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"Ho accompagnato la signorina Black professor Silente"

"Oh grazie Severus"
Il mago fece un sorriso tirato.
"Buonasera" disse, e tolse il disturbo.

Carlotta si girò per chiudere la porta ma Silente la precedette con un colpo di bacchetta.

La ragazza si girò di nuovo ammirando per la seconda volta l'intero ufficio, pieno di oggetti magici di tutti i tipi.

Si diresse verso la scrivania dietro la quale era seduto il preside, che la guardava sorridendo.

"Carlotta siediti pure. Ho il presentimento che faremo un po' tardi perciò se lo vorrai dopo scriverò una lettera che ti asterrà dalle lezioni di domani"

"Grazie mille professore"
"Soprattutto perché sospetto che avrai molto a cui pensare..."

Questa frase la fece preoccupare, e non poco. Il preside la scrutava attentamente da dietro gli occhiali a mezzaluna, senza emettere alcun fiato.

Pochi secondi dopo si ritrasse sulla sedia iniziando a parlare.
"Prima di tutto direi di iniziare dalle tue domande Carlotta, suppongo tu ne abbia molte"

"In effetti si professore... ehm, Remus una volta mi ha detto che lei aveva scritto una lettera in cui... ehm... diceva che c'è una profezia su di me e che ho impedito il rintracciamento di Voldemort e che-"

"Carlotta tranquilla. Si confermo tutto ciò che stai dicendo... devi capire però che non posso spiegarti tutto in una sera e soprattutto mi mancano molti pezzi del puzzle"

"Cosa intende professore?"
"Che molte cose ancora non tornano, mi mancano dei pezzi i quali ora che sei qui cercheremo di trovare. Sei disposta ad aiutarmi?"

"Certo"
Il mago sorrise.
"Benissimo"

"Non so molto più di te Carlotta" continuò alzandosi e girando per la stanza, avanti e indietro.

"Quando Voldemort ed i suoi mangiamorte sono entrati in casa tua la notte del 31 ottobre hanno ucciso tua madre, ma non te.
Non ti sei mai chiesta perchè?"

"Ehm... per via delle mie capacità magiche?"
Il mago si fermò e si girò a guardarla, sorridendole dolcemente.

"Non ti sembra un po' debole come teoria Carlotta? E comunque una volta che ha visto che non volevi sottostare ad i suoi ordini perché non ti ha uccisa?"

Riprese a camminare pensando.
Carlotta era ancora più confusa di prima.

"Carlotta, questo che ora ti mostrerò è l'unico pezzo che ho, ci sono ancora molte cose da chiarire" Disse dirigendosi verso un alto mobile pieno di boccette contenenti un liquido grigio chiaro.

"Questo è un mio ricordo Carlotta, uno dei più strani che ho e fatico ancora a comprenderlo a pieno. Vorrei che tu lo vedessi"

Carlotta annuì, l'anta di un vecchio armadio si aprì e ne uscì un piatto d'argento contenente uno strano liquido color perla.

"Professore?"
"Si?"
"È un pensatoio vero?

"Esatto"

Il preside aprì la boccetta e versò il liquido all'interno del piatto.
Poggiò una mano sulla spalla della ragazza.
"Guarda"

Carlotta fissò il piatto, la strana sostanza color perla ora aveva delle sottili striature nere, probabilmente date dal ricordo versato all'interno.

Sapeva esattamente cosa fare: immergere il viso all'interno e guardare il ricordo.

Così prese un bel respiro cercando di calmare l'ansia e si piegò in avanti.

Venne catapultata in un triste salotto.
Il camino era quasi spento, le due vecchie poltrone davanti ad esso sembravano esser state rosse un tempo, ora erano quasi grigie, come la pareti. Tra di esse vi era un piccolo tavolo di legno.

Sopra al camino vi era una mensola di pietra con sopra varie sfere di cristallo, al centro c'era la più grande, che rifletteva il viso della donna seduta su una delle due poltrone.

I suoi capelli ricci e gonfi superavano lo schienale di essa.
Da dietro i grandi occhiali, gli occhi erano acquosi, sul grigio, preoccupati e lontani, molto lontani.

Carlotta si fece avanti per guardarla sapendo perfettamente che non poteva vederla.

Si bloccò vedendo su di una sediolina di legno un quotidiano della gazzetta del profeta.
Lesse la data curiosa: 22 Novembre 1979.

Lo scoppiettio del fuoco la distrasse, mise giù il giornale e si girò di nuovo verso la donna, la guardò meglio...

Era la professoressa Cooman.
La donna continuava a torturarsi le mani stringendosi nel suo scialle bordeaux, tremava scossa da lievi sussulti.

"Ecco Sibilla"
Carlotta si girò di scatto. Un Silente più giovane stava venendo verso di lei e la professoressa, in mano aveva un vassoio con due tazze di tè.

Lo poggiò sul tavolino e sedette all'altra poltrona, guardando attentamente la donna.

Carlotta si sedette a terra tra i due, sul tappeto, guardandoli attentamente.

"Dimmi cosa è successo" parlò in tono tranquillizzante Silente.
La Cooman punto i suoi occhi acquosi resi più grandi dagli occhiali in quelli del preside.

"L-l'ho sognato Albus"
"Chi Sibilla"
"Lui"

Carlotta non riusciva a capire. Lui chi? La situazione stava cominciando ad agitarla.

Faceva freddo, e l'ansia della professoressa non era di certo piacevole, persino Silente era preoccupato, probabilmente non capendo neanche lui le parole della professoressa.

"Sibilla, non devi aver paura... ho messo degli incantesimi di protezione per tutta l'area della casa, e io ho la bacchetta proprio qui se è questo a preoccuparti... ma devi essere il più chiara possibile va bene?"

La Cooman annuì.
"Chi hai sognato Sibilla?"
Lei non rispondeva, fissava il fuoco che stava per spegnersi, stringendo lo scialle.

Silente attendeva pazientemente.
Carlotta invece fremeva dalla voglia di sapere e impazziva per tutta quell'attesa.

"Tu-sai-chi Albus, l'Oscuro Signore"
Silente era visibilmente sorpreso, ma non disse nulla, attendendo pazientemente che continuasse.
Gli occhi della Cooman tornarono sul fuoco.

Carlotta guardava entrambi attentamente, concentrata a non perdersi nulla.

"Lo vedo anche adesso Albus"
"Sempre Voldemort?" Chiese lui.

"Una ragazza"
"Chi è Sibilla? Chi è?"

"Colui-che-non-deve-essere-nominato deve stare attento..." "Il suo piano ha una falla..."

La Cooman cominciò a tremare più forte, stringeva lo scialle arrotolandolo e tirandolo.

Carlotta la guardava impaurita, l'aria si era fatta incredibilmente pesante.

"La ragazza... la ragazza..."
"Sibilla quale ragazza. Chi è questa ragazza Sibilla?"

"Tra otto mesi, il sedici luglio nascerà... forti poteri... la notte del sedici luglio... nascerà... forti poteri... Carlotta Black" Disse infine.

Carlotta seduta sul tappeto sussultò, le sembrò di svenire.

La Cooman aveva iniziato a tremare violentemente, strappò lo scialle lanciandolo nel camino.

Silente si alzò cercando di calmarla, ma lei lo guardò, gli occhi erano diventati neri, aprì bocca e la voce che ne uscì era completamente diversa: più profonda, più lontana...

"Ciò che è morte ella distruggerà. Le sette anime nate dalla morte ella ucciderà"



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Confusi?😂
Ditemi le vostre idee a riguardo nei commenti raga, forse indovinate (si spera di no)

Avevo ansia anch'io mentre lo scrivevo HAHAH

Siamo in vacanza quindi ho pubblicato anche oggi cuori, votate se vi è piaciuto.

Kiss kiss

Una BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora