero, e lo sai" borbotta riprendendo a giocare con la mia felpa.
Le alzo il viso e le do un buffetto sul naso, stringendola poi a me e facendomi sommergere dall'odore dei suoi capelli.
"Non mi hai mai baciato in pubblico"
"L'ho fatto" rispondo senza staccarmi.
"Davanti scuola" continuo.
"Vero ma noi non.. ecco.. non lo facevamo albitualmente" dice impacciata. So cosa voleva dire e anche a me quelle parole fanno paura però so che ha bisogno di sentirsele dire. Ed io, per lei, sono pronto a rischiare.
"Volevi dire: quando non stavamo ancora insieme?"
Arrossisce in modo adorabile e annuisce nascondendo poi il viso nel mio petto.
"Ma tu sei stata la mia principessa da quando ti ho visto la prima volta andare a scuola e io ero su quel muretto a fare il coglione"
La sento ridere e finalmente mi sento più sollevato.
"Almeno lo ammetti" mi dice e la sua voce risulta ovattata a causa della sua posizione.
"Che mi sei sempre piaciuta?"
"No, che facevi il coglione" risponde e riprende a ridere ed io con lei.
Quando i nostri occhi si incontrano, mi sorride e mi da un bacio sulla guancia.
Sono questi gesti che mi fanno capire che lei è la persona giusta: mi riempie di attenzioni anche quando dovrei farlo io e mi fa sentire importante.
"Ti prometto che ti bacerò ogni volta che siamo in giro così tutti potranno sapere che sei mia e tutti saranno invidiosi dei baci che sono miei."
Vedo che sta per ribattere ma poi richiude la bocca.
La prendo per mano e la conduco al parcheggio dove avevamo lasciato la moto.
E se Lucy era stato un problema, trovare Thomas ad aspettarci era qualcosa di peggiore.
Vicini alla moto, metto Nicole dietro di me iludendomi che lui non la veda.
"Tomlinson"
"Che vuoi?"
"Ma come siamo sgarbati. Spero non ti comporti allo stesso modo anche con la tua bambolina"
"Ripeto: che vuoi?"
"Solo farti un saluto. So che stai per partire per l'Irlanda e volevo assicurarti che la tua bambolina con me, sarà al sicuro"
"Tu non la toccherai"
"Ne sei così sicuro?"
"Vattene prima che tu debba chiamare un'ambulanza per farti portare via"
"Non mi fai paura Tomlinson e lo sai pure tu. Diciamo che non voglio traumatizzare la mia preda e quindi per stasera ti lascio stare" fa un cenno a me e un sorriso malizioso a Nicole e va via.
Quando ha finalmente lasciato il parcheggio, mi giro verso di lei e subito si immerge tra le mie braccia nascondendo il suo viso anche a me.
"Vieni a casa mia per stasera?"
"Io.. non so se è una buona idea"
"Fallo per me. Ho bisogno di saperti al sicuro."
Annuisce con un mezzo sorriso e saliamo in moto sfrecciando verso casa mia.
Vedo gli occhi di Nicole guardarsi intorno meravigliati cercando di assorbire ogni particolare. Non mi vergogno del quartiere in cui vivo però di certo non è il massimo.
Saliamo le scale fino al terzo piano e apro la porta aspettandomi le mille domande di mia mamma. Vedo Nicole reggersi alla mia felpa e sorrido.
"Mia mamma non mangia le belle principesse" dico prendendole la mano.
"Sarà felice di avermi qui?"
"Certo. Non ho mai portato la mia ragazza a casa. Se la vedi piangere non ti meravigliare, è un tipo sentimentale"
Arrivati in cucina, noto tutte le luci spente e dopo aver chiamato un paio di volte il nome di mia madre senza trovare risposta, noto il post it sul frigo non appena accendo la luce.
"Io e le gemelle siamo da zia Ruth. Ci vediamo domani sera. Mangia!"
Sento Nicole ridere alle mie spalle mentre legge il biglietto insieme a me.
"Che c'è? Mia mamma vuole che il suo bambino cresca dorte e sano" faccio con tono ovvio.
"Se sapesse quanto mangi non si preoccuperebbe che tu ti possa deperire"
"Pff guarda che fisico da modello che ho"
Ahia.
Vedo il viso di Nicole scurirsi per un attimo. Ma perché non sto mai zitto.
"Io.. volevo solo dire"
"La verità, hai detto la verità. Sta tranquillo. Credo sia una questione di metabolismo: c'è chi mangia e non ingrassa e chi solo respirando mette su peso. Sai, quando ero piccola mio cugino mang"
"Frena" le dico mettendole una mano sulle labbra. "Non c'è bisogno che ti nascondi con me. Se vuoi piangere fallo, se vuoi darmi del coglione per aver detto quelle cose prima, fallo, ma non lasciarmi fuori. Mai"
"È che" pronuncia poche parole prima che un singhiozzo sopracciunga seguito dalle lacrime. La lascio continuare senza metterle fretta. Si appoggia al bancone della cucina e poi si tortura le pellicine delle dita.
"So che Lucy ha ragione però fa male sentirselo dire. Lei è così bella e non so cosa tu ci possa trovare in me. E poi è vero che hai un bellissimo fisico anche se mangi molto. E io cerco di controllarmi ma non funziona.
Quando ero piccola ero davvero una mongolfiera e poi ho seguito una dieta e sono dimagrita.. ma si vede che non è servito a nulla visto che sono ancora tutta qui"
Quando sono sicuro che non abbia più nulla da dire mi decido a parlare.
"Questa è l'ultima volta che parliamo di questo discorso" inizio sollevandola e facendola sedere sul tavolo per averla alla mia altezza.
"Non devi ascoltare quello che dice Lucy. È andata in tilt non appena le ho detto che eri la mia ragazza perché ha fatto di tutto pur di diventarlo, senza mai riuscirci. E avrà fatto di tutto per ferirti.
Mi fa piacere che mi hai raccontato la tua storia e scommetto che eri una mongolfiera carina."
La prendo per mano e la porto in camera di mamma: la metto davanti allo specchio intero del suo armadio e mi metto dietro di lei. La guardo negli occhi attraverso lo specchio ma lei abbassa subito lo sguardo.
"Mi piacciono le tue gambe che non somigliano a due stuzzicadenti. Mi piacciono i tuoi fianchi plasmati a posta per le mie mani. Mi piace la tua vita perfettamente a misura per il mio braccio. Mi piace il tuo seno e il tuo collo pallido, perfetto per i miei morsi. Mi piacciono le tue guance e le tue labbra piene e i tuoi occhi così profondi. Mi piaci tu".
Non mi sono mai esposto così tanto con una ragazza, non ne sentivo il bisogno. Con Nicole è diverso perché trovo dolce il fatto che ha continuamente bisogno di rassicurazioni, che abbia bisogno di me.
Finalmente riporta lo sguardo sul mio.
"Grazie" mi dice con le guance arrossate e gli occhi lucidi.
"Non farti problemi che non ci sono e se qualcun altro prova a farti del male ricordati di quello che ti ho detto. In te ho trovato tutto quello che cercavo e che non sapevo di volere. Non lasciare che me lo portino via"
"Se ti dico una cosa, prometti di non arrabbiarti?"
"Con te non potrei mai arrabbiarmi davvero" rispondo circondandola con le braccia e ammirando la differenza tra la sua carnagione chiara e le mie braccia macchiate di inchiostro.
"Potrei innamorarmi di te" mi dice con voce decisa.
Non rispondo subito però sento il cuore accelerare. Non so bene cosa sento ma so che è forte e che lo potrei provare solo per lei.
"Sei arrabbiato?" Mi risveglia dai suoi pensieri la sua voce piccola.
"No"
"Sicuro?"
"Certo. Te l'ho detto che non posso arrabbiarmi con te"
Mi sorride e arrossisce. "E poi penso anche io che potrei innamorami di te, se non lo sto già facendo" concludo lasciandole un umido bacio sul collo e sentendo il cuore più leggero.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutte e grazie per i voti e le visualizzazioni.. so questo capitolo è troppo smielato e non so da dove sia saltato fuori ma mi è venuta voglia di scriverlo e beh, questo è il risultato magari rileggendolo domani lo cancellerò o lo cambierò però continuate lo stesso a seguire la storia. Un bacio :* e se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate, cosa dovrei cambiare o se avete domande :)

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora