Capitolo 30: Vincitori e vinti

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Mercoledì

«Ahimè, perché l'amore, di aspetto così gentile è poi, alla prova, così aspro e tiranno?»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare

Dopo qualche giorno mi recai da un medico, che mi prescrisse dei sonniferi.
Finalmente.
Non c'è la facevo veramente più a sopportare tutti quei brutti sogni.
Il piano per il finto rapimento si avvicinava e con esso anche il processo di Mark.

«A che cosa pensi?» mi chiese Tyler accarezzandomi i capelli.
Alzai le spalle.
«A che abbiamo la vittoria in pugno» gli diedi un bacio che lui approfondì, «Come faccio a baciarti se sorridi?» gli chiesi, non rispose, iniziando a baciarmi il collo.
Chiusi gli occhi, non c'era neanche bisogno che mi levasse i vestiti visto che lo avevamo già fatto.
A quel punto pensai che non c'era stata una cavolo di notte in cui non avevamo fatto sesso.
Gelato.
Gemetti e socchiusi gli occhi, «Lo sai che ti amo?» tornò a baciarmi e io ricambiai.
«Sì, lo so. Ma ora per favore sta zitto» feci per riprendere a baciarlo, ma qualcuno bussò alla porta.
Porca puttana!

«Piccioncini?».
Luke, ora ti castro!
«Porca troia Luke, proprio adesso?!» sentii una risata, «Oh, scusate tanto. Scendete entro dieci minuti che è venuta Coraline».
Guardai Tyler con gli occhi sgranati, gli diedi un veloce bacio a stampo e mi chiusi in bagno per prepararmi.
Coraline era veramente qui?

***

Non avevo avuto il tempo materiale di sistemarmi del tutto.
Infatti indossavo una mia maglietta e sopra la felpa di Tyler.
Vabbè.
Non avevo avuto il coraggio di vedere come erano ridotti i miei capelli.
«Niente commenti» fulminai Luke con lo sguardo quando notai che stava per dire qualcosa.
Roteò gli occhi ridacchiando.
Mi sedetti fra Coraline e Tyler, poggiando la testa su una mano.
«Ciao Coraline» la salutai, mentre Luke si limitava a lanciarle occhiate gelide.
Deglutii a vuoto, reprimendo il desiderio di parlargli di Lily.
Iniziammo a parlare di come rapirmi (fra virgolette perché non sarebbe stato un vero rapimento).
Alla fine decidemmo che Coraline mi avrebbe colta con una finta sorpresa fuori dalla villa e poi condotta nel bunker con un camioncino.
A quel punto avremmo incastrato Mark mettendo fuori gioco le sue guardie del corpo e poi sparare uno di quei sonniferi a lui.
Piano perfetto.
Al processo ci avremo pensato dopo.

Per tutto il tempo avevo quella vocina in testa che mi diceva di confessare a Luke dell'esistenza di Lily.
Chiudi la bocca, non sono affari tuoi Mercoledì.
«Io avrei fame. Pausa merenda?» propose Beth, alzai le spalle e annuii.
Tutti si aggregarono e ognuno si mise a sgranocchiare la propria merenda in vari punti della villa.
Che fra parentesi avevamo comprato con i soldi Addams.

Bevvi un po' del mio caffè, seduta al tavolo.
Coraline si sedette accanto a me, una barretta proteica in mano.
«Secondo me dovresti andargli a parlare. Non voglio impicciarmi, però non smetto di pensare che abbia il diritto di sapere che ha una figlia, non credi?» mi guardò dispiaciuta, addentando un pezzo della sua barretta.
«Non è così semplice, lo ho lasciato senza dargli alcuna spiegazione. Non lo ho piantato in asso perché non lo amavo più, al contrario, volevo proteggerlo da Mark. Mi aveva minacciata di ucciderlo se non lo avessi mollato» sospirò, «Ho dovuto farlo per forza. Non avevo alcuna scelta. A quel tempo non sapevo ancora di essere incinta. Lui mi concesse di crescere Lily come più ritenevo giusto, ma lui non avrebbe sborsato un soldo per aiutarmi».
Mi morsi un labbro.
«Ma credo che tu abbia ragione» buttò nella spazzatura la cartaccia della sua merenda sospirando, «Ci andrò adesso, ho aspettato fin troppo».

***

«Sei davvero sicura di volerlo fare?» fissai Tyler e sorrisi appena.
Si vedeva quanto fosse preoccupato per me e non lo biasimavo. Aveva dovuto vedermi mezza morente per undici giorni e con la costante paura di perdermi, era normale che in quel momento avesse paura.
Mi accarezzò la guancia con il dorso della mano, sorridendo tristemente.
«Stai attenta, per favore» sussurrò con gli occhi lucidi.
Scossi la testa, «Non devi preoccuparti, andrà tutto bene. Ti fidi di me Fufi?» mi guardò esitante, «Cecamente» rispose appoggiando la fronte alla mia.
Chiusi gli occhi, «Se mai avessi bisogno di me io sono qui» ci staccammo per darci un bacio.
«Lo so» risposi abbozzando un mezzo sorriso.
Mi sorrise un'ultima volta lasciandomi la mano che fino ad un istante prima mi stava stringendo.

Let me love you (Mercoledì x Tyler)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora