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Carlotta si ritrovò di nuovo nell'ufficio di Silente, annaspando in cerca d'aria, si sentiva male, la testa le girava.

Il preside la guardava apprensivo, la toccò e Carlotta sussultò leggermente ma si fece guidare alla sedia difronte la scrivania del preside senza obbiettare.

Prese un paio di respiri tremanti cercando di calmarsi, aveva paura.
"Professore cosa significa?"
"Sei importante per sconfiggere Lord Voldemort Carlotta, sei la falla nel suo piano"

"Ma perché? Cosa sono destinata a fare? Cosa c'entro io"

"È evidente che sei legata a lui Carlotta, non so come ma è così. Con la tua costante presenza al suo fianco è riuscito a impedire che chiunque lo rintracciasse persino me, è riuscito a far credere a tutti che ancora era sparito o come credevano in molti morto nel mentre che recuperasse le forze e riuscisse a trovare un modo per toccare Harry senza provare dolore - intento in cui è riuscito l'anno scorso - per poter tornare infine a tutti gli effetti"

"Ha davvero fatto tutto questo grazie a... me?" Carlotta era inorridita.
"Si, non sentirti in colpa Carlotta, il punto è non so come abbia fatto, non so cos'è che ti lega a lui"

Carlotta era un po' delusa.
"Potrebbe avere a che fare con- no non penso proprio" Il preside sembrava parlare più a sé stesso che alla ragazza.

"Con cosa professore?"
"No niente"
Carlotta si morse la lingua per evitare di fare altre domande.

"Adesso che sei scappata e Voldemort ha intenzione di tornare e farlo sapere all'intero mondo magico non gli serve più che tu lo protegga... e-"
"Vuole uccidermi" completò Carlotta.

Il preside annuì.
"Si, vuole ucciderti"

◇◇◇

Carlotta camminava velocemente assorta nei suoi pensieri.
Arrivò ai piedi delle scale della torre est del castello e le salì, il cuore rischiava di uscirle dal petto.

Quella notte come conferma dei sospetti di Silente, non era riuscita a dormire, si era rigirata nel letto fino all'alba.

Stanchissima si era alzata dal letto ringraziando mentalmente il preside per averle giustificato l'assenza a tutte le lezioni di quel giorno.

Non era in vena di parlare con nessuno, perciò dicendo a Hermione che si sentiva poco bene rimase a letto fino all'inizio delle lezioni, facendo colazione quando ormai la sala grande era completamente vuota.

Bussò ansiosamente alla porta, con il respiro leggermente affannato per le tante scale.

La porta si spalancò pochi secondi dopo.

"Buongiorno Professoressa Cooman"
"Oh... buongiorno cara... Carlotta Black vero?" Disse la donna avvicinandosi a lei.

Aveva uno scialle molto simile al ricordo che aveva visto la notte prima.

"Professoressa avevo un paio di domande sulla lettura delle foglie di tè"

"Oh... ma certo cara" la donna però la guardava attentamente, Carlotta ebbe per un'attimo paura che la professoressa avesse colto le sue vere intenzioni.

Ma la donna si voltò prendendo delle tazzine di tè in un armadietto.

Invitò la ragazza a sedersi di fronte a lei, alla cattedra.

Dopo un'ora di lezione la professoressa rivelò la predizione data da quelle piccole foglie.

"Pericolo... sarà pericoloso e duro ciò che affronterai, perderai molto ragazza mia, ma alla fine ne gioirai se riuscirai a trovare la luce nelle tenebre"

Una BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora