"Cosa?!"
"Fred per favore. Il patto era che sareste stati zitti" Lo riprese Molly.
I presenti alla riunione erano i soliti in numero un po' ridotto, tra cui Kingsley Shaklebolt, Alastor Moody, Emmeline la migliore amica di sua madre e purtroppo Severus Piton.Colui che tra tutti sembrava disapprovare di più il piano.
Oltre ai suoi amici ovviamente. Sirius e Remus avevano deciso di far partecipare tutti loro alla riunione così che potessero capire bene cosa avrebbe fatto la loro amica, a patto che fossero rimasti in silenzio.I quindici maghi adulti seduti a quel tavolo erano a dir poco sorpresi, nonostante sapessero già.
Non obiettarono conoscendo bene il potere della ragazza, ma neanche aggiunsero nulla che rendesse il piano meno orribile.
"Ho solo due domande" Disse un mago che Carlotta non aveva la più pallida idea di chi fosse. Tutti alzarono lo sguardo verso di lui. "E se dovessero cercare di estorcerti informazioni sull'ordine? E se dovessero chiuderti in un'area della casa dove è impossibile smatarializzarsi?"Cavolo, alla seconda domanda effettivamente non ci aveva pensato.
"Per la prima domanda non è un problema, non dirò nulla potete starne certi"
"Per la seconda potremmo usare Dobby" Disse Harry all'improvviso prima che Carlotta potesse pensare a qualcosa da dire.
Non aveva mai amato Harry più che in quel momento.
Guardarono tutti il ragazzo. "Gli elfi domestici possono smaterializzarsi ovunque" Spiegò lui.
"Harry è geniale" Esclamò Carlotta.
"Un elfo domestico?" Chiese Moody non molto d'accordo."Dobby è un elfo libero, lavora nelle cucine ad Hogwarts ed è sempre stato dalla parte di Harry"
"È l'alternativa migliore che abbiamo"
"È un elfo libero ciò significa che non è obbligato a obbedirci"
"Infatti lo farà perché lo vuole" Rispose decisa Carlotta.
Emmeline sospirò. "Se tu pensi che funzionerà va bene... non abbiamo soluzioni migliori"
"Sei sicura che non ti uccideranno?" Le chiese Kingsley.
Lei annuì "Voldemort vuole uccidermi di persona. Prima che sarà arrivato io sarò andata via. Devo solo leggere loro la mente.""Stiamo rischiando le sorti dell'intero ordine della fenice, mettendolo nelle mani di una ragazzina di quindici anni. Come possiamo essere certi che tu resista a qualunque cosa ti faranno?" Chiese Piton con calma e il suo solito tono da superiore.
"Perchè è quello che per anni mi hanno addestrata a fare, sopportare"
Piton non rispose, con un gesto fulmineo della bacchetta da sotto il tavolo legò Carlotta alla sedia.
"Cosa-" Iniziò lei confusa. Ma prima che potesse dire qualcos'altro lui spostò la sedia su cui era bloccata dall'altra parte della stanza."Severus" Lo richiamò un mago "Che diavolo fai?"
"Verifico l'affidabilità di questo piano. Crucio" Disse senza muoversi dal suo posto.
"No!" Fred stava per alzarsi ma Arthur lo fermò.
L'incantesimo la colpì, strabuzzarono tutti gli occhi: non aveva fiatato.
La ragazza puntò velocemente lo sguardo negli occhi del professore di pozioni, sfidandolo."Non sta desiderando abbastanza di farmi del male professore... sa com'è, sono abituata ai Cruciatus di Voldemort" Gli disse pochi secondi dopo con un sorrisetto.
Piton assottigliò lo sguardo infastidito e mise più forza nell'incantesimo.
Carlotta abbassò la testa di scatto mordendosi la lingua per non urlare. Si era arrabbiato così tanto con quel commento?Non cedette e rialzò subito il viso tornando a guardarlo determinata stringendo i denti.
"Non è possibile..." Mormorò Emmeline sbalordita.
"È incredibile" Kingsley la guardava a bocca aperta.
Carlotta li guardò, sentendo all'improvviso più dolore di prima. La stavano trattando come un esperimento. Proprio come facevano loro. Come faceva Voldemort.
Faceva più male questo della maledizione della tortura.
Guardò suo padre per un attimo sperando che dietro la sua espressione determinata scorgesse ciò che cercava di comunicargli.
Lo guardò un secondo, poi tornò a guardare Piton con aria di sfida.
STAI LEGGENDO
Una Black
FanfictionLa figlia del famigerato pluriomicida Sirius Black. La notte del 31 Ottobre 1981 Sirius Black venne rinchiuso ad Azkaban per colpe che non aveva. Quella stessa notte morirono anche sua figlia e sua moglie. O almeno così credevano tutti. Carlotta Bl...