Capitolo 8

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LOUIS
Il viaggio verso casa di Nicole è piuttosto silenzioso. Vedo che è particolarmente pensierosa eppure pensavo avessimo risolto tutto.
Mi fermo un pò più lontano da casa sua. Credo sia arrivato il momento di parlare. Quando fermo l'auto lei si gira verso di me con uno sguardo meravigliato.
"Si può sapere che cos'hai?" Chiedo cercando di restare calmo.
"Nulla" mi risponde con un'alzata di spalle.
"Lo sai che non ti credo, quindi perché non la facciamo finita e mi dici cos'hai?"
"Beh.. il fatto è che praticamente non ti conosco e passiamo il nostro tempo a baciarci" mi dice e le sue guance prendono calore.
Capisco bene cosa lei mi vuole dire: ma non sono proprio pronto a questo. Non sono pronto ad aprirmi o a condividere i miei problemi con nessuno.
"E ti da così fastidio baciarmi?" Chiedo e la parte più strafottente di me.
Credo di averla ferita nell'orgoglio, infatti alza lo sguardo di scatto e sbarra gli occhi.
"Beh sinceramente si. Non sono abituata a baciare il primo che incontro. Quindi ne faccio davvero a meno"
"Beh si da il caso che il primo che hai baciato sono io" dico vantandomi.
All'improvviso sento una ventata d'aria fredda e mi accorgo che ha spalancato la portiera uscendo senza degnarsi di dirmi nulla.
Non mi va proprio di rincorrerla: non sono abituato né tantomeno ne ho voglia. Corro via e quando la sorpasso la guardo dallo specchietto mentre lei ha lo sguardo chino ma si intravedono le guance, ancora rosse ma questa voota per la rabbia.
NICOLE
È davvero un idiota ed io sono stata più idiota di lui. Credere che Louis avesse un cuore è stato un errore. Mi sbagliavo. Entro in casa cercando di evitare di far rumore. Riesco ad arrivare in camera senza rompere nulla e mi tolgo velocemente i vestiti. Mi poggio con la guancia sul cuscino e solo quando lo bagno mi accorgo di star piangendo: evidentemente non mi ero neanche resa conto di quanto mi piacesse. Il telefono vibra sul comodino e lo afferro.
Due messaggi di whatsapp da parte di Sophie e Rose:
"Domani devi raccontarci tutto"
"Non vediamo l'ora di sapere che hai combinato"
"Non ho combinato nulla, anzi forse ho distrutto anche quel poco che c'era. Notte- Tata xx"
Chiudo gli occhi e dopo un pò mi addormento. Al mattino spengo la sveglia scaraventandola contro il muro. Mi sono alzata davvero col piede storto e quando inizia così, non può che andare peggio.
Infilo un jeans scuro, le converse blu e una maglia blu con scritto "I♡NY" di almeno due taglie più grandi. Lego i capelli in una coda alta e senza neanche guardarmi allo specchio scendo in cucina.
"Buongiorno" dico fingendo un sorriso.
Mia mamma mi capisce al volo ma prima che possa parlare il cellulare mi salva. Le chiedo scusa con lo sguardo e rispondo.
"Tata abbiamo appena letto" mi dicono in coro le mie amiche.
"Buongiorno anche a voi" dico.
"Senti vediamoci al parco tra mezz'ora e ci spieghi tutto"
"D'accordo, a dopo"
Torno a sedermi e afferro una mela.
"Mamma vado al parco con Rose e Sophie"
"Tesoro tutto bene? Ti vedo giù"
Respiro profondamente e poi la guardo per rassicurarla. "Ma certo, ho solo un pò sonno."
"Ti va bene se porti Scott con te?"
"Ma certo" dico accarezzando i ricci di mio fratello. Dopo aver finito di fare colazione, lo prendo per mano e usciamo. Arriviamo al parco in poco e subito mio fratello mi lascia per andare a giocare con qualche altro bambino. Li guardo con dolcezza: sono così sereni e così innocenti da non accorgersi di quanto il mondo possa essere crudele.
All'improvviso arrivano le mie amiche e si siedono una alla mia destra e una alla mia sinistra. Racconto tutto quello che è successo cercando di evitare tutti i loro "che stronzo" o "che troia".
Alla fine mi guardano sconvolte.
Poi si alzano mettendosi davanti a me. Mi guardano minacciosamente come se fossi stata io a sbagliare.
"Primo: che stronzo!" Dice Rose.
"Secondo: Che troia Lucy" continua Sophie e io mi limito a passare lo sguardo dall'una all'altra sperando che nessuno ci senta.
"Terzo: non sognarti neanche di sentirti in colpa perché tu sei adatta in qualunque luogo vada . Sei perfetta così come sei anche se non lo vedi e a limite è quella che dovrebbe vergognarsi a mostrarsi in pubblico visto che la gente più che la sua faccia conosce la sua f.."
"Ho capito" urlo cercando di fermarla.
"Infine: è Louis che sbaglia a non volersi impegnare con te, quindi prima o poi se ne renderà conto. Non farti convincere da due paroline dolci o da qualche marchio" ammicca Sophie facendo riferimento al succhiotto sul mio collo. Prima che possa parlare qualcuno mi tocca la spalla e quando mi giro sotto gli occhi inferociti delle mie amiche trovo Louis seguito dai suoi amici.
LOUIS
Mi sveglio a causa dei raggi del sole. Mi sono addormentato vestito e non mi ricordo nulla di quello che ho fatto ieri. Solo che ho litigato con Nicole. Mi alzo e mi faccio una doccia. Mi vesto con un jeans nero stretto e una canotta bianca. Indosso le Vans e vado in cucina. Mia madre è già al lavoro e le gemelle a scuola. Bevo un caffè e poi chiamo Liam.
"Ci vediamo?"
"Buongiorno eh" borbotta. "Comunque si. Sei caduto dal letto per caso?"
"No"
"Nervoso?"
"Ho discusso con Nicole"
"Scommetto che è colpa tua" dice ridestandosi.
"Pensavo fossi mio amico"
"Lo sono. Per questo ti devo dire se fai una cazzata. Che succede?"
"Mi ha detto che non vuole baciare uno che non conosce"
"Ha ragione. E tu?"
"Mi sono comportato da stronzo"
"Coglione. Con affetto"
"Mmh certo. Chiama gli altri. Tra un'ora al parco" dico e chiudo la chiamata. Nicole ha già conquistato anche lui. Anche?
Arrivo al parco poco dopo, a piedi. Gli altri non sono ancora arrivati e così mi siedo alla nostra solita panchina. Mi guardo intorno e vedo una chioma mora familiare. Nicole arriva con suo fratello che la lascia subito per andare a giocare. Sto per alzarmi e andare da lei quando arrivano le sue amiche e mi risiedo. Poco dopo arrivano i ragazzi e con la coda dell'occhio la vedo parlare animatamente con le ragazze e qualcosa mi dice che l'argomento di discussione sono io.
"Allora com'è andata con Nicole?"
"Abbiamo litigato" borbotto a Niall.
"Non le è bastato il trattamento Tomlinson?" Scherza ancora.
"Senti lei non è proprio il tipo che si beve le mie cazzate"
"Purtroppo" continua Hazza stuzzicandomi.
"Ehi ma quella non è lei?" Mi chiede Liam e io annuisco.
"Credo che quelle due fanciulle ti staccherebbero volentieri la testa a morsi" continua Harry.
"Sono proprio carine" continua il mio migliore amico.
"Io conoscerei volentieri la più bassina" commenta il riccio.
"Io invece farei un pensierino sulla riccia" risponde Liam.
"Dai faccele conoscere"
"Harry non le conosco neanche io"
"Devi fare amicizia con le amiche della tua ragazza"
Quasi mi strozzo con la saliva.
"Non. È. La. Mia. Ragazza"
"Ma lo sarà presto" dice il biondino con non curanza. Sento le voci di quelle due ragazze alzarsi mentre Nicole resta in silenzio.
"Primo: che stronzo!"
Sento dire alla ragazza dai capelli lisci e Hazza scoppia a ridere.
Le risate coprono parte del discorso così riesco a sentire solo:
"è Louis che sbaglia a non volersi impegnare con te, quindi prima o poi se ne renderà conto. Non farti convincere da due paroline dolci o da qualche marchio"
E potrei giurare che a Liam siano brillati gli occhi per un attimo. Prima che me ne possa rendere conto,mi sono già alzato e sono arrivato alla sua panchina toccandole la spalla. Si gira e mi guarda con occhi freddi, per la prima volta. Poi guarda alle mie spalle e i suoi tratti si addolciscono.
"Ciao ragazzi" saluta educatamente.
Loro ricambiano baciandole la guancia e Liam indugia un pò troppo nello stringerla. Presenta i miei amici alle sue amiche e vedo che loro non hanno problemi a fare amicizia.
"Possiamo parlare?" Le chiedo.
"Non ho nulla da dirti" dice lei riacquistando quello sguardo freddo.
"Beh io si" rispondo afferrandole un braccio e tirandola verso il boschetto accanto al parco. La poggio con le spalle ad un albero e la guardo.
"Sei arrabbiata?"
"Non andrà a finire come ieri" sputa.
Poggio una mano ai lati della sua testa e la guardo.
"Quindi sei arrabbiata"
"Non sono arrabbiata, sono incazzata nera". Urla.
"Wow allora ce l'hai il carattere" dico. Senza neanche collegare la bocca al cervello. Prima di potermi maledire mentalmente, sento la guancia bruciare. Mi ha mollato uno schiaffo e ora sta andando via. Prende la mano del fratello e lo guida verso casa. Io non torno dai miei amici che mi guardano straniti mentre continuano a parlare con le ragazze che a loro volta guardano stupite la loro amica. Vado prima a lavoro nonostante abbia il turno di pomeriggio. Arrivo da Joe in poco tempo.
"Ragazzo che ci fai qui?"
"Ci lavoro" dico alzando le spalle.
"Problemi?"
"Come sempre" continuo alzando le spalle.
"La tua faccia è quella di uno che ha problemi di cuore"
"Ho trattato male una ragazza"
"Beh allora sei un coglione". Questo non me lo aspettavo. Ogni tanto dimentico che Joe sa essere molto diretto.
"Che le hai fatto?"
"Ha detto che non le bastavano i baci perché non mi conosce e io ho fatto lo stupido. Non sono abituato a certe attenzioni. Né tantomeno ad aprirmi così tanto"
"Non conosco questa ragazza ma per quello che ti ha detto sembra essere una ragazza speciale. Ogni uomo la incontra una sola volta nella vita. Non fartela scappare" mi dice e va via.
Mi metto al lavoro infilando le cuffie e accendendo la musica a palla.
Non ho voglia di pensare a nulla.
NICOLE
Quando torno dal parco mio fratello corre a giocare in camera sua e mia mamma si avvicina a me.
"Mamma ti dirò tutto ma non oggi"
"Tesoro, sai che sono qui se ne hai bisogno"
"Lo so, vado in camera ora. Per favore lasciami un pò sola"
Salgo in camera e spengo il cellulare. Mi getto sul letto e riprendo il libro che sto leggendo. Mi ricorda l'incontro con Louis. Sorrido e subuto dopo mi immergo nella lettura. Riesco a distrarmi abbastanza da quello che è successo e mi addormento. Quando mi sveglio è sera, mi stiracchio e mi alzo ma quando guardo di fronte a me, quasi urlo.
"Che ci fai qui?" Chiedo fredda. Questa me la deve proprio spiegare.

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora