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19 luglio
Harry traboccava di un energia irrequieta che lo rendeva incapace di concentrarsi su qualsiasi cosa.
In quei momenti marciava su e giù per la stanza furioso con tutti coloro che lo avevano lasciato lì dai Dursley.

Oppure era invaso da un improvvisa sonnolenza che lo faceva stare disteso sul letto per ore, a fissare il vuoto, terrorizzato al pensiero dell'udienza al Ministero.
Se avessero votato contro di lui? Se lo avessero espulso e spezzato la sua bacchetta? Sarebbe finito ad Azkaban?

Tutte le volte che gli si presentava questo pensiero, Harry scivolava fuori dal letto e ricominciava a camminare su e giù come un anima in pena.

La quarta sera che era stato rinchiuso nella sua stanza, Harry era in una delle sue fasi apatiche, disteso a fissare il soffitto, quando zio Vernon entrò nella sua stanza, sfoggiando il suo completo migliore.

"Usciamo" disse
"Scusa?"
"Tua zia, Dudley ed io usciamo"
"Bene" rispose Harry tornando a fissare il soffitto.
"Non uscire dalla tua stanza"
"D'accordo"
"Chiudo la porta a chiave"
"Fallo"

Zio Vernon lo guardò insospettito, poi uscì rumorosamente dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle facendo girare la chiave.
Qualche minuto dopo Harry sentì la macchina percorrere il vialetto ed allontanarsi dalla casa.

Harry rimase lì, non preoccupandosi neanche di accendere la luce e la stanza divenne via via sempre più buia. Poi udì all'improvviso un frastuono in cucina, di sotto.
Scattò a sedere ed ascoltò attentamente. Non potevano già essere i Dursley, si disse.

Afferrò la bacchetta dal comodino e rimase lì in piedi davanti alla porta della camera, ascoltando con tutto sé stesso. Un attimo dopo sussultò sentendo la serratura scattare e la porta spalancarsi.

Harry rimase immobile a guardare il buio pianerottolo oltre la porta aperta, attendendo altri rumori ma non ce ne furono. Esitò un momento poi uscì dalla camera andando in cima alle scale.

C'erano delle persone accalcate all'ingresso nella semi oscurità, otto o nove e tutte guardavano lui.

"Giù la bacchetta ragazzo" ringhiò qualcuno da sotto
"Professor Moody" disse Harry incerto.
"Professore non proprio, non è che abbia insegnato per molto" "Vieni giù, vogliamo vederti bene"

Harry abbassò leggermente la bacchetta ma non si mosse, ancora sospettoso. Non fece in tempo a decidere sul da farsi, che una seconda voce un pò roca salì per le scale.

"È tutto a posto, Harry. Siamo venuti per portarti via"
"Professor Lupin" Disse incredulo "È lei?"
"Perché stiamo tutti al buio?" Domandò un altra voce che Harry non conosceva "Lumos"

La punta di una bacchetta si accese, illuminando l'ingresso di luce magica. Harry battè le palpebre. Le persone di sotto si accalcavano ai piedi delle scale e guardavano in su, verso di lui. Remus Lupin era il più vicino e rivolse ad Harry un gran sorriso che il ragazzo cercò di ricambiare.

"Ooh è proprio come lo immaginavo" disse la strega che aveva acceso la luce, Nynphadora Tonks.
"Si ora capisco cosa intendi Remus" disse un mago di colore, calvo, appena un passo indietro. "È identico a James" continuò.
"A parte per gli occhi" precisò un altro mago "Gli occhi di Lily"

Harry scese le scale, sentendosi addosso gli sguardi di tutti.
"Andiamo via?" Chiese a Remus "Subito?"
"Quasi subito" rispose Lupin
"Dove andiamo?" "Alla tana?"
"No alla tana no, troppo rischioso"

"Come facciamo ad andare dove andiamo?" Chiese Harry
"Con le scope" rispose Lupin "È l'unico modo"
"Remus dice che voli bene" disse Kingsley Shacklebolt il mago calvo di colore ad Harry.
"È bravissimo" confermò Lupin.

"Comunque meglio che tu vada a preparare le valigie Harry dobbiamo essere pronti per quando arriverà il segnale"
"Vengo ad aiutarti" propose Tonks allegramente.

Poco dopo scesero giù.
"Perfetto andiamo" Disse Lupin lasciando sul tavolo della cucina una lettera per i Dursley. Uscirono tutti sul prato curatissimo di zio Vernon.

"Voleremo in formazione compatta" Iniziò a spiegare Malocchio "Tonks starà davanti a te, stalle attaccato alla coda. Lupin ti coprirà da sotto. Io starò dietro di te. Gli altri staranno attorno a noi." Finì di spiegare Moody. "Chiaro?" Chiese ad Harry.
"Si" rispose il ragazzo.

Arrivò il segnale. Delle scintille rosse in lontananza.
"Il segnale andiamo!" Disse Lupin
Salirono tutti sulle scope e partirono.

Volarono per una buona mezz'ora, in silenzio, nel buio della notte. Finché non si senti la voce di Lupin.
"È ora di cominciare la discesa!" Disse egli "Segui Tonks, Harry!"
Harry seguì Tonks in picchiata e poco dopo toccarono terra.
"Eccoci!" Esclamò Tonks, sbrigliando il baule di Harry dalla sua scopa.

Harry si guardò attorno. Le facciate delle case circostanti non erano molto accoglienti, alcune con i vetri rotti, altre con la vernice scrostata.
Moody guidò Harry verso esse seguito da Tonks e Remus che trasportavano il baule del ragazzo e gli altri maghi.

All'improvviso una casa spuntò tra il numero undici e tredici. Il numero dodici di Grimmauld Place.
Harry salì i gradini di pietra, fissando la porta che si era appena materializzata. Non c'erano né serratura né cassetta delle lettere.

Entrarono. Si udirono dei passi affrettati e la signora Weasley emerse da una porta all'altro capo dell'ingresso. Sorrise correndo verso di loro.
"Oh, Harry, che bello vederti!" Disse abbracciandolo.

Poi si girò verso gli altri maghi.
"La riunione è iniziata" disse "Harry tu và di sopra da Ron ed Hermione, vi chiamiamo quando è pronta la cena, la tua stanza è la porta a destra" disse andando via con gli altri maghi.

Harry salì al piano di sopra, aprì la porta a destra ed entrò. Il suo campo visivo venne però subito oscurato da una gran quantità di capelli cespugliosi.
Hermione gli si era gettata addosso abbracciandolo.

Harry subito li attaccò, arrabbiato per non esser stato reso partecipe di tutto quello. A quanto pare Silente gli aveva fatto giurare di non dirgli nulla. Che non si fidasse di lui? Ma perché?

Ad ogni modo, oramai le acque si erano calmate, chiacchierarono tutti insieme, anche con Fred George e Ginny, visto che il loro piano di origliare la riunione con le orecchie oblunghe era fallito. Avevano gettato un incantesimo imperturbabile sulla porta della cucina, dove avevano luogo le riunioni.

Poco dopo vennero chiamati a cena dalla signora Weasley e scesero tutti giù. Harry era l'ultimo, camminava a testa bassa. Ormai i suoi amici erano entrati. Alzò lo sguardo e...

"Sirius!" Esclamò Harry felice.
"Harry" disse Sirius Black abbracciandolo.

Una BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora