Capitolo 22

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NICOLE
Dire che Liam è in condizioni pietose è dire poco.
Maledizione ma come ha fatto a ridursi così?
Pian piano lo porto sul divano e gli faccio stendere le gambe. Non sono esattamente pratica di queste cose.. quando nei film uno si sbronza, bisogna fargli bere caffè e mangiare qualcosa quindi preparo il caffè e prendo dei creckers.
Torno in salotto e vedo che sta per addormentarsi così lo scuoto per la spalla e lui mugugna qualcosa e quasi apre gli occhi. Credo. Gli porgo la tazza di caffè e lui inizia a bere ma si scotta la lingua. Cerca di ridarmi la tazza.
"Bevi" lo guardo male.
"Non ne voglio"
"Bevi. Ora. O vai fuori di qui"
"Stronza" borbotta
"Stronzo" gli dico con una linguaccia.
Alla fine beve tutto il caffè.
"Ora questi" gli dico indicando i salatini.
"Non ne voglio. Io dormire"
"No tu mangiare e poi dormire" gli dico.
"Non voglio" risponde rimettendomi in mano il pacchetto.
"Mangia o te li metto in bocca a forza" gli dico quasi urlando.
"Non mi sgridare" piagnucola e mi viene da ridere ma cerco di mantenere un'espressione seria.
"Su mangia" gli dico più dolcemente e lui sbuffa prima di accontentarmi.
Quando ha finito (e ce n'è voluto di tempo!) crolla sul divano.
"Togliamo la giacca avanti"
"Non voglio mamma"
"Muoviti se non ti metto in castigo" rispondo e mi rendo conto di risultare abbastanza stupida in questo momento.
Alla fine mi accontenta dopo aver accettato di comprargli la pista per le macchinine e poi si stende accovacciandosi su se stesso.
Lo copro con la coperta e gli bacio la fronte per poi salire in camera. Domani deve proprio spiegarmi un pò di cose.
Alla fine appena mi appoggio a letto inizio a pensare a quello che è successo con Louis. Non mi aspettavo fosse uno stinco di santo ma neanche un criminale. In fondo so che con lui sarei davvero al sicuro, così come so che non mi farebbe mai del male. E forse ha ragione Liam: ho paura di quello che potrei provare per lui. Però il fatto che mi abbia rinfacciato di nuovo la questione di Lucy, non mi piace. Per niente.
Senza accorgermene mi addormento ma appena i primi raggi del sole si fanno strada nel cielo mi sveglio. Mi stropiccio gli occhi e mi rendo conto di essere ancora in accappatoio. Magari preparo prima la colazione a Liam e poi mi vesto. Mi rifaccio la
coda e quando scendo al piano di sotto vedo Liam dormire a pancia in giù sul tappeto. Sorrido a quella immagine e vado in cucina a preparare il caffè ma appena accendo i fornelli suona la porta. Forse dovrei farmi pagare il passaggio per tutta la gente che c'è di continuo a casa mia.
LOUIS
In questo momento odio ancora di più Nicole: per colpa sua non sono neanche riuscito a scoparmi in pace Lucy. Stavo quasi per concludere la serata in bellezza quando ho pronunciato il suo nome. E Lucy mi ha dato uno schiaffo cacciandomi da casa sua.
Quindi alla fine sono tornato a casa ma non ho chiuso occhio. Continuavo a pensare a Nicole, alla sua espressione, ai suoi occhi di nuovo pieni di lacrime per colpa mia, al calore della sua pelle. Magari dovrei provare a parlarle ancora.
Mi alzo dal letto e mi faccio una doccia per mandare via un pò di stanchezza e l'aspetto orribile che ho ma non funziona molto. Mi vesto prendendo a volo un paio di jeans neri e una maglietta bianca a maniche corte.
Esco in fretta perché voglio arrivare a casa di Nicole prima che vada a scuola. Quando busso e lei mi apre, resto a bocca aperta. Ha solo un accappatoio addosso e i capelli raccolti in una coda alta. Bellissima.
Quando i nostri sguardi si incrociano vedo la rabbia prendere possesso di lei.
"Dobbiamo parlare"
"No" e cerca di chiudermi la porta in faccia ma faccio in tempo a mettere il piede tra la porta e lo stipite. Faccio un pò di forza e lei cede lasciandomi entrare.
Va verso la cucina e io la seguo. Spegne i fornelli e mi fa un gesto per sapere se voglio o no del caffè e io annuisco.
"Mi disp.."
"Non mi servono le tue scuse Louis! Non mi serve che dopo che ti sei scopato quella vieni da me a chiedermi scusa perché non ci faccio nulla con le tue maledettissime scuse!" Mi urla in faccia mentre le lacrime le bagnano il viso.
"È vero, sono stato con Lucy ma mi ha cacciato e sai perché? Perché invece di urlare il suo nome ho urlato il tuo" urlo a mia volta.
Mi guarda un attimo con gli occhi sbarrati e poi si ricompone assumendo di nuovo quell'espressione fredda.
"Ti sarai sbagliato"
"No non mi sono sbagliato per il semplice fatto che avrei voluto che ci fossi tu con me" le dico avvicinandomi e poggiandole le mani sui fianchi. Nonostante la stoffa morbida dell'accappatoio riesco a sentire il calore del suo corpo.
Prima che possa protestare la stringo i un abbraccio.
Lei cerca di scostarmi ma non la lascio. Lei non molla: e so che dovrei dirle qualcosa. Alla fine ce la faccio.
"È te che voglio" le sussurro all'orecchio e sento la pelle d'oca formarsi sul suo collo.
Le lascio un bacio umido in quel punto e inizio a risalire verso le labbra.
NICOLE
Sto cedendo, di nuovo. Sto cedendo a Louis e alle sue parole che mi fanno sentire sotto terra un minuto prima e il minuto dopo in paradiso. Ha detto che ha urlato il mio nome, che vuole me. Forse gli dovrei credere. Forse per una volta mi dovrei lasciar andare. Mi beo del calore del suo corpo a contatto col mio, delle sue mani sui miei fianchi e delle sue labbra che dal collo si spostano alla mandibola e stanno per arrivare alle labbra. Non riesco neanche ad esprimere la voglia che ho di sentire le sue labbra sulle mie ma prima che possano toccarsi, entra Liam.
"Buongiorno" borbotta e Louis si stacca subito da me guardandomi con uno sguardo di fuoco.
Liam si avvicina e mi lascia un bacio sulla spalla mentre mi stringe in un leggero abbraccio.
Louis esce sbattendo la porta. Maledizione, spero per lui che non abbia pensato che tra me e Liam sia successo qualcosa.
"Che succede?" Mi chiede Liam stropicciandosi gli occhi.
"Credo che Louis pensi che tra me e te sia successo qualcosa" dico poggiandomi una mano sulla fronte.
"Dopo gli parlo, se vuoi"
"No dobbiamo risolvere questa cosa una volta per tutte e se lo devo rincorrere tutta la mattinata, lo farò" sbraito mentre sbatto la tazzina nel lavello della cucina, rompendola.
Liam sussulta ancora mezzo addormentato.
"Scusami" gli dico porgendogli una tazzina piena.
"Grazie di tutto" mi dice.
"Che è successo ieri?"
"Sophie mi ha mollato. Che poi in realtà non siamo mai neanche stati insieme"
"Per via del vostro lavoro?"
"Già. Però ha detto che comunque non provava nulla per me. Se ne vanno sempre tutti. E io sono sempre solo"
"Hai una migliore amica qui, tutta per te" gli dico sperando di consolarlo. Sophie non ama le mezze misure e a volte lascia la delicatezza a casa. Però ha fatto bene a dire quel che pensava. Sono sicura che anche per Liam le cose si risolveranno prima o poi.
"No tu devi andare a salvare la tua relazione con occhi azzurri" mi prende in giro dandomi una leggera spallata.
"Faresti bene a dirgli addio perché davvero non so cosa potrei fargli appena lo trovo. A proposito sai dove lo posso trovare?"
"Oggi dovrebbe lavorare da Joe. Ti
lascio l'indirizzo"
"Grazie, io intanto vado a vestirmi."
Indosso un pantalone grigio di una tuta col cavallo basso e una maglietta bianca con la scritta Adidas e un paio di Nike air bianche. Se devo combattere devo stare comoda. Rifaccio la coda e prendo il cellulare e le chiavi di casa per poi riscendere giù dove trovo Liam addormentato seduto al tavolo della cucina. Lo scuoto leggermente e quando apre gli occhi gli dico che può andare a dormire in camera mia a patto che dopo mi rifaccia il letto. Gli do un dolce bacio sulla guancia ed esco.
Prendo due pullman e cammino dieci minuti a piedi per arrivare a quest'officina e alla fine la trovo. Sembra un miraggio. Quando arrivo, però non trovo nessuno ed inizio a guardarmi intorno in cerca di questo Joe o di quell'idiota che non capisce mai.
Qualcuno mi afferra i fianchi ed io sussulto. Quando mi giro, però, non trovo Louis ma un ragazzo alto e moro con gli occhi verdi.
"Dolcezza io sono Thomas. Facciamo un giro?"
"No grazie" gli dico cercando di togliere le sue mani dal mio corpo.
"Andiamo. Mi dici il tuo nome?" Mi chiede avvicinandosi e io cerco di retrocedere ma lui mi blocca aumentando la presa su di me.
"No"
"Sai dire solo no?"
Non rispondo.
"Vedrai ci divertiremo" mi dice mentre mi tira per un braccio verso quella che presumo sia la sua auto.
Inizio a piangere come una fontana puntando i piedi a terra ma non serve a nulla.
Ho paura ora. E voglio Louis. Il mio Louis.

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora