Capitolo 23

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NICOLE
Questo scimmione continua a trascinarmi verso la sua auto e le lacrime continuano a bagnarmi il viso.
"Lasciami" urlo ma prima che possa rendermene conto sento la guancia bruciare.
"Smettila di frignare! Se ti comporti bene sarà piacevole anche per te ma se mi fai incazzare te la faccio ricordare questa giornata".
Maledizione a me che non sono andata a scuola, che sono venuta qui e che mi sono convinta che Louis mi avrebbe sempre protetta mentre ora non c'è.
Apre lo sportello dell'auto e cerca di spingermi dentro ma io faccio resistenza.
"L'hai voluto tu zuccherino" dice prima di alzare il braccio pronto a colpirmi ancora. Chiudo gli occhi per la paura ma non sento nulla. Così apro un occhio e non vedo nessuno davanti a me: Thomas è a terra con un occhio nero e Louis lo sta guardando davvero male.
Mi tira a sé facendomi poggiare la testa sul suo petto e sento il battito accelerato del suo cuore. Sto benissimo così, con lui. Ora sono al sicuro e mi sento tranquilla. Louis è arrivato appena in tempo ed è arrivato per me.
"Che cazzo volevi fare?" Urla contro il ragazzo steso a terra.
"Solo divertirmi un pò" gli risponde alzandosi da terra e pulendosi il jeans sporco di terra.
"Beh esistono le puttane per quello, lo sai no?"
"E lei non lo è?" Chiede guardandomi in modo malizioso.
Louis non gli risponde ma gli tira un altro pugno spaccandogli il labbro. Sarebbe pronto a continuare ma lo blocco tirandolo per la maglietta.
"Basta per favore" sussurro.
Lui mi ascolta e si rimette accanto a me.
"Thomas va via e non azzardarti più a toccarla, parlarle o anche solo pensare a lei con quel cervello da pervertito che ti ritrovi"
"Amico voglio il tuo giocattolino"
"Va via. Non te lo ripeto."
Alla fine entra in macchina e va via mentre io e lui rimaniamo soli.
Io guardo in basso mentre riprendo a singhiozzare. Lui stringe i pugni facendo diventare le nocche bianche e si allontana da me per dare un calcio ad una specie di rottame poco distante. Tira anche un paio di pugni sul cofano e poi distende le dita mostrando le nocche leggermente spaccate.
Torna da me a grandi falcate e mi prende la mano e mi trascina nell'officina: questa volta non ho paura come poco fa.
Arriviamo davanti ad un'auto blu: la apre e mi fa sedere lasciando le gambe all'esterno mentre lui si inginocchia davanti a me.
"Stai bene?" Mi chiede asciugandomi le lacrime.
"Si" sussurro mentre osservo le sue mani muoversi sul mio viso e i suoi occhi scrutarmi per capire se è vero quello che ho detto.
Quando sembra essersi accertato del fatto che gli sto dicendo la verità si alza e mi da le spalle poggiando le mani su un tavolo vicino.
"Che ci fai qui?" Mi chiede freddo.
"Sono venuta per chiarire.. tutto"
"Non abbiamo nulla da chiarire. Mi basta quello che ho visto"
"Lasciami parlare"
"Non è necessario"
"Smettila una buona volta! Io ti ho fatto parlare quando mi hai detto la tua storia e ora tu mi ascolti e mi lasci finire!" Urlo.
Si gira verso di me con un mezzo sorriso e lo guardo male
"Perché hai quella faccia?"
"L'ho sempre saputo che il carattere ce l'hai"
"Vedi di non farmelo tirare fuori troppo."
Dico guardandolo male. Mi rimetto seduta e passo le dita tra i capelli.
"Liam è venuto ieri sera da me. Era ubriaco marcio e mi è crollato tra le braccia. L'ho messo a dormire sul divano e stamattina si è comportato in quel modo per ringraziarmi"
"Perché è venuto da te ubriaco?"
"Perché ha parlato con Sophie e lei lo ha lasciato. Non che fossero stati insieme però lui si stava affezionando mentre lei non ricambiava, diciamo"
"E perché tu eri in accappatoio?"
"Perché dopo la nostra piacevole chiacchierata di ieri sono tornata a casa e ho fatto un bagno. Poi sono scesa a guardare la tv e alla fine mi sono addormentata finché non è arrivato Liam. Il resto te l'ho già detto". Borbotto.
Resta qualche minuto in silenzio: mi guarda senza espressione e poi assottiglia lo sguardo.
Inizio a sentirmi in soggezione così mi alzo e inizio a guardarmi intorno. Lui rimane ancora in silenzio, ma io mi sono stufata. Se non mi crede sono problemi suoi! Prendo lo zaino pronta ad andare via ma lui me lo toglie dalla spalla gettandolo a terra.
"Ehi quello è mi.."
Mi bacia: lega le sue labbra alle mie nel bacio più bello che ci siamo mai scambiati: muove le sue labbra sulle mie e io cerco di ricambiare. Mi morde leggermente il labbro inferiore e io sorrido per poi fare lo stesso. Poggia una mano dietro la mia nuca per impedirmi di scappare ma non sa che io non lo voglio fare. Con l'altra mano porta un mio braccio dietro il suo collo mentre metto l'altro sul suo petto. Tonico, come ricordavo. Sono io ad approfondire il bacio e sfiorando con la lingua il suo labbro inferiore ma è subito lui a prendere il comando. Mi fa indietreggiare fin quando le mie spalle non toccano il muro e quindi toglie la mano dalla mia nuca poggiando questa e l'altra alla base della mia schiena. Tiro leggermente le punte dei suoi capelli e un leggero sospiro lascia le sue labbra. Questa volta sono io a sorridere alla sua reazione. Fa scendere lentamente le sue mani fino al mio fondoschiena e anche se la mia testa urla di dargli una sberla e allontanarlo, quando mi stringe leggermente sussulto e sento una scarica di brividi lungo la colonna vertebrale.
Dopo poco ci stacchiamo e poggio la fronte sulla sua.
Ho ancora gli occhi chiusi perché credo di essere rossa come un pomodoro.
"È questo che volevo fare stamattina quando ti ho vista in accappatoio" mi sussurra all'orecchio.
"Scemo" dico dandogli un leggero schiaffo.
"Secondo round?" Chiede.
"No" rido. Mi bacia ripetutamente la fronte e io mi rilasso. Poggio poi la guancia sul suo petto e le mani intorno al suo busto stringendolo leggermente.
"Abbiamo chiarito?" Chiedo dondolandomi leggermente.
"Dipende, mi hai perdonato?"
"Non c'è nulla che ti debba perdonare. É la tua vita e io voglio solo che tu sia al sicuro"
"Ti preoccupi per me principessa?" Mi chiede e sento le mie guance ancora più rosse, se possibile.
"Beh un pochino forse"
Mi molla un pizzicotto sul sedere e io sussulto.
"E questo per cos'era?"
"Non devi dire le bugie"
Rido "e va bene, diciamo che si mi preoccupo per te. E tanto"
"Non devi. Non mi succederà nulla. E neanche a te"
"D'accordo"
"Hai detto che va bene?" Chiede stupito.
"Si hai mostrato di avere buone doti da guardia del corpo" dico staccandomi e guardandolo negli occhi.
"Sarò la guardia del corpo migliore di sempre" mi rassicura e io gli bacio la punta del naso facendolo ridere.
"Quindi ora noi siamo?"
"Tu sei la mia principessa. MIA." Soffia sulle mie labbra prima di darmi un dolce bacio a stampo.
"Niente più Lucy?"
"No. Niente Lucy. Aspetterò te per la nostra prima volta."
"Mia" sussurro.
"Nostra" ripete convinto. "La prima volta che farò l'amore sarà con te".
Questa volta sono io a baciarlo e sento che il cuore potrebbe scoppiarmi nel petto.
"Potrebbe volerci molto"
"Aspetterò"
"E se litigheremo?"
"Basta che ti rimetti l'accappatoio di stamattina e risolviamo tutto"
"Sei uno stupido" gli dico.
"Ah si?" Chiede prima di caricarmi in spalla e portarmi di nuovo in macchina. Mi poggia sul sedile del passeggero e poi inizia a farmi il solletico facendomi ridere fino alle lacrime.
Alla fine riesco a convincerlo a lasciarmi stare e mi rialza.
Quando stiamo per baciarci sento un colpo di tosse che mi fa sobbalzare. Faccio per allontanarmi ma Louis mi trattiene.
"Scusa Joe se abbiamo fatto casino"
"Le risate di due ragazzi non sono casino Louis" ci rassicura.
"Lei è Nicole" mi presenta il ragazzo dagli occhi azzurri e io stringo la mano all'anziano signore che mi sorride calorosamente.
"Hai portato la felicità sul viso di questo ragazzino" mi dice e non posso fare a meno di arrossire.
"Joe non metterla in imbarazzo" interviene Louis mettendo un braccio intorno alla mia vita e facendomi poggiare la schiena al suo petto.
"Tu non devi lavorare?"
"Oh si tolgo il disturbo" dico immediatamente.
"No se mi aspetti, finisco con quest'auto e andiamo via insieme" mi dice e si vede che non ho scelta per quello che è accaduto prima.
"Tengo io compagnia alla tua principessa" dice Joe facendo riferimento a quello che mi ha detto Louis prima e lui scuote la testa lasciandomi un bacio tra i capelli.
Seguo Joe in un'altra stanza e ci sediamo. Mi porge una tazza di the che accetto volentieri.
"Allora, ti piace quello scansafatiche?"
"Beh direi proprio di si" borbotto rossa in viso.
"Non devi essere timida. È una cosa normale. E formate una bella coppia"
"Grazie"
"Sai è da tanto che non lo vedevo sorridere davvero e mi ero stancato di vederlo con la solita ragazzina pronta a tutto per un pò di attenzione"
"Deve volergli molto bene"
"È come un figlio. Da quando il padre lo ha lasciato ho cercato di prendermene cura."
"Ha fatto un buon lavoro" dico evitando di nominare quel Mark e lo spaccio.
"È tutto merito di Louis. So che a volte può essere difficile stare con lui ma non ti arrendere. Non ti arrendere se lo vuoi. Può sembrare strafottente e anzi, alle volte è proprio uno stronzo. Ma lo fa solo per evitare di essere ferito. Dagli tempo, alla fine le cose le capisce. Non è stupido come mostra"
Scoppio a ridere e quando sto per rispondere entra Louis e sento anche gli occhi sorridere.
"Joe cosa le hai raccontato?"
"Oh non preoccuparti, le cose imbarazzanti gliele dirò la prossima volta". Mi fa un occhiolino e io sorrido.
"Andiamo?" Mi dice poggiando una mano sulla mia spalla. Annuisco e mi alzo abbracciando Joe per salutarlo.
Quando usciamo dall'officina ci dirigiamo alla moto di Louis e quando ci salgo, mi stringo forte a lui.
"Pronta a correre un pò piccola?"
Mi dice mentre poggio la guancia sulla sua schiena e mi inebrio del suo profumo. Sono felice.

Angolo autrice:
Ciao a tutti :) ho scritto un capitolo extra perché mi è venuta l'ispirazione. Spero vi faccia piacere; continuate a votare e commentare se vi va. È sempre bello sapere cosa pensate.
A presto, un bacio :)

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora