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"Carlotta cosa hai visto e sentito precisamente"
"Non lo so professore è come se una parte della mia mente fosse stata lì a guardare la scena"
"Da dove la stavi guardando? Eri lì fisicamente?"
"No professore... è strano ma è come se avessi visto dagli occhi del serpente"

Il preside la scrutò attentamente seduto dietro la grande scrivania di legno del suo ufficio.
"La cosa più importante è che hai salvato la vita del signor Weasley"
Carlotta annuì pensierosa.

"Professore?"
"Si?"
"Ricordo che la sera prima di salire sul treno per Hogwarts, a casa di Sirius ho fatto uno strano sogno, che sembrava straordinariamente reale. Ricordo l'angosciante sensazione di ansia e paura e... è stato davvero strano"

Silente la guardò attentamente.
"Va avanti"
Carlotta sospirò scavando nei ricordi.

Era tutto buio, il freddo le entrava dentro congelandole le ossa, una strana presenza lì dentro faceva accapponare la pelle e attorcigliare le budella.

Ad un certo punto un ticchettio sinistro arrivò alle orecchie di Carlotta che si girò potendo finalmente vedere un po' di luce.

Essa era emanata da un piccolo oggetto che sembrava assomigliare ad un calice, anzi no, ad una coppa.
L'oro della coppa stava adesso illuminado l'intera stanza.

Era di una scura pietra, Carlotta ebbe la sensazione di essere molti metri al di sotto della Terra.
Si guardò intorno di nuovo, ma questa volta non vide il vuoto ma centinaia di piatti, bicchieri e gioielli d'oro.

Alle sue spalle c'era la porta che con suo profondo terrore era chiusa e non sembrava esserci modo di aprirla.
Il silenzio era sempre più insopportabile e agghiacciante.

Iniziò a sentire dei sussurri alle sue spalle e si girò di scatto, non c'era nessuno.
Guardò in alto in direzione della coppa e le si accapponò la pelle, un terrore inspiegabile la invase, insieme alla consapevolezza che quella non era una semplice coppa.

Un fischio fortissimo iniziò a risuonarle in testa talmente forte che temette di diventare sorda, nel migliore dei casi forse...
Aprì gli occhi e non vide più nulla, di nuovo.
Che fosse morta?

"Ero in questa stanza di pietra, ricordo di aver provato la sensazione di trovarmi molti metri sotto terra, era molto umido ma soprattutto era completamente buio"
Silente la scrutava pensieroso, aveva l'aria di sapere esattamente in che situazione si trovasse, possibile sapesse sempre tutto?

"Poi ho sentito uno strano ticchettio e girandomi ho visto l'unica cosa che emanava un qualche tipo di luce, era una coppa d'oro, la sua luce ha poi illuminato l'intera stanza. Mi sono guardata di nuovo intorno ed era pieno di gioielli d'oro e altro. Infine ho iniziato a sentire dei sussurri confusi, poi un fischio fortissimo e mi sono svegliata"

"Da dove venivano le voci?" Le chiese guardandola attentamente da sopra gli occhiali a mezzaluna. Carlotta lo guardò interdetta e leggermente spaventata di esporre la sua supposizione.
"Credo-credo venissero dalla coppa"

"Interessante"

Interessante? Era tutto ciò che aveva da dire? Interessante?

"Professore ma che significa?"
Il preside sospirò distogliendo lo sguardo.
"Sei collegata a Voldemort Carlotta, come Harry ma non allo stesso modo, prima era solo una mera supposizione ma adesso ho collegato quasi ogni pezzo"

La ragazza pensò alle lunghe assenze del preside. Le aveva fatte per capire cosa la legasse a Voldemort? Silente annuì come se le avesse letto nel pensiero.
Carlotta ricordò l'ultima volta che avevano parlato e le aveva detto che gli mancavano ancora molti pezzi del puzzle.

Una BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora