Capitolo LI: Nell'antro del Balrog

94 14 21
                                    


Capitolo LI: Nell'antro del Balrog

Dopo pranzo, che consumò assieme a Pallando nella stanza di lui, Nerwen tentò ancora una volta di contattare Yavanna, ma invano. Se non bastava la differenza temporale tra lì e la Terra di Mezzo, anche questo contribuiva a rafforzare in lei la convinzione che si trovassero in un posto al di fuori di Eä. Non riusciva a comunicare con lei neppure attraverso Olorendor, né con sua sorella Melian o con chiunque altro; se era in grado di incontrarsi con Aryon, era sicuramente dovuto al fatto che erano uniti nel legame nuziale, che aveva congiunto le loro anime in un modo che soltanto la morte di uno dei due avrebbe potuto spezzare.

Con un sospiro, si alzò dal letto e Túdhin, percependo la sua delusione, le posò il muso contro la gamba per consolarla. Lei gli accarezzò affettuosamente la testa; in quella, udì bussare discretamente alla porta. Invitò ad entrare e sulla soglia comparve un paggio.

"Il mio signore Alatar richiede la tua presenza, Lady Nerwen", le disse, "assieme a quella di Lord Pallando, se siete disponibili. Vi attende nel suo studio."

"Ma certo", rispose l'Aini, "Avvertilo che arriviamo subito."

Congedato, il paggio si allontanò, mentre Nerwen andava a bussare alla porta di Pallando. Udendo il suo invito, entrò e gli comunicò il messaggio; lo Stregone si alzò dalla poltrona vicino alla finestra, dove stava riposando osservando il panorama che si godeva dall'alto della rocca, ed assieme si recarono da Alatar, accompagnati dal lupo.

"Miei cari amici", li accolse lo Stregone, "Venite, voglio portarvi nella mia stanza segreta, dove studio i misteri di questo mondo così simile eppure così diverso dal nostro. Tra le altre cose, anche il modo di tornare nella Terra di Mezzo. Possiamo partire da ciò che ho finora scoperto e provare a cercare una soluzione tutti insieme."

"Ottima idea", approvò Pallando, "Come dicevo stamattina, unendo le nostre forze sono sicuro che troveremo il modo."

Alatar lanciò un'occhiata incerta a Túdhin.

"Forse è meglio se lasciamo il vostro cane qui: si tratta di un luogo di grande potere e temo che si sentirebbe a disagio..."

Non ti lascio neanche per sogno, trasmise subito il lupo, protettivo come sempre.

"Túdhin è abituato a stare a contatto col nostro potere", dichiarò Nerwen con tranquillità, "Verrà con noi e non avrà alcun problema, né darà fastidio."

Alatar annuì, poi andò a chiudere la porta a chiave; aveva già dato ordine di non disturbarlo, come soleva fare quando si recava nel sotterraneo. Poi si avvicinò alla libreria e la spostò con l'apposita parola di potere, rivelando il retrostante passaggio. Presa e accesa la lampada, incoraggiò i due colleghi, che lo stavano osservando con interesse, a seguirlo giù per la scala a chiocciola.

Senza sospettare nulla perché non ne avevano alcun motivo, Pallando e Nerwen si accodarono ad Alatar, seguiti da Túdhin, e scesero per lo stretto passaggio. Mentre scendevano, l'Aini cominciò ad avvertire l'energia del luogo, paragonabile a quella di Arda, ma sottilmente diversa, a riprova inequivocabile che quel posto non era Arda. Si protese verso di essa per studiarla, scoprendo che era molto simile a quella che conosceva; la cosa non la stupì, poiché era stata in grado di comunicare con gli olvar e i kelvar di quel mondo: se fosse stata troppo diversa, non ci sarebbe riuscita, perché ogni cosa nel mondo – quello come Arda – era collegata attraverso di essa.

A mano a mano che scendevano, l'energia si faceva sempre più forte; raggiunsero infine una sala sotterranea, dove arrivò a livelli altissimi e Nerwen pensò che Alatar aveva ben ragione a definirlo un luogo di grande potere.

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora