Capitolo 24

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NICOLE
Sono stretta a lui in un modo che non pensavo fosse possibile. Corre tantissimo e il vento mi scompiglia i capelli. Non oso immaginare in che stato sarò una volta scesa dalla moto. Ma non mi importa: Louis è qui con me, mi ha difesa, si è preoccupato per me e mi ha tenuto al sicuro. Forse ce la posso fare ad affrontare tutto questo, forse sarà più semplice di quello che credo. Quanto meno devo provarci.
"Guarda che mi stritoli" mi sento dire e mi risveglio dai miei pensieri.
"Eh?" Chiedo stupita.
"Mi stai stringendo da 10 minuti. Amo sentire le tue mani su di me ma mi stai soffocando"
"Oh" dico solamente per poi riportare le mani lungo i fianchi.
Lui scende dalla moto e si gira verso di me.
"Perché sei sceso?" Chiedo stupita.
"Siamo arrivati" mi risponde con fare ovvio e scoppia a ridere. "Ma a che stai pensando?" Mi chiede dandomi un leggero buffetto sul naso.
"A nulla"
"Lo sai vero?"
"Cosa?"
"Che non mi piacciono le bugie" dice per poi prendermi in un lampo in braccio, sfilarmi le chiavi dalle mani ed entrare a casa mia.
"Mettimi subito giù" ordino con finto tono autoritario.
"Fammici pensare.. no!"
"Eddai" piagnucolo dandogli dei pizzicotti sui fianchi che lo fanno solo correre di più.
Arriviamo in bagno e no, per favore no, ditemi che non sta per fare quello che penso.
Mi mette nella vasca e apre il getto d'acqua.
"Non lo farai davvero"
"Vogliamo scommettere?" dice avvicinandosi a me.
"Dai ma che ho fatto di male?"
Non mi risponde ma mi punta il getto addosso. Lancio un urlo per la sorpresa ma non si ferma. Una volta che sono zuppa da capo a piedi si ferma. Adesso è ufficiale, sembro uno zombie.
Soffio per cercare di spostare una ciocca di capelli dal viso e metto le braccia incrociate sotto il seno assumendo un'espressione imbronciata.
"Si può sapere perché mi hai bagnato dalla testa ai piedi?"
"Non mi hai detto la verità"
"E ti sembra una motivazione valida?" Chiedo a bocca aperta.
"E poi mi andava"
"Sei un idiota". Giuro che cerco di assumere un'espressione arrabbiata ma quando inizia a fissarmi con sguardo serio gli scoppio a ridere in faccia. E lui con me.
"Avanti, aiutami ad alzarmi"
Mi porge la mano e non so con quale nascosta agilità riesco a farlo finire sotto di me.
Sono esattamente seduta sul suo bacino e ho il getto della doccia in mano.
"Non lo farai"
"Vogliamo scommettere?" Dico citandolo.
Dopo due secondi gli punto l'acqua fredda addosso e lui cerca di fermarmi ma non ci riesce.
Ecco, ora siamo entrambi come due pulcini bagnati.
"Pari" dico soddisfatta per poi alzarmi.
O meglio, cercare di alzarmi. Louis mi blocca.
"Non siamo pari proprio per nulla" dice facendomi sedere su di lui, come prima e portando le mani sulla mia vita. Si mette più comodo poggiando la schiena sulla parete della vasca. Mi guarda dritta negli occhi e io non riesco a fare altrettanto. Il suo sguardo è troppo penetrante, è come se mi mettesse a nudo e mi sento a disagio ad essere senza difese davanti a lui.
Poggia una mano sulla mia guancia e con il pollice mi solleva il mento.
"Perché non mi guardi negli occhi?"
"Non ci riesco. È come se mi leggessi dentro ogni volta"
"Vorrei tanto poterlo fare per capire quello che pensi"
"Alcune volte vorrei che tu potessi farlo per farti capire che a te ci tengo davvero"
Pronuncio quelle parole prima che possa rendermene conto. Ed è questo quello che intendevo: lui riesce a mettermi così a nudo da impedirmi di pensare con lucidità e azzera tutte le mie barriere.
Nei suoi occhi vedo una luce strana: i suoi pozzi azzurri sembrano sorridermi e io arrossisco. Come tutte le volte e forse di più.
"Sono io che ci tengo a te. Più di quanto vorrei e più di quello che dovrei" dice portando anche l'altra mano sul mio viso. Mi accarezza le guance dolcemente e io non riesco a smettere di osservare le sue dita così delicate sul mio viso.
"Mi stai salvando" sussurra guardando le mie labbra per poi unirle alle sue. Quanto mi era mancato il suo sapore: lo riconoscei tra mille, ne sono sicura. Mi stringe a sé fino a far combaciare i nostri petti. Il mio cuore batte veloce quasi a volermi uscire dalla cassa toracica e non so, forse è una sensazione, ma credo che anche il suo batta forte. Gli passo le braccia attorno al collo e gli accarezzo la nuca in modo delicato. Finalmente le nostre lingue si scontrano e il nostro diventa un bacio vero, un bacio unico. Il nostro.
Si stacca da me e inizia a baciarmi il collo: lascia baci umidi scendendo fino al bordo della felpa. Le sue mani scendono fino ai miei fianchi e dopo poco sento il calore delle sue dita sulla pelle nonostante la canotta che ho sotto. Sento le sue mani risalire portando la felpa verso l'alto e non so neanche io come ma sollevo le braccia per permettergli di sfilarla.
Una scarica di brividi mi accompagna quando osservo Louis attento a scrutare il mio corpo come se fosse la prima volta.
"Stai tremando" sussurra accarezzandomi le braccia e aumentando la pelle d'oca.
Non so cosa dirgli e così lo abbraccio fino a sentire il suo fiato sul collo sostituito poi dalle sue labbra sulle mie. Non so quanto dura il bacio ma quando ci stacchiamo sento le guance andare a fuoco per il caldo.
Mi allontana leggermente e riprende a fissarmi. Mi sento a disagio così.
"Ti prego non mi fissare" dico con voce tremante.
"Non posso evitarlo. In questo momento i miei occhi non possono fare a meno di fissare la mia principessa" dice con voce calma e incredibilmente dolce. Rimango stupita dal tono che ha usato e arrossisco.
"Sei bellissima" lo sento dire e poi percepisco le sue mani salire lungo i fianchi e poi lungo la vita. Arrivano fin sotto il seno e si fermano. Louis mi guarda chiedendomi il permesso di proseguire e non ci penso due volte prima di mettere le mie mani sulle sue e portarle più su. Il suo tocco è gentile e non mi sarei mai aspettata di vedere tanta delicatezza da parte sua. Mi guarda senza staccare mai il suo sguardo dal mio. Sembra stia toccando qualcosa di fragile che si può rompere da un momento all'altro. Avvicino le mie mani alla sua maglia e infilo le dita sotto il bordo toccando il suo torace. Sento la pelle d'oca formarsi e sorrido. Alzo lentamente il tessuto ma credo di essere troppo lenta perché Louis si stacca un attimo da me per toglierla definitivamente.
"Non resistevo più" mi dice riportando le mie mani sul suo torace e le sue sulla mia vita. Compie gli stessi movimenti di poco fa, senza fermarsi questa volta, a chiedere il mio assenso. Il suo movimento continua ad essere lento e costante e i brividi continuano a formarsi lungo la mia schiena. Il mio sguardo si stacca dal suo solo per soffermarsi sull'inchiostro che ricopre la sua pelle. Traccio uno ad uno il contorno dei tatuaggi con le dita e poi vi sostituisco le labbra. Lo sento sospirare pesantemente e sento anche la sua eccitazione sotto di me. Mi fa piacere fargli questo effetto perché vuol dire che non mi mente quando dice che non gli faccio schifo però non sono pronta per questo e non so cone dirglielo. I miei movimenti si bloccano così come il mio respiro. Sento le sue mani stringermi a lui in un abbraccio e il suo viso posarsi nell'incavo del mio collo.
"Ti voglio così tanto" mi dice lasciandomi un umido bacio nel punto dove un momento prima c'era il suo mento. "Ma non ora" continua e sento il cuore diventare più leggero.
Ci stacchiamo e sono sicura di essere in uno stato pietoso.
"Mangiamo qualcosa?"
"Io prima devo cambiarmi" gli dico uscendo dalla vasca.
"Anche io dovrei"
"Se vuoi ti presto qualcosa di mio fratello. Magari un pigiama con le astronavi, che ne dici?"
"Io posso rimanere anche nudo" dice con tono malizioso.
"NO!" Urlo. "Fatti una doccia e poi metti il mio accappatoio. Dovrebbe starti" gli dico scappando letteralmente dal bagno. Addio momento di dolcezza.
Mi cambio indossando il mio pigiama con i gattini. Adoro mettere il pigiama quando sto in casa .
Scendo in cucina per preparare qualcosa ma non so cosa visto che sono le 4 e non è né ora di pranzo né ora di cena. Opto per dei semplici sandwich e quando sto per finire sento Louis scendere. Ha il mio accappatoio addosso e devo dire che è leggermente stretto oltre che corto. Sorrido a quella vista e mi rigiro per finire quello che stavo facendo.
"Wow una cuoca provetta vedo" dice facendo riferimento al nostro pranzo/merenda.
"Scemo è che non sapevo cosa preparare. Spero che siano commestibili"
"Mia mamma dice sempre che ho uno stomaco di ferro"
Spalanco la bocca: è la prima volta che mi parla della sua famiglia anche per una cosa semplice come questa.
"Che succede, ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No.. è che.. è la prima volta che mi parli della tua famiglia"
"Vuol dire che sei speciale" mi dice alzando le spalle e darmi un bacio sulla fronte.
Afferra il suo panino e lo addenta.
"Anfiamo a fuardare la fv?" Mi chiede a bocca piena e io scoppio a ridere cercando di nascondere gli occhi lucidi per il fatto che finalmente si è aperto con me.
Il pomeriggio passa tranquillo con noi due sul divano a scherzare e Louis a commentare ogni frase di un film strappalacrime che avevo insistito per vedere. È sera quando si alza da me e va di sopra per riprendere i suoi vestiti.
"Dove vai?"
"A casa" dice avvicinandosi di nuovo a me. Non voglio che vada via.
"Perché?"
"Vuoi che resti?" Chiede stupito.
Voglio che resti?

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora