Capitolo XXXIV: Dubbi e tormenti

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Capitolo XXXIV: Dubbi e tormenti

Aryon Morvacor salì in arcione e scosse le redini; obbedientemente, Allakos si mise in movimento, avviandosi lungo la strada che portava fuori dal porto sul Rinnen.

Espletati i suoi doveri, Aryon era intenzionato a cercar rifugio nel suo casino da caccia, situato in una zona ricca di selvaggina a nord di Bârlyth, in cerca di solitudine e pace per riflettere e prendere una decisione riguardante il suo futuro con Nerwen, così come si era ripromesso due notti prima, quando si rigirava insonne nel suo letto. Il ricordo dei baci infuocati che si erano scambiati, del profumo della sua pelle, della morbidezza del suo corpo contro il proprio non lo aveva lasciato un istante, e stava diventando una vera ossessione. Avrebbe dato il braccio destro per rivivere quei momenti esaltanti, ma non appena formulava quel pensiero, la sua mente gli rammentava impietosamente le ragioni per le quali era scappato. Sì, scappato: era inutile rifiutarsi di ammetterlo, la sua era stata una fuga, una fuga di fronte ad un dilemma; ma Aryon Morvacor, Prima Spada dell'Alta Sovrana delle Sei Tribù degli Avari, non era tipo da scappare di fronte a niente. Il problema era soltanto rimandato, e non di molto, perché aveva tutte le intenzioni di affrontarlo e risolverlo, in un modo o nell'altro.

Imboccò il sentiero che dal Rinnen si dirigeva a nord, verso il capanno da caccia, ignaro che in quello stesso momento Nerwen stava lasciando Bârlyth.

Nel tardo pomeriggio il principe raggiunse la sua meta; smontò e condusse Allakos nello stallo accanto al casino, dove gli tolse i finimenti e lo strigliò per bene prima di dargli da mangiare la biada conservata in alcuni sacchi accatastati in un angolo. Infine entrò nel capanno, dove accese un lume; dalla locanda al porto in cui si era fermato la notte precedente, Aryon aveva portato vettovaglie sufficienti per un paio di giorni, ed ora si mise a sbocconcellare un pezzo di pane con del formaggio fresco, che innaffiò generosamente con vino rosso. Poi si stese sul letto, stanco e di cattivo umore. Con un sospiro, chiuse gli occhi, e subito gli si parò davanti l'immagine di Nerwen con addosso la sola camiciola, attraverso la cui stoffa semitrasparente aveva scorto il suo amabile corpo, coi capezzoli eretti che premevano contro il tessuto impalpabile; trasalì e venne scosso da un caldo brivido di desiderio. Desiderio non solo fisico di averla lì con sé in quel letto, tra le proprie braccia; ma anche di vederla, di udirne la voce, la risata, di coglierne il peculiare profumo. Si accorse di sentirne la mancanza in maniera straziante, come se fosse stato lontano da lei per mesi, e non soltanto due giorni.

Senza accorgersene, scivolò nel sonno.

Il giorno seguente si alzò sentendosi acciaccato ed intirizzito, neanche avesse dormito all'addiaccio senza fuoco in un'umida notte autunnale. Ciò non fece che peggiorare il suo umore, che rimase cupo per tutto il giorno mentre gironzolava nei dintorni armato di arco e frecce; ma era talmente svogliato che non prestava attenzione, così la cacciagione di pelo e di penna ebbe ampio margine per darsi alla fuga.

Il giorno successivo non fu migliore del primo, ed il malumore del principe peggiorò mentre si dibatteva nel vano tentativo di decidere il da farsi.

Quella sera andò a dormire assai scontento.

Giunta ai margini di Eryn Rhûn, Nerwen si fermò per la notte che era ancora chiaro; del resto, quelli erano i giorni più lunghi dell'anno.

Anche quella sera, decise di risparmiare il più possibile le vettovaglie che le erano state date a palazzo e cercò invece erbe commestibili e funghi per farne una zuppa, in cui intinse delle gallette. Aveva ancora del lembas, ma cominciava a scarseggiare, così preferì conservarlo. Pensò con disappunto che, se non avesse avuto tanta fretta di lasciare Bârlyth, avrebbe potuto farne di fresco nelle cucine del palazzo di legno; ma dato che era andata così, lo avrebbe fatto in un altro momento, qualora si fosse presentata la possibilità.

Nerwen la Verde e la ricerca delle EntesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora