Capitolo 30

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ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti, sarò breve, prometto! Vilevo solo ringraziarvi perché continuano ad arrivarmi notifiche con i vostri voti e commenti e questo mi fa davvero piacere. Inoltre volevo dirvi che aggiorno solo ora perché ho avuto problemi di salute e non perché volevo farmi pregare. Detto questo, vi auguro buona lettura :)
NICOLE
Lascio che i nostri occhi si incontrino ancora una volta attraverso lo specchio per poi girarmi verso di lui.
"Ehm io avrei una certa fame" borbotto.
"Oh finalmente lo hai detto!" Mi risponde alzando le mani in segno di vittoria.
Sorrido e lo prendo per mano portandolo in cucina.
"Dai prepariamo qualcosa" propongo.
"Ehi non vorrai mica bruciarmi casa"
"Guarda che sono una cuoca provetta"
"Infatti a casa tua mi hai preparato un panino fantastico"
"Non offendere le mie doti culinarie"
"Dai voglio sfidare la sorte, stupiscimi"
"Non te ne pentirai" dico tirando su le maniche.
"Il mio frigo è a tua disposizione" mi dice spalancandolo davanti ai miei occhi.
Do uno sguardo all'interno e noto dei pomodori e della mozzarella.
"Prepariamo gli gnocchi?" Propongo.
"Si li puoi preparare, li adoro"
"Non mi aiuti?" Chiedo facendo un piccolo broncio.
"Ma la cucina è il tuo regno"
"E il tuo quale sarebbe?" Chiedo alzando gli occhi al cielo.
"La camera da letto" ammicca.
Gli getto uno straccio addosso e gli ordino di aiutarmi così accetta.
"Metti a scaldare l'acqua e prendimi una ciotola e della farina".
Sbuffa un pò però mi accontenta. Quando ho tutto davanti a me inizio a preparare l'impasto mentre lui mi osserva appoggiato al bancone della cucina.
"Sei capace di fare il sugo o preferisci che lo faccia io?"
"Perché come sugo non si usa direttamente quello del barattolo?"
Batto una mano contro la fronte. Non è possibile che alla sua età non sappia preparare neanche un sugo.
"Facciamo che tagli la mozzarella. Sta attento a non tagliarti anche qualche dito"
"Non fare troppo la spiritosa" mi dice con il broncio mentre fa quello che gli ho chiesto. Mentre gli do le spalle lo sento discutere da solo su come si sia rammollito eseguendo gli ordini di una ragazza e della fine che farebbe la sua reputazione se i suoi amici lo vedessero in queste condizioni.
Sorrido a sentirlo imprecare ma soprattutto perché una scena simile mi sa tanto di casa e famiglia: una coppia prepara la cena per condividere un momento insieme.
Mentre giro il sugo le mani di Louis mi circondano la vita.
"Già finito?"
"Sono veloce" si vanta.
"Speriamo tu non lo sia in tutto" gli dico e non so da dove esca questa audacia da parte mia.
Louis mi guarda sconvolto per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.
"Ti fa male la mia compagnia" mi dice riprendendo la stessa posizione di prima alle mie spalle "e per quanto riguarda quello che hai detto, posso dimostrarti quando vuoi che so essere molto efficiente".
Ritornata in me, metabolizzo quello che mi ha detto e arrossisco fino a diventare un vero e proprio peperone.
"Facciamo gli gnocchi" dico con voce più alta di quanto vorrei.
Ride leggermente e poi lascia che io mi giri verso di lui. Gli do un bacio sulla guancia e poi mi allontano.
"Dai aiutami, è divertente!" Propongo.
"Mmmh va bene" mi risponde un pò scettico.
"Guarda si fa così" gli dico stendendo un pò di impasto e facendone dei tocchetti che poi striscio sul bancone dandogli la tipica forma degli gnocchi.
Vedo che Louis non è molto pratico e mi contengo dal ridere..solo che dopo dieci secondi non ce la faccio più e lascio libero sfogo alla mia risata.
Lui mi guarda male e allora mi metto dietro di lui.
"Hai mai visto il film Ghost?"
"Si perché?"
"Mi sento molto Patrick Swayze che modella il vaso di creta in questo momento" gli dico mettendo le mani sopra le sue e aiutandolo con la pasta.
"Mi stai dicendo che io dovrei interpretare la parte della ragazza?" Mi guarda male.
"Oops" gli rispondo con l'aria da finta innocente.
Mi schiaffeggia la mano dicendomi che avrebbe fatto da solo e io vado a metter su l'acqua per la pasta. Alla fine diciamo che ce l'ha fatta anche se non sono proprio gnocchi ma apprezzo l'impegno.
Mentre aspettiamo che la pasta si cuocia, parliamo del più e del meno e apparecchiamo.
"Non credi sia un pò troppa la pasta?"
Mi chiede Louis mentre io finisco di condire il tutto.
"Ho pensato che magari potremmo conservarla anche per tua mamma e le tue sorelle"
"Le vuoi corrompere?"
"Non ne ho bisogno" dico portandomi una forchettata alla bocca. "Buoni vero?" Chiedo con la bocca piena.
"Non male"
"E allora non mangiare se non ti piacciono" rispondo portando il suo piatto davanti a me.
"Principessa non ti mettere tra me e il cibo perché è una battaglia persa. Ridammelo"
"No"
"L'hai voluto tu"
Mi strattona leggermente fino a portarmi sulle sue ginocchia e si riprende il piatto.
Eppure non sembra così forzuto apparentemente.
Mi tiene una mano sulla vita e con l'altra afferra la forchetta.
"Mi fai recuperare il mio piatto?"
"No"
"What? Sono la cuoca e devo assaggiare le mie prelibatezze"
"Resta qui. In questo momento ho tutto ciò che voglio: te e il cibo" mi risponde addentando un altro gnocco.
Nonostante mi voglia quanto uno gnocco, apprezzo il complimento e arrossisco. Mi perdo a guardarlo e a guardare le sue braccia piene di inchiostro finché non mi trovo una forchetta davanti agli occhi.
"Apri" mi dice e lo faccio prendendo un morso.
Siamo ancora in quella posizione a mangiare tranquillamente fin quando la porta di casa si apre rivelando davanti a noi una signora e due ragazzine.
Salto in piedi e Louis anche se con più calma mi imita poggiandomi una mano su un fianco. Ma al momento il suo tentativo di rassicurarmi non fa altro che far salire l'agitazione visto che davanti a me c'è sua madre. Ha un'espressione molto dolce così come le gemelle che mi ricordano tantissimo Louis.
"Ehm piacere io sono Johannah la madre di Louis e loro sono le mie figlie" mi dice rivolgendomi un sorriso cordiale.
"Io sono Nicole" rispondo sventolando una mano in aria come una ritardata.
"Mamma come mai sei già qui?"
"Tua sorella aveva la febbre" risponde indicando una delle due gemelle che effettivamente è un pò pallida.
"Che buon profumo. Cos'è?" Chiede l'altra.
"Io e Nicole abbiamo preparato la cena"
"Posso assaggiare?" Risponde di nuovo la bambina al fratello.
"Certo ma prima va a lavarti le mani".
"Io porto lei in camera mia e poi torno. Tu Nicole resti qui?"
"Beh io non saprei". "Si resta" diciamo io e Louis allo stesso tempo.
"Allora potrà dormire con tua sorella visto che lei dorme con me" continua la signora indicando la ragazza che stringe al petto.
"Va bene" "Non se ne parla" diciamo di nuovo contemporaneamente e Johanah scoppia a ridere.
"Lei dorme con me, non faremo nulla ma voglio trovarla nel mio letto quando mi sveglio" afferma deciso Louis.
La madre resta per un attimo sorpresa ma poi annuisce e si ritira.
"Ma che ti prende?" Chiedo al ragazzo di fronte a me nascondendo il viso tra le mani.
"Tranquilla che a mia madre piaci altrimenti ti avrebbe già fatto un interrogatorio"
"Beh noi non dormiremo nello stesso letto"
"Tu dici?" Chiede retorico prima di prendermi in braccio e correre verso la sua camera.
Mi getta poco delicatamente sul letto ed inizia a farmi il solletico. Finiamo per cadere dal letto ma non smettiamo di ridere. Quando la sua tortura è finita, entrambi abbiamo le lacrime agli occhi per le troppe risate e ci rialziamo.
Mentre lo guardo lisciarsi la maglietta sgualcita penso a quanto sia bello e a quanto io sia fortunata ad aver incontrato un ragazzo come lui. Lo sorprendo avvicinandomi a lui e baciandolo mentre lui mi stringe a sé.
Siamo interrotti dal bussare alla porta.
"Venite a cenare?" Chiede una vocina e entrambi usciamo dalla stanza per tornare in cucina.
Ci sediamo vicini mentre mamma e figlia ci sono di fronte. Io mi limito ad ascoltare i loro discorsi ed intervenire quando vengo interpellata. Entrambe mi fanno i complimenti per la pasta anche se Louis cerca di prendersi tutto il merito e un pó mi dispiace quando entrambe dicono che sanno che lui potrebbe mandare a fuoco la casa anche solo per fare un the.
Dopo cena Johannah mi impedisce di sparecchiare visto che "ho già fatto abbastanza".
"Andiamo a dormire?" Mi chiede Louis e io annuisco sbadigliando.
"Aspetta Louis, ti devo parlare" gli dice la madre. Io sorrido a tutti prima di avviarmi verso la stanza ma prima di chiuderla Louis mi ferma ed entra con me. Senza dirmi nulla inizia a rovistare tra i cassetti tirando fuori una maglietta dell'Adidas blu elettrico (di cui mi innamoro) e dei pantaloncini da basket.
"Torno subito" dice baciandomi la fronte e portandomi una ciocca di capelli sfuggita alla coda dietro l'orecchio.
Guardo un'ultima volta i vestiti poggiati sul letto e poi mi giro verso la porta per assicurarmi che sia chiusa, prima di iniziare a svestirmi.

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora