Capitolo 21

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LOUIS
"Promettimi che mi lascerai finire di parlare" le chiedo e la vedo impallidire.
"Hai un'altra? Una famiglia segreta e dei bambini?" Mi chiede a raffica. Se non dovessi dirle quello che sto per dirle, mi sarei messo a ridere per queste domande.
Le poggio una mano sulla guancia: "ti ho già detto che tu mi dai abbastanza da fare. Non c'è nessun'altra"
"Oh". Le sue guance diventano bordeaux e in altre occasioni avrei fatto qualche battutina ma oggi no.
"Allora. Ti ricordi che ci siamo incontrati davanti scuola mentre i ragazzi picchiavano Jeff?"
Annuisce. "Non ho mai capito perché lo stavano facendo"
"Beh ci doveva dei soldi perché non ci aveva pagato delle pasticche."
Scatta in piedi e fa cadere il sacchetto col suo pranzo.
"Avevi promesso che mi avresti ascoltata" la rimprovero dolcemente e lei si risiede ma più distante da me e questa cosa mi fa male.
"Sei uno spacciatore?"
"Non proprio. Il capo ė Mark e quando ci chiede di aiutarlo lo facciamo ma non spacciamo sempre"
"Oh e cos'altro fareste?" Chiede con voce fredda.
"Beh se c'è qualcuno che non paga.."
"Giusto, lo riempite di botte"
"Lasciami spiegare"
"Cosa dovresti dirmi, eh?"
"La mia storia" dico con tono fermo.
Si appoggia allo schienale della panchina e mi guarda in attesa.
"Da quando papà ci ha lasciati, mamma ha sempre lavorato. Però i soldi non bastano per pagare l'affitto e badare alle gemelle. Ero giovane e non sapevo cosa fare e Mark mi ha proposto soldi facili con poco sforzo. All'inizio spacciavamo roba leggera a scuola e pian piano ci ha dato incarichi sempre più importanti fino ad ora."
Non mi guarda. È lì, con lo sguardo fisso sulle sue mani e si morde il labbro inferiore. Poggio la mano sulla sua guancia e il pollice sulle sue labbra per liberarle dai denti.
Lei poggia la mano sulla mia e la allontana. Mi spiazza questo gesto. Anche quando non stavamo insie.. cioè quando non ci conoscevamo non mi aveva mai rifiutato e ora invece..
"Non mi dici nulla?"
"Davvero lavori anche come meccanico?"
"Si. Ma l'affitto, le bollette, le mie sorelle, i soldi non bastano mai"
"Non hai intenzione di smettere vero?"
E non ho il coraggio di affrontare il suo sguardo.
"Anche se volessi, non potrei perché una volta che entri nel giro, ci sei dentro."
"Ti piace quello che fai? Ti piace picchiare la gente e spacciare? Ti piace vedere la paura negli occhi della gente vero?" Urla quasi mentre scatta in piedi e le afferro il braccio provocandole una smorfia di dolore.
Rilascio subito la presa e lei si massaggia il polso.
"Che c'è vuoi vedere se anche io ho paura di te?" Sputa.
"Smettila. Sai che con te è diverso e non ti farei mai del male."
"Non ce la faccio"
"Cosa?" Chiedo. Non voglio che mi dica di voler stare lontana da me. Non perché la ami o altro ma perché non voglio rinunciare a lei.
"Non posso continuare questa cosa con te, non ti guarderei più con gli stessi occhi" mi dice mentre i suoi di occhi si riempiono di lacrime.
"Sai che stai mentendo a te stessa. Sai che non possiamo stare lontani" urlo io, questa volta.
"Impareremo" sussurra. "Io non voglio entrare in quel mondo"
"Te ne terrò fuori"
"E presentandoti ogni volta ferito alla mia finestra mi dimostri che vuoi lasciarmi fuori?"
"Me lo stai rinfacciando? Avresti preferito fossi andato da qualcun altro?" Chiedo alterato.
"No" guarda in basso "Non avrei sopportato l'idea delle mani di Lucy su di te" sussurra e sento una strana morsa alla bocca dello stomaco.
"Sei gelosa?" Le chiedo.
"Non cambiare discorso" mi rimprovera con le guance rosse
"Ti fidi di me?"
"Ti ricordi quando me lo hai chiesto in camera mia?" Mi chiede con sguardo malinconico.
"Hai detto di no però hai anche detto che mi perdonavi"
"E l'ho fatto. Solo che poi abbiamo litigato di nuovo"
"Ma nonostante tutto sei ancora qua con me"
"Louis non vale"
"Cosa?"
"So cosa stai cercando di fare. Ma io non posso lasciar perdere il mio cervello. So che quello che fai non è giusto e non ci porterà a nulla di buono"
"Lascia che ti protegga" le dico prendendole le guance tra le mani e guardandola negli occhi. Noto lo stupore nei suoi occhi. So che non è abituata a tutto questo. So che non pensa io possa essere interessato ad una storia seria. E forse è così ma io non voglio che lei stia lontana da me. Non voglio che qualcun altro possa baciarla, stringerle la mano, entrare nella sua stanza, consolarla quando ha gli incubi e coccolarla tenendola stretta. So cosa state pensando, e no, non mi sto innamorando di lei. È solo che è arrivata in un momento particolare nella mia vita ed è stata brava a rimanerci. Purtroppo si stacca interrompendo il nostro contatto.
"Ho bisogno di tempo" mi dice.
"Che vuoi dire?"
"Che è meglio se per qualche giorno non ci vediamo. Devo pensare a tutto quello che mi hai detto"
Non ci vedo più dalla rabbia. Lei mi dice che io devo aprirmi, che devo essere sincero, che voleva conoscermi e ora che lo ha fatto scappa. Scappa via come hanno fatto tutti. Al diavolo!
"Mentre tu ci pensi, vedo se Lucy vuole tenermi compagnia" le dico col tono più freddo possibile.
Spalanca la bocca e dai suoi occhi iniziano a scendere lacrime che io non posso asciugare. Mi giro dandole le spalle e la lascio lì, da sola.
NICOLE
Rimango in quella posizione per tipo dieci minuti senza sapere cosa fare o dire.
Prendo il cellulare e compongo il numero.
"Nicole"
"Liam" sussurro.
"Che è successo? Dove sei?"
"Al parco. Vieni per favore"
"Arrivo" mette giù. Io mi risiedo sulla panchina portando le ginocchia al petto e ripensando a quello che mi ha detto Louis. È successo tutto così velocemente. Le sue parole mi hanno gelato il sangue. Pretendeva che mi sarei buttata tra le sue braccia dopo che mi ha detto che spaccia, picchia la gente e chissà che altro. Aspetta: ma anche Harry e Liam sono nella banda di Louis. Quindi abbiamo a che fare con dei criminali.
"Ehi" Liam si siede la mio fianco. "Hai parlato con Louis vero?"
"Mi ha detto tutto. E abbiamo litigato"
"Perché?" Chiede passandomi un braccio attorno alle spalle e portando la mia testa sul suo petto
"Gli ho detto che avevo bisogno di tempo perché non so se posso accettare la cosa e lui mi ha detto che mentre pensavo Lucy gli avrebbe tenuto compagnia"
"Però con me ci stai e sai che io sto nel gruppo di Louis"
"Con te è diverso"
"Perché? Non è che stai usando questa cosa come scusa per scappare da quello che provi? So che non è bello quello che facciamo ma sai anche che Louis ti proteggerebbe da tutto" mi dice mentre mi accarezza la spalla.
"Mi sa che al momento non mi proteggerebbe da nulla"
"Non dire sciocchezze. Dovresti sapere che parla senza pensare. Sbollite entrambi la rabbia e poi chiarite"
"Sophie sa di tutto questo?"
"Gliene parlo stasera"
"Rose?"
" Harry le ha parlato stamattina"
"Oh"
Dopo dieci minuti in silenzio, mi squilla il cellulare.
"Mamma"
"Nicole tesoro, io sto partendo per qualche giorno con Scott per andare dai nonni"
"Che è successo?"
"Nulla di grave. La nonna si è rotta un braccio cadendo e ha bisogno di me"
"Sicura che non vuoi che venga con voi?"
"No, devi finire la scuola. Magari puoi raggiungerci quando hai finito tutto"
"D'accordo" borbotto.
"Tesoro ti chiamerò ogni giorno."
"Ok. Salutami la peste"
"Certo. A stasera"
Attacco la chiamata e torno a sedermi.
"Problemi?" Chiede Liam
"No mia mamma va dai nonni per un pò e mi ha lasciata sola a casa" sorrido.
"Oh mi dispiace"
"No mi farà bene un pò di tranquillità"
"Quel caffè che mi avevi promesso?"
"Scusami ma proprio non mi va. È stata una giornata pesante. Perché non vai a parlare con Sophie?"
"Si penso che tu abbia ragione"
"Fammi sapere dopo" dico alzandomi e dandogli un bacio sulla guancia per poi incamminarmi a casa.
Mando un messaggio a Rose dicendole che io e Louis abbiamo parlato e che so che anche Harry lo ha fatto ma non mi risponde. Forse staranno ancora discutendo.
LIAM
Arrivo al bar dove ho appuntamento con Sophie e la trovo già lì.
"Ciao" la saluto.
"Ciao" ricambia.
"Ti devo parlare"
"Dimmi" mi dice sorridendo.
"Beh ecco.. io.. sono in un gruppo con Louis e Harry e noi.. beh.. ecco.. per tirare avanti lavoriamo per un tizio di nome Mark"
"E cosa fate per lui?"
"Vendiamo delle pasticche"
Mi sputa il the che stava bevendo in faccia e inizia a tossire. Quando mi avvicino per darle dei colpi sulla schiena, mi allontana.
"Mi dispiace ma non posso. Già sentivo che tra noi le cose non potessero funzionare. Ora ne sono certa."
La guardo e per un attimo ci rimango male perché è l'ennesima ragazza che mi rifiuta per quello che faccio. Harry è ancora vivo, Louis si farà perdonare nonostante tutto e io sono l'unico coglione che rimane fregato.
"Ok allora vado" le dico freddamente. Dopo neanche venti minuti entro al Red e inizio a bere. Senza smettere per molto tempo.
NICOLE
La casa è stranamente vuota. Decido di pensare domani a quello che è successo oggi e vado a farmi un bagno caldo. Resto in acqua per quasi un'ora e ricordo la volta in cui Louis mi ha consolata mentre piangevo e quella in cui mi ha praticamente fatto la doccia dopo l'incubo. Basta! Avevo detto di non pensare a lui per stasera. Metto l'accappatoio e scendo in soggiorno. Accendo la tv ma non trovo nulla di bello così lascio su un cartone animato giapponese che tra l'altro non capisco. Mi addormento e mi sveglio quando sento dei rumori alla porta. Sono le due del mattino. Chi sarà?
Mi chiudo meglio l'accappatoio e mi aggiusto la coda per poi guardare dallo spioncino. È l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere. Apro subito la porta e mi crolla tra le braccia.
"Che ci fai qui?" Chiedo cercando di rialzarlo ma con scarsi risultati.
"Va tutto una merda" mi dice prima di accasciarsi definitivamente su di me.

No control- Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora