Capitolo XXXIII: Partenza precipitosa

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Capitolo XXXIII: Partenza precipitosa

Poco dopo l'una, durante la pausa tra una danza e l'altra, Eliénna Dhillel annunciò che si sarebbe ritirata, ma invitò tutti a proseguire a loro piacimento con la festa. Nerwen pensò di ritirarsi anche lei: si era stancata di aspettare; quell'ostinato principe Avar poteva impiegarci giorni, a capire che erano compagni per la vita, ma per quella sera lei ne aveva abbastanza. Pertanto, non appena la regina fu uscita, prese congedo da Myranna ed Aryon, che stavano per apprestarsi ad eseguire la danza seguente.

"Non sarebbe male se anch'io mi ritirassi", annunciò il principe nerovestito, "Domattina dovrei alzarmi abbastanza presto. Ti spiace continuare a ballare con Lorgil?", domandò, rivolto alla nipote.

"Per niente", rispose lei graziosamente, "Vai pure, zio Aryon. Buonanotte, Lady Nerwen", concluse, facendole un cenno di saluto. Si allontanò in cerca del fratello.

"Ti accompagno", disse Aryon. Il cuore di Nerwen saltò un battito: che avesse infine capito e stesse cercando un'occasione per stare soli, in modo da esternarle i suoi sentimenti? Sentì improvvisamente molto caldo, poi, altrettanto di repente, freddo.

"Va bene", accettò, cercando di mantenere ferma la voce. Santi Valar, non si era mai, mai sentita così emozionata alla prospettiva di appartarsi con qualcuno. Era questo, dunque, l'effetto che faceva l'amore della vita? Adesso finalmente poteva capire interamente i sentimenti di Melian per Thingol, di Lúthien per Beren, o di Galadriel per Celeborn... Era una sensazione di pienezza, di gioia, di gratitudine, di meraviglia, qualcosa che le dava una forza ed un'energia tali per cui sarebbe stata capace di sfidare l'Oscuro Nemico in persona... e vincere.

Proprio come aveva fatto la figlia di sua sorella, che aveva affrontato Morgoth e lo aveva vinto.

Aryon, del tutto ignaro della bufera di emozioni che stava imperversando nel cuore di Nerwen, le porse il braccio, che lei accettò.

Salirono la più vicina scala che conduceva al piano superiore; una volta lì, Aryon l'accompagnò alla rampa della torre che ospitava la sua camera, e senza fermarsi continuò, salendo assieme a lei. A quel punto Nerwen fu certa che il principe aveva capito e si stava accingendo a dichiararlo apertamente, per poi magari proporle di trascorrere la notte assieme. Il pensiero le fece seccare la gola per l'emozione.

Arrivati davanti alla porta della camera di Nerwen, Aryon si arrestò; lei si girò a guardarlo, colma di aspettativa.

"È stata una magnifica serata", le disse il principe.

"Già", concordò lei, incapace di mettere insieme una frase più lunga. Gli occhi chiarissimi di Aryon luccicavano come gioielli nella luce incerta dell'unica lampada che illuminava il pianerottolo; la Maia sentì le ginocchia che le si tramutavano in gelatina.

Aryon era indeciso: poteva farle una proposta? Era proprio per quello che l'aveva accompagnata fin lì: l'aveva sentita molto vicina, prima, su quella panchina del giardino... ma poi si era come improvvisamente allontanata. Non sapeva proprio cosa pensare.

Forse si era sbagliato, concluse.

"Buona notte, Nerwen", mormorò, chinandosi leggermente per sfiorarle le mano con le labbra; poi si voltò ed imboccò le scale.

Nerwen rimase di sale. Per lunghi istanti non fu neppure in grado di respirare o di formulare un pensiero compiuto; istupidita, ammutolita, guardò Aryon allontanarsi.

Aryon scese con calma i primi due gradini; d'un tratto, gli parve di ricevere un pugno nello stomaco e gli mancò il fiato. Boccheggiò in cerca d'aria, mentre nel cervello gli esplodeva un'istantanea, assoluta certezza.

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora