Capitolo 18

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LOUIS
Il pomeriggio passa velocemente e io non posso fare a meno di pensare che ho mentito a Nicole. Ancora. Lei ha provato a darmi fiducia e io la sto prendendo in giro. Ancora.
Ma non potevo proprio dirle che stasera dovevo incontrare di nuovo quei tizi che l'altra volta mi hanno ferito. Si sarebbe preoccupata, e non voglio che si preoccupi per me. E poi di certo non potevo andare lì stasera dopo aver litigato con lei e magari esserci detti cose spiacevoli. Torno a casa e dopo aver cenato vado a farmi una doccia. L'acqua calda ha sempre avuto l'incredibile capacità di rilassarmi e così anche questa volta. Indosso una felpa nera col cappuccio e prendo la pistola che mi ha dato Mark mettendo la sicura e poggiandola dietro la schiena. Per fortuna mamma è già a letto e io esco senza altre domande. Arriviamo al luogo dell'appuntamento. È una fabbrica in disuso e siamo praticamente circondati dal nulla. Rispetto all'ultima volta posso percepire una certa tensione: Niall non ha pronunciato parola e persino Harry che non fuma mai, stasera ha spento e acceso un pacchetto intero finendolo in poco tempo.
"Andiamo?" Chiedo. Tutti annuiscono e apriamo il portone. Dentro ci sono le luci accese e quegli stronzi sono già lì pronti ad aspettarci con quelle facce da schiaffi.
"Tomlinson qual buon vento?" Chiede Greg, il più stronzo di tutti.
"Greg facciamola finita, dobbiamo mettere un punto a questa storia"
"Per una volta siamo d'accordo. Dateci il controllo e non ci saranno problemi."
"Scordatelo" sbotta Harry pronto a saltare addosso a Greg ma lo fermo per le spalle.
"Che c'è Styles, sei smanioso di prenderle?"
Harry questa volta non si lascia fermare e si butta su Greg assestandogli diversi calci. Però uno degli scagnozzi di Greg lo prende per il colletto e inizia a dargli dei pugni. Si piega a terra e quando sto per intervenire, mi bloccano e sento un qualcosa di caldo scorrere lungo il fianco. È sangue ma è un graffio superficiale così sfilo la pistola dai miei jeans e la punto verso il mio aggressore. Questo urla richiamando l'attenzione di Greg che è l'unico ad essere ancora in piedi.
"Tomlinson perché te la prendi con lui?" Chiede.
Vedo i ragazzi rialzarsi e avvicinarsi a lui così cerco di distrarlo mentre tengo ancora fermo questo stupido che ha pensato di fermarmi.
"Perché non dovrei prendermela con lui?" Chiedo
"Perché sono io quello che vuoi"
"Non ne sarei sicuro" dico indicando alle sue spalle. Lui si gira e Harry e Niall lo bloccano mentre Liam lo colpisce col retro della pistola lasciandolo a terra svenuto. Il ragazzo inizia a tremare e sul mio viso nasce un sorriso minaccioso.
"Che volevi fare?" Gli chiedo.
"S-S-scusami"
"Oh ti scuso ma non ti perdono". Detto questo lascio partire un colpo che lo colpisce di striscio e lo lascio a terra mentre faccio segno ai ragazzi di andarcene. Spero che questa storia sia finita.
"Come state?" Chiede Liam mentre si tampona il labbro spaccato.
"Sono stato meglio" dice Harry alzando la maglia e mostrando il torace con dei lividi già visibili.
"Mai stato meglio" dice ironico Niall che pulisce le mani sporche di sangue sui jeans.
"Tommo, sei sporco di sangue" dice il biondino indicando il mio fianco.
"Vieni a casa che ti disinfetto"
"No" dico.
"Non andare da Nicole. Non farla arrabbiare"
"Ho bisogno di lei" dico tenendomi la ferita.
"Lo sai che si incazzerà vero?" Chiede Harry.
"Si ma non ne posso fare a meno"
"Ti accompagniamo" dice Liam e io annuisco.
NICOLE
Mi è dispiaciuto non sentire Louis per tutto il giorno ma ho preferito non chiamarlo per non essere troppo opprimente. In fondo non mi è dispiaciuto passare una serata con mamma e Scott come i vecchi tempi: film e coccole.
Appena messa a letto il sonno si è fatto sentire e ora sono qui per lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo.
Solo che un ronzio mi fa alzare all'improvviso in mezzo al letto. Allungo la mano sul comodino e leggo il nome di Liam. Il mio cuore inizia a battere forte: che ha combinato Louis sta volta? Rispondo.
"Liam come sta Louis?"
"Come facevi a sapere che chiamo per lui?" Chiede scherzoso e posso capire che la situazione non è così grave.
"Perché o avevi sbagliato numero o era successo qualcosa a Louis data l'ora"
"Ottima osservazione. Senti ci apri la porta?"
"Scendo subito" dico sospirando. Indosso le mie ciabatte e scendo di corsa le scale. Quando apro la porta mi ritrovo Louis col capo basso e ai suoi lati Liam e Niall mentre Harry regge la sua giacca.
"Non ditemi che è ubriaco " dico.
"No, ma te lo spiegherà lui. Dove lo poggiamo?"
"Camera mia. Dico indicando il piano di sopra. Restò immobile con la mano sulla maniglia della porta a pensare a cosa diavolo abbia potuto combinare questa volta. Lo sapevo che dovevo stare attenta come sempre: mi ha mentito ancora. E io sono stata la solita stupida.
"Nicole tutto bene?" Mi chiede Liam accarezzandomi una guancia.
"Oh si" dico sorridendo.
"Io e te dobbiamo parlare" mi dice. "Caffè domani pomeriggio?"
"Va bene"
"Ti passo a prendere io. Ora vai da quel rompipalle."
Aspetto che i ragazzi se ne vadano e li saluto man mano che escono. Poi tiro un sospiro e salgo in camera mia. La giacca di Louis è poggiata sulla sedia mentre lui è steso sul letto con una mano sugli occhi.
"Ehi" dico.
Si alza in mezzo al letto tenendosi il fianco.
"Ehi" mi sorride.
"Hai preso casa mia per il pronto soccorso?" Chiedo e la mia voce esce più acida di quanto volessi.
"Sei arrabbiata?"
"Oh non ne hai neanche idea ma adesso non ho intenzione di parlarne. Cos'hai?"
"Mi aiuti a togliere la giacca?" Mi chiede e io mi avvicino al letto. Prima che possa arrivare con le mani ai bordi della maglia toglie qualcosa dai pantaloni e la mette dietro la schiena.
"Cos hai lì?" Chiedo.
"Nulla" dice alzando gli occhi al cielo.
"Se non hai intenzione di dirmelo, quella è la porta" dico indicando la finestra.
"In realtà quella è la finestra" mi dice e io lo fulminò con lo sguardo.
"Va via" dico indicandogli di nuovo la porta-finestra.
"Oh andiamo perchè ti interessa tanto?"
"Perché piombi a casa mia nel cuore della notte aspettandoti che io ti accolga come se fossi la tua infermiera personale senza farti domande?"
"Aspetta: sei la mia infermiera personale?"
"Sei un idiota" dico cercando di andarmene.
"Aspetta.. Tieni" dice passandomi una pistola.
Oddio! Una pistola. Non ne ho mai avuta una in mano. Ma lui cosa ci fa con una cosa simile? Oddio.
Mi prende le mani e mi dice "perché non la posi sulla scrivania e vieni da me?"
Sono in una specie di stato di trance: faccio come mi dice e mi avvicino a lui. Ho lo sguardo perso nel vuoto e non so cosa pensare perché davvero non voglio pensare che Louis sia un criminale. Ma se è un bravo ragazzo non dovrebbe avere un'arma, no? E lui non mi farebbe mai del male. Oddio e se invece non fosse la persona che credevo? Immaginavo non fosse proprio uno stinco di santo ma neanche un criminale.
"Nicole guardami, sono io. Sono Louis. Una pistola non cambia nulla. Guardami"
Mi prende il viso tra le mani e finalmente i nostri sguardi si incrociano e io mi perdo nel suo blu.
"Sono sempre io" mi dice baciandomi la fronte e io riprendo a respirare normalmente.
"Ti va ancora di essere la mia infermiera?" Mi chiede sorridendomi dolcemente e io gli alzo piano la maglia mostrando i suoi tatuaggi. Rimango un attimo incantata e poi mi riprendo quando vedo del sangue colare lungo il suo fianco.
Impallidisco: il sangue ha sempre avuto un certo effetto su di me. Mi faccio forza e vado in bagno prendendo la valigetta del pronto soccorso. Quando torno lo trovo appoggiato con la schiena al muro.
"Non dovresti stare steso?"
"No sono più comodo così"
"Contento tu".
Mi avvicino al letto e mi siedo su di lui.
"Se per farti stare così su di me dovevo ferirmi, lo facevo prima" mi dice proprio quando poggio il disinfettante sulla ferita. Lo vedo trasalire e sento la sua presa più forte sui miei fianchi. Cerco di essere il più delicata possibile e quando finisco e alzo lo sguardo su di lui, vedo che ha gli occhi chiusi. Per fortuna è un taglio superficiale e dopo averlo bendato gli dico che può aprire gli occhi.
Mi avvicina a lui e cerca di baciarmi ma lo fermo.
"No" sussurro e lo vedo abbracciarmi e lasciarmi una serie di baci lungo il collo.
"Ho bisogno di te" mi dice e a quelle parole mi sciolgo. Con lui vicino non riesco a ragionare lucidamente. E così lascio che mi baci, che le sue labbra si scontrino con le mie e le sue mani vaghino sotto la mia maglia. Poggio le mani sul suo petto e sento il suo cuore battere forte. Quando ci stacchiamo lui ha le guance rosse e io il fiatone. Inizio a tracciare i contorni dei suoi tatuaggi e lo sento rabbrividire ma all'improvviso mi poggia sul letto lasciandomi un bacio umido sul collo.
"Dormiamo?"
"Non vai via?"
"Solo se lo vuoi"
Mi acoccolo su un lato e gli do le spalle ma lui mi gira e mi poggia sul suo petto iniziando ad accarezzarmi i capelli. Bem presto lui cade in un sonno profondo mentre io non posso fare a meno di inziare a pensare.

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora