Capitolo LVII: Chiarezza
"Non è necessario", dichiarò Aryon, "ma se lo vuoi fare, sono pronto."
In realtà lo era da molto tempo, fin dall'inizio. Non gli importava affatto chi lei fosse o non fosse realmente: Elfa o Umana, figlia di uno schiavo o di una regina, per lui contava solamente il fatto indubitabile che fosse la sua compagna per la vita.
"Avrei voluto potertelo dire fin da subito, ma come sai mi era stato proibito", esordì Nerwen e lui assentì, essendone consapevole, "Così com'era proibito anche agli altri Istari, perché abbiamo tutti stessa provenienza. Ti chiedo però di non divulgare a nessuno ciò che sto per dirti."
"Ma certo, hai la mia parola", la rassicurò lui.
Nerwen ponderò il modo in cui comunicargli la verità; i suoi occhi incrociarono quelli di Túdhin, che se ne stava accucciato tranquillamente e la guardava. Il lupo percepiva la tensione della sua amica a due gambe; non ne comprendeva il motivo ma, intuendo che aveva bisogno di incoraggiamento, strofinò la testa contro la sua gamba.
Che cosa c'è, Figlia del Tramonto?, le domandò. L'Aini sobbalzò lievemente all'uso di quel titolo: aveva quasi dimenticato che Túdhin, a differenza di Aryon, conosceva la sua origine.
Sto per dire ad Aryon da dove provengo, gli rivelò, ma non so come fare...
Usa parole semplici, suggerì il lupo, con molto buonsenso. Nerwen sorrise lievemente: aveva ragione, la via della semplicità è sempre la migliore. Grata del suo supporto, gli accarezzò il fianco; ed infine trovò le parole. Tornò a rivolgersi al marito:
"Gli Istari sono emissari dei Valar", gli ricordò ed il principe annuì nuovamente, dato che la cosa gli era ben nota, "Siamo stati scelti personalmente dai nostri rispettivi Maestri: nel mio caso, Yavanna; nel caso di Pallando, Oromë; e via discorrendo. E quando dico personalmente, intendo proprio alla lettera", fece una pausa per sottolineare quel che sarebbe seguito, "Proveniamo tutti da Valinor..."
Si interruppe perché sul viso di Aryon era sbocciato un sorriso trionfante:
"Lo sapevo!"
Nerwen sgranò gli occhi, sbalordita:
"Lo... sapevi?"
Lui si rese conto d'aver fatto un'affermazione eccessiva e corresse il tiro:
"No, non proprio... diciamo che l'avevo intuito. Spiegava molte cose: la tua longevità, la tua reticenza nel dichiarare da dove venivi, la tua agilità, la tua capacità di comunicare direttamente con una Valië... e soprattutto il fatto che ti vedo contemporaneamente sul piano visibile e su quello invisibile."
"Oh", fece lei, momentaneamente ammutolita: aveva sottovalutato l'acume di suo marito e se ne vergognò; poi ripensò a quello che aveva detto esattamente, "La mia... agilità?"
"Sì: ti ho vista, seppure solo di sfuggita, quella notte in cui gli Esterling ci hanno attaccato e presi prigionieri", spiegò Aryon, "e mi sono tornate in mente le parole di Meledhiel a proposito della tua velocità di movimento, alle quali al tempo non avevo dato peso. Le due cose messe insieme, però, mi hanno fatto pensare che potevi essere un'Elfa. Ora che l'hai confermato, sono enormemente sollevato di sapere che hai la vita dei Primogeniti."
Lei fece per annuire, poi esitò, rendendosi conto che lui aveva interpretato la cosa nella maniera più ovvia, senza sapere che era sbagliata; scosse la testa.
"Non sono un'Elfa", disse piano. Il principe Avar corrugò la fronte, perplesso.
"Non sei un'Elfa? E allora cosa..."
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Nerwen la Verde e la ricerca delle Entesse
Fanfic🥇Prima classificata nella categoria fanfiction nel *Lele's Contest 2020* di @lele31106 🥇Prima classificata nella lista dedicata nel contest *E il fandom parlò* 2021 di @freakdirectioner Insoddisfatti dell'operato degli Stregoni, i Valar inviano...