Capitolo 7: Un (involontario) patto con il Diavolo

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Mercoledì

«M'ami tu? So bene che dirai "sì" e io accetterò il tuo verbo; però, se giuri, potresti riuscir falso: agli spergiuri degli amanti, Giove dicono ride»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare

Se mi avessero chiesto che cos'era per me l'amore probabilmente non avrei risposto.
Nella vita avevo capito che l'amore non esisteva, non esisteva il Principe Azzurro e tutte le cavolate che raccontano nelle favole per i bambini.
Ero cresciuta con dei genitori che avevano un cimitero nel proprio giardino, una madre che strappava i petali alle rose e un padre che giocava al lancio dei coltelli con lo zio, solo per diletto.
Tutto nella mia casa urlava la parola: macabro.
Il nome Addams era una garanzia in fatto di crudeltà, freddezza, schiettezza e tutto quello che volete metterci in mezzo.
Avevo una Mano come migliore amico, una sedia delle torture in casa e pescavo con delle bombe.
Avrei potuto elencare tutte le attività a dir poco inquietanti che praticavo con la mia famiglia e non, ma ci avrei messo mesi.
Come avrei quindi, saputo cosa fosse l'amore?
Non potevo saperlo.

Quindi di conseguenza non me ne ero mai preoccupata più di tanto, anzi, le mie compagne di classe mi nauseavano quando limonavano con il proprio fidanzato.
Enid non faceva l'eccezione naturalmente.
Ma in quel momento pensai che per me l'amore non fosse un Principe Azzurro, ma il Re dell'inferno.
Quando avevo baciato per la prima volta Tyler non sapevo che avevo appena firmato un patto con il Diavolo.
Ero stata -inconsapevolmente- troppo ingenua a credere che fosse quello giusto anche se alla fine chi era meglio di un serial killer per me?
Ancora non lo sapevo ma senza volerlo gli avevo praticamente venduto la mia anima su un piatto d'argento, e il problema più grande era che, anche a distanza di tempo, non me ne ero pentita. Non me ne ero pentita quando mi aveva tradita, non me ne ero pentita quando mi aveva mentito, non me ne ero pentita addirittura quando mi aveva quasi uccisa.
Era ufficiale: Avevo stretto un patto con il Diavolo.
E in quel caso il Diavolo era Tyler.

«Ci sei?» la voce di Meredith mi destò dai miei pensieri. Annuii, leggermente.
«Seguimi, dai!» aprì una delle tante porte bianche e rimasi a bocca aperta quando vidi una biblioteca enorme.
«Lo so, è molto grande» alzò le spalle con nonchalance.
«Quel libro è molto importante» la seguii in mezzo a scaffali enormi che -insieme- formavano un vero e proprio labirinto.
«E va rimesso al suo posto» non so dove mi stesse portando onestamente, ma scrollai le spalle e pensai che infondo era casa sua, avrà saputo dove era diretta...o almeno lo speravo.
«Cavolo, questo posto è un labirinto» mi lasciai sfuggire un commento e lei ridacchió, «Oh, lo dicono tutti quelli che ci entrano. Ma vedi il lato positivo: qui puoi trovare davvero di tutto» notai che ogni scaffale aveva un nome. Erano divisi per genere.
«Wow» sussurrai, «Ti piace leggere?» annuii, «Anche a me, infatti passo molto tempo qui. C'è silenzio e soprattutto mio fratello non mi rompe» alzò gli occhi al cielo sbuffando.
«Comunque, volevo farti vedere questa parte» notai che la zona dove mi aveva portata era un po' più vissuta, sembrava che nessuno leggesse i libri che erano disposti lì da tempo.
«Tecnicamente non dovrei toccare quei libri ma in questo caso mi sembra che sia necessario» alzai le spalle, facevo cose illegali ogni giorno quindi sicuramente non mi sarei scomposta a prendere un banale libro.

«Qui ci sono libri che tecnicamente non dovrebbero esistere» alzò le spalle, «Parlano di magia e creature sovrannaturali» continuai a seguirla, «E quello che mi hai descritto dovrebbe essere il Libro del Tempo che ha creato Amarya, una delle streghe più importanti al mondo» sgranai gli occhi.
Certo che io ogni tanto un attimo di normalità mai eh?
«È scomparso da anni, un sacco di persone lo bramano, compreso mio padre» si alzò sulle punte e afferrò un volume dalla copertina viola.
«Questa dovrebbe essere la storia della strega di cui ti parlavo. In realtà non è proprio una bella favoletta» soffiò sul libro, per pulirlo dalla polvere.
«Ormai io la so a memoria, Amarya era una ninfa, si innamorò di un Dio e lui la illuse che loro sarebbero potuti stare insieme per sempre. Non fu così e Atena, la Dea della Guerra e della Saggezza punì Amarya facendola diventare una strega dai poteri distruttivi. Lei però non si diede per vinta e si vendicò del figlio di Tritone, il Dio che le aveva fatto credere che l'amore esistesse, creando questo libro, che permetteva alle persone di viaggiare per il mondo. Per fartela breve Amarya intrappolò il Dio in una delle pagine del suo libro per punirlo e lo condannò a rimanerci per sempre».

Let me love you (Mercoledì x Tyler)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora