Capitolo IV: Partenza per la Terra di Mezzo

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Capitolo IV: Partenza per la Terra di Mezzo

Il mattino seguente, si svegliarono col sole già alto in cielo. Consumarono la colazione insieme, nella stanza di Nerwen, e poi Calion la salutò con un ultimo, lungo bacio.

Quanto lasciò il palazzo di Yavanna, il volto del Vanya era mesto; aveva sempre saputo che prima o poi la loro storia sarebbe finita, anche se non si aspettava che ciò accadesse in quel modo. Aveva pensato che, un giorno, l'uno o l'altra avrebbe trovato la propria anima gemella ed avrebbe chiuso la loro relazione. Che Nerwen si recasse solo i Valar sapevano dove, per forse non tornare mai più, lo amareggiava. Avrebbe di gran lunga preferito che avesse trovato un consorte: anche se non l'amava in quel modo, le voleva bene e desiderava sinceramente che fosse felice.

Poi un pensiero lo colpì: forse Nerwen avrebbe trovato il proprio compagno per la vita durante quello stesso viaggio.

Quel pensiero, in qualche modo, lo consolò e la sua tristezza si alleviò, anche se non sarebbe scomparsa del tutto per molto tempo.

* * *

Non vista, Nerwen osservò Calion lasciare il palazzo; anche lei sentiva la sua stessa tristezza per la lunga separazione che li attendeva, e che forse sarebbe durata per sempre. La sua Seconda Vista - la facoltà della sua razza di intravedere sprazzi di futuro - non era d'aiuto, in quel momento, perché non si presentava a comando, e quindi lei non aveva la possibilità di intravedere qualcosa quando desiderava. Solitamente giungeva nei momenti più inaspettati, a volte persino inopportuni, senza preavviso; e spesso ciò che scorgeva era così enigmatico da non esserle d'alcun aiuto finché non accadeva. Ciò era comunque per il meglio, altrimenti la conoscenza troppo precisa del futuro avrebbe influenzato lei e chi le stava attorno in modo che poteva essere pericoloso o deleterio; ma in quel momento, Nerwen desiderò come mai prima di poter vedere attraverso il velo.

* * *

Più tardi, la Istar si recò da Yavanna per prendere congedo. Fece per inchinarsi davanti alla Valië, ma questa l'abbracciò.

"Ogni olvar e ogni kelvar di Endorë, a meno che non siano caduti sotto l'Ombra, ti saranno alleati e sostenitori", mormorò Yavanna, "E avrai l'amicizia ed il rispetto dei Nani nemici di Sauron, poiché sei seguace di Kementári, sposa di Aulë, che loro chiamano Mahal. A questo proposito ti porto un dono di mio marito: la conoscenza del khuzdul, il loro linguaggio."

Yavanna prese la testa di Nerwen tra le mani; la Istar chiuse gli occhi e percepì un grande, piacevole calore in un punto all'interno della sua calotta cranica, laddove la sua Maestra stava trasferendo la conoscenza di quella lingua direttamente nella sua mente, mandandola ad aggiungersi alle molte altre che già sapeva.

"Ed ora creerò il legame telepatico tra le nostre menti", proseguì Yavanna, sempre tenendole le dita appoggiate sulle tempie, "in modo che potremo comunicare attraverso lo spazio incommensurabile che ci separerà."

Di nuovo, la sensazione di benefico calore nel suo cervello, stavolta in una zona diversa. Dietro lo schermo nero delle palpebre, Nerwen vide l'immagine di una piccola porta. Se ne stava chiedendo la ragione, quando udì bussare, così si raffigurò di aprirla, e davanti a lei c'era Yavanna che le sorrideva.

Sarà così che percepirai una mia eventuale richiesta di contatto, spiegò la Valië, e allo stesso modo io percepirò una richiesta da parte tua.

Ho capito, pensò Nerwen in risposta.

Yavanna si staccò dalla sua discepola, sia mentalmente sia fisicamente, e la guardò negli occhi. Il suo atteggiamento mutò sottilmente, passando da amichevole a solenne.

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora