Capitolo VI: Un vecchio amico
Nei giorni seguenti, Nerwen studiò accuratamente le mappe della Terra di Mezzo messe a sua disposizione da Círdan, mandando a memoria nomi, locazioni, distanze e conformazioni dei vari territori. Inoltre lesse molti libri e trattati sulle popolazioni, i regni, gli usi ed i costumi, la storia, nonché le erbe e gli animali della Terra di Mezzo, usando la prodigiosa velocità di lettura ed apprendimento tipica della sua razza.
Il nono giorno dopo il ricevimento del messaggio di Mithrandir attraverso il merlo, la Maia era come di consueto seppellita tra carte, rotoli e libri. Aveva trovato un trattato di storia incentrato sui Nani, i prediletti di Aulë, un tomo del tutto intonso perché nessuno all'infuori dei Nani conosceva il khuzdul, ed il libro era lì sicuramente soltanto per amore di collezione. Era stato scritto da un loro illustre storico; volendone sapere di più su questo popolo, nonché esercitarsi in khuzdul, si era messa a leggerlo. Ad un certo punto, giunse alla narrazione della terribile battaglia di Azanulbizar (o Nanduhirion, secondo il nome in sindarin), combattuta nel 2799 tra Nani ed Orchi davanti alle porte del decaduto regno nanico di Moria. Venne colpita in modo particolare dalla descrizione delle gesta del giovane principe Nano Thorin, che quel giorno si distinse per il suo coraggio indomabile che lo portò, rotto lo scudo, ad imbracciare un grosso ramo di quercia ed a proseguire la battaglia, guadagnandosi in tal modo il suggestivo soprannome di Scudodiquercia.
In quella, qualcuno entrò nella biblioteca e l'apostrofò con un quieto:
"Buongiorno, Nerwen."
La Istar sollevò lo sguardo, vagamente seccata di venir interrotta; quel che vide fu un Uomo assai anziano ma dal portamento imperioso, molto alto, con lunghi capelli e barba grigi, e vesti ugualmente grigie. In testa portava un grande cappello a punta, sempre grigio ed alquanto malconcio, ed in mano teneva un bastone di legno, nella cui punta era incastonato un cristallo grezzo.
"Buongiorno a te", Nerwen ricambiò il saluto, sforzandosi di essere cortese nonostante la leggera irritazione, "Ci conosciamo?"
"È passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti", dichiarò il vecchio, con una risatina, "ed il mio aspetto era assai diverso, allora. Forse è meglio che mi mostri a te così com'ero a quel tempo..."
Sollevò una mano e fece un gesto con le dita; il cristallo in cima al bastone avvampò, ed un filo di luce brillante ne uscì, avvoltolandosi rapidamente attorno alla figura dell'Uomo fino a creare un bozzolo talmente luminoso da costringere Nerwen a strizzare gli occhi per non rimanerne accecata. Pochi istanti, poi la luce scomparve, ed al posto del vecchio c'era un bel giovane sbarbato, alto e bruno, dai penetranti occhi di una sfumatura di colore tra il grigio e l'azzurro; con proprio sommo stupore, Nerwen riconobbe in lui il suo antico amico, ora collega Istar.
"Olórin!", gridò gioiosamente, alzandosi e volandogli incontro per gettargli le braccia al collo. L'altro rise di cuore e, posato rapidamente il bastone contro la parete, l'accolse tra le braccia, sollevandola e facendola girare tutt'attorno; piccola com'era rispetto a lui, non gli fu difficile.
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Nerwen la Verde e la ricerca delle Entesse
Fanfiction🥇Prima classificata nella categoria fanfiction nel *Lele's Contest 2020* di @lele31106 🥇Prima classificata nella lista dedicata nel contest *E il fandom parlò* 2021 di @freakdirectioner Insoddisfatti dell'operato degli Stregoni, i Valar inviano...