Capitolo LIV: La Terra tra i Fiumi

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Capitolo LIV: La Terra tra i Fiumi

Il giorno successivo ripartirono alla volta del fiume che delimitava il confine settentrionale del presunto territorio delle Entesse.

Sebbene la presenza di Aryon le consentisse di concentrarsi unicamente sull'altrove dato che al qui poteva badare lui, l'Aini non poteva mantenere i propri pensieri estesi per troppe ore di seguito, così l'area esplorata era forzatamente più ristretta in rapporto alla distanza che avrebbero potuto effettivamente percorrere; ma non volevano correre il minimo rischio di mancare le Entesse, magari di poco.

"Se non altro, questa regione è davvero bella", osservò Nerwen, quando quella sera si accamparono. Aryon, che stava rimestando lo stufato da lui preparato col coniglio cacciato nel pomeriggio, si girò a guardarla.

"La tua capacità di trovare il lato positivo delle cose è sempre stupefacente", dichiarò, tornando a sedersi accanto a lei, "È una delle qualità che più amo, in te."

La Istar gli sorrise:

"A volte mi scoraggio anch'io", ammise, "ma mai per troppo tempo. È proprio tipico del mio carattere, voler scovare un raggio di luce nel buio più profondo."

"Io invece sono tutto il contrario", ammise il principe. Il sorriso di Nerwen si allargò:

"Ma ti amo lo stesso!"

Lui le lanciò una rapida occhiata.

"E meno male!", bofonchiò; un sorrisetto gli danzava agli angoli della bocca in una maniera che l'Aini trovava sempre adorabile.

La loro diversità caratteriale avrebbe potuto essere fonte di scontro, tra loro; ma invece ne avevano fatto il punto di forza del loro rapporto, perché laddove uno eccedeva, l'altro mitigava, e dove uno non arrivava, arrivava l'altro. Si completavano e si arricchivano a vicenda. Ciò non escludeva piccoli bisticci, occasionalmente, ma si trattava sempre di bazzecole presto risolte col semplice uso del buonsenso da parte di entrambi. Perfino all'inizio, quando si erano scontrati, più che incontrati, sulle rive del Mare di Rhûn, c'era sempre stata questa capacità di intendersi – il che, alla luce del fatto che erano compagni per la vita, ora naturalmente appariva ovvio.


Il mattino seguente, smontarono il campo e ripresero la strada. Nel pomeriggio, Nerwen avvertì una consapevolezza che le sembrò nota, ma era molto debole a causa della lontananza. Tirò le redini di Thilgiloth, che si arrestò immediatamente.

Che succede?, domandò la Corsiera, muovendo gli orecchi per cercare di captare suoni insoliti.

"Ho sentito qualcosa", rispose la Maia, in tono teso, parlando ad alta voce a beneficio di Aryon. Il principe fece fermare Allakos accanto a Thilgiloth.

"Ostile?", s'informò, la mano già sull'elsa della spada.

"No, affatto", lo tranquillizzò lei, "ma è molto lontano; se riesco a capire in che direzione si trova possiamo avvicinarci e verificare."

Chiuse gli occhi per meglio concentrarsi ed estese al massimo i propri pensieri, muovendoli in un lento semicerchio davanti a sé.

"Di là", disse infine, indicando dritto verso nord, "ma non saprei precisare la distanza."

"Non ci resta che scoprirlo", commentò Aryon, con una scrollata di spalle. Diedero di tallone alle loro cavalcature e si rimisero in marcia.

Una mezz'ora più tardi, Nerwen si voltò verso il marito:

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora