Capitolo XLV: Le terme di Castelvalico

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Capitolo XLV: Le terme di Castelvalico

Poche ore dopo, nel cuore della notte, il rumore di un tuono svegliò Nerwen e Aryon di soprassalto. La Istar si alzò, preoccupata per Túdhin che, come tutti i kelvar, aveva timore dei lampi e dei tuoni; il lupo si era infatti rintanato sotto il tavolo, alla ricerca di riparo.

"Vieni qui, vecchio mio", lo invitò Nerwen dolcemente, accucciandosi. Il predatore si alzò e le venne rapidamente vicino; le posò la testa sulla spalla e lei lo avvolse in un abbraccio confortante. Poi lo condusse in camera, dove frattanto Aryon aveva acceso una candela, e Túdhin andò a sdraiarsi a fianco del letto, dalla parte dove dormiva Nerwen. Il principe annuì in direzione della promessa sposa, approvando.

Nerwen estese i propri pensieri e cercò la mente di Thilgiloth, che trovò desta, svegliata dal rumore dei tuoni, ma non spaventata: occorreva ben di più di un temporale, per quanto violento, per intimorire una Corsiera par suo.

"Come stanno Thalion e Allakos?", le domandò la Istar.

I rumore li inquieta, ma siamo al sicuro, qui, la rassicurò Thilgiloth. Nerwen mandò una sensazione tranquillizzante ai due cavalli, che udendola si rasserenarono, anche se avrebbero continuato comunque a sobbalzare ad ogni tuono.

Il rumore della pioggia scrosciante contro i vetri indusse Nerwen a scostare la pesante cortina che oscurava la finestra e a guardare fuori; stava diluviando e c'era un forte vento di ponente che spingeva l'acqua contro quella facciata del castello, inondandola. Aryon si alzò a sua volta e le si affiancò, guardando fuori.

"Meno male che siamo al riparo di solide mura", commentò, abbracciando la Istar da dietro, "Te l'immagini un maltempo simile in tenda...?

"Già, meno male davvero", considerò Nerwen. Un lampo enorme squarciò le tenebre, illuminando tutto di una luce violenta, seguito quasi immediatamente da un tuono assordante che fece trasalire i due fidanzati e uggiolare Túdhin. Nerwen si sciolse dall'abbraccio e andò ad accarezzare il lupo, mandandogli pensieri rassicuranti. Quando il predatore si calmò, tornò a coricarsi; Aryon la imitò e spense la candela, sdraiandosi al suo fianco. Il temporale infuriò ancora per qualche tempo, facendo trasalire a ogni fragore di tuono sia loro che Túdhin, ma infine si allontanò e così poterono riaddormentarsi.

Il mattino si alzarono e trovarono che pioveva a dirotto; lo stretto orizzonte sopra il valico era coperto da parte a parte di pesanti nuvole scure che parevano intenzionate a non muoversi, nonostante imperversasse un forte vento che faceva tintinnare i vetri.

"Direi che per oggi non riprenderemo certo il viaggio", osservò Aryon con una smorfia.

"Già", confermò Nerwen, cominciando a vestirsi, "Beh, dai, poteva andarci peggio... pensa se questo maltempo ci sorprendeva all'aperto. Almeno, qui stiamo all'asciutto e abbiamo ogni comodità."

Il principe Avar si girò a guardarla e le fece il suo tipico piccolo sorriso:

"Riesci sempre a trovare un lato positivo in tutto, mio fiore. Ti amo anche per questo."

Lei contraccambiò il sorriso:

"Grazie... ma in fondo si tratta solo di trarre il meglio da ogni situazione. Nella fattispecie, visto che non possiamo proseguire, almeno godiamoci il soggiorno."

Lui fece il giro del letto e andò ad abbracciarla.

"Hai fatto così anche a Bârlyth?", le domandò, scrutandola negli occhi. La Istar gli circondò la vita con le braccia ed appoggiò il capo contro il suo petto, dove percepiva il battito, saldo e costante, del suo cuore.

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora