Capitolo XLVI: Oltre gli Orocarni

110 15 47
                                    



Capitolo XLVI: Oltre gli Orocarni

Occorsero quattro giorni per scendere dal passo, tanti quanti ne erano occorsi per salire; anche su questo versante c'era un sentiero, in condizioni più o meno uguali a quello dall'altra parte, per cui non ebbero difficoltà.

Ad alcune centinaia di metri di altezza, trovarono un punto panoramico e si fermarono a guardare: davanti a loro si stendevano territori che erano del tutto sconosciuti ai popoli che abitavano a occidente degli Orocarni. Il panorama era illuminato dal sole di fine giugno, con l'orizzonte leggermente caliginoso a causa dell'afa; si scorgeva una sterminata pianura erbosa, simile al mare d'erba di Rohan o dei regni degli Avari. Occasionalmente, un luccichio indicava la presenza di acqua e un'ombra più scura rivelava quella di gruppi di alberi e boschetti. Il terreno appariva praticamente piatto, con poche ondulazioni e nessuna altura degna di questo nome. Non si vedevano casolari isolati, tantomeno agglomerati di villaggi o città.

Quando arrivarono in fondo al valico, il sole era ormai tramontato alle loro spalle, dietro la catena montuosa; ci sarebbero state ancora almeno due ore di luce, ma preferirono ugualmente accamparsi.

Il mattino seguente, Nerwen ponderò la direzione da prendere.

"Non sono sicura di dove dirigerci", considerò, "È una cosa che mi rode da quando siamo partiti da Orrodal: dove andare, una volta superate le Montagne Rosse?", scosse la testa con un sospiro; aveva raccontato ad Aryon della visione avuta nello Specchio di Galadriel – non aveva motivo di nasconderglielo, dato che chiunque poteva guardare nello Specchio, se la Signora dei Galadhrim gliene dava licenza, e vedere qualcosa – ma essa era stata troppo rapida nello svolgimento per permetterle di scorgere con chiarezza la posizione geografica, "Ho un'idea abbastanza precisa di com'è fatta la terra delle Entesse, ma non del luogo in cui si trova, se non che confina con l'Oceano Orientale ed è percorso da molti fiumi e torrenti. Ci serve una mappa di questi territori, o qualcuno che li conosce e ci sappia indicare la strada..."

"Allora dobbiamo per prima cosa trovare un villaggio, o almeno una fattoria dove domandare notizie in merito", considerò Aryon, "A questo punto, una direzione vale l'altra."

"Già... allora andiamo dritti in direzione del sole che sorge e dell'Oceano Orientale", si risolse la Istar.


Procedettero verso est per alcuni giorni; nella mattinata del tre di luglio, mentre fiancheggiavano una collina rocciosa, incapparono in un torrente che fuoriusciva da una parete rocciosa, formando uno specchio d'acqua verde limpidissima, e decisero di fermarsi per un bagno, un gradito sollievo alla canicola estiva. Anche Túdhin si bagnò con loro.

Mentre rinfrescavano le loro cavalcature, Aryon notò nuvole scure, foriere di pioggia, provenire da oriente.

"Sembra che il tempo stia per cambiare", disse a Nerwen, indicando. Lei guardò e fu d'accordo.

"Meglio montare la tenda", suggerì. Portarono i cavalli al riparo degli alberi che circondavano la pozza d'acqua ed eressero la tenda che Zagal aveva loro fornito, piazzandola sotto le fitte fronde di un grosso frassino. Vi stiparono le loro coperte e il vestiario, avvolsero tutto il resto nei teli impermeabili che la generosa mercantessa Nana aveva loro procurato e poi, dato l'orario, pranzarono con un po' di carne affumicata e di lembas.

Avevano appena finito, che si levò un vento freddo e dal cielo cominciarono a cadere grosse gocce. I due fidanzati si rifugiarono nella tenda, mentre Túdhin andava a raggiungere Thilgiloth, Thalion e Allakos, che lo accolsero tra loro.

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora