Mercoledì
«Il miele più dolce diventa stucchevole per la sua eccessiva dolcezza: basta un assaggio per toglierne la voglia. Amatevi dunque moderatamente, l'amore che dura fa così»
Romeo e Giulietta, W. ShakespeareMi aveva ingannata.
Era già successo, eppure io lo avevo perdonato lo stesso.
Perché?
Perché lui mi piaceva, io a quella promessa fatta sotto la pioggia, ci credevo sul serio.
Ci credevo così tanto che non la avrei tradita neanche se qualcuno mi avesse puntato una pistola alla testa.
Forse ero io il problema.
Alla fine, dove passavo, io distruggevo.Avevo mandato Xavier in carcere, quasi rovinato l'amicizia con Enid e la Nevermore era stata messa in pericolo a causa mia.
Ero io quella sbagliata, ormai lo avevo capito.Era colpa mia.
Ero stata io a fidarmi di lui e perdonarlo, nessuno mi aveva costretta.
La colpa era mia.Continuavo a farmi le trecce pensando a queste cose super allegre.
Mi guardai allo specchio e non mi riconobbi.
Avevo le guance rigate di lacrime e gli occhi rossi.
Quando mai Mercoledì Addams aveva pianto in vita sua?
Mai.
Eppure in quel momento il mondo mi era crollato addosso.
Io avevo promesso che gli starei stata vicina, anche nei momenti più bui io sarei stata al suo fianco per supportarlo.
Gli avevo giurato fedeltà e in quel momento avevo pensato che avessi trovato la persona giusta per me.
Non era vero.
Mi aveva ingannata ancora.Finii di prepararmi e cercai di riordinare le cose che avevo messo a soqquadro.
Involontariamente mi tagliai con la lametta per unghie, ferendomi il dito.
Mi veniva da piangere, peccato che lo stessi già facendo.
Tirai su con il naso e cercai di ricompormi.Aprii la porta e invitai Mano ad entrare dentro il mio zainetto.
Avevo chiesto a Meredith di accompagnarmi a casa, a Jericho, senza specificarne il motivo.
Non avevo voglia di confidarmi con qualcuno, ero troppo delusa e sconvolta per parlarne.
Infatti trovai Maddy che mi aspettava infondo alle scale.
Aveva in mano due ombrelli, fuori pioveva ancora e quindi bisognava averne uno a disposizione per forza.
Mi sorrise tristemente e mi fece cenno di seguirla.
«Seguimi» obbedii e lei si chiuse la porta alle spalle.
«Aspettami qui che vado a scaldare il motore, con tutta questa pioggia quel vecchio catorcio ha bisogno di un po' di tempo per viaggiare» annuii distrattamente, mentre lei si allontanava, sparendo dalla mia vista.«Mercoledì!».
Eh no, basta.
Ignorai la voce di Tyler, facendo finta di non averla sentita.
«Aspetta» mi voltai, trattenendo le lacrime.
«Che cosa vuoi?» ringhiai fra la rabbia e la tristezza.
Era fradicio, completamente. Ma sembrava che la cosa non gli importasse affatto.
«Non andare, fammi spiegare» non lo ascoltai e mi voltai, muovendo qualche passo in direzione del camioncino di Maddy.«Io ti amo!» mi paralizzai e i miei piedi si incollarono all'asfalto della strada.
Continuai comunque a dargli le spalle, mentre sentivo i suoi passi avvicinarsi sempre di più.
Deglutii a vuoto chiudendo gli occhi per non lasciarmi sopraffare dalla tristezza.
«Io ti amo Mercoledì Addams» ripeté con io fiatone.
Rimasi immobile per non so quanto tempo, prima di voltarmi e guardalo negli occhi.
Gli mollai un ceffone.
«Okay, picchiami quanto vuoi ma è vero» lo squadrai dall'alto in basso.
Sembrava sincero, ma se ragioniamo in quell'ottica sembrava sincero anche quando mi aveva baciata e io gli avevo fatto quella promessa.
Scossi la testa, «Non ti credo, non più» si avvicinò ancora di più e io non mi opposi.«Te lo giuro Mercoledì, lo penso sul serio» mi poggiò la mano sulla guancia, «Credimi» mi persi nei suoi occhi verde-marroni e rimasi in silenzio, ancora.
Lui sospirò, rassegnato.
«Fammi spiegare» strinsi i pugni, «Okay» risposi decisa.
«Sarah era la mia ex fidanzata. È vero, le avevo detto quelle parole ma ero ubriaco e la persona con cui pensavo di parlare eri tu. Ero così sbronzo che la avevo confusa con te. La frase che hai sentito la ho detta a te» scandí la parola te.
Scoppiai in una risata amara, spostando la sua mano dalla mia guancia.
«Certo che sei proprio bravo a fingere» sputai velenosa.
«Nessuno ti crederebbe Tyler, è una patetica balla che non regge per niente» mi alzai sulle punte, per riuscire a guardarlo meglio negli occhi.
«Quindi scusa tanto se dopo che tu mi hai mentito, usata, illusa, e persino quasi uccisa ora non ti credo» feci per andarmene ma lui mi trattenne, stringendomi il polso.Lo guardai, esasperata.
Non sapevo più che che Diavolo fare. Il mio cervello diceva che avrei dovuto andare via senza guardarmi indietro e dimenticare il viso di quel traditore per sempre.
Poi c'era il cuore, che mi urlava di restare e credere a quel ti amo, credendo a quella promessa che mi diceva di amarlo.
In quel momento dovevo scegliere.
Lo guardai negli occhi, in un modo così profondo che quasi pensai di annegare nelle sue iridi bellissime, che brillavano anche sotto la pioggia.
«Vaffanculo Tyler» mi liberai dalla sua stretta e mi diressi al furgone.«Ciao, scusa per l'attesa ma questo vecchio non voleva partire» ignorai le scuse di Maddy e posai la mano sulla maniglia dello sportello.
Ma non la spinsi.
Continuavo a fissarla, come se potesse dirmi cosa fare.
«Hai intenzione di startene lì a farti mille film mentali o correre da lui e limonartelo?» mi voltai, incrociando lo sguardo dolce e malizioso di Maddy.
«Vai» esitai, ma poi ritrassi la mano.
Le rivolsi uno sguardo di gratitudine e accennai ad un mezzo sorriso.
«Grazie» mollai l'ombrello e mentre correvo sotto la pioggia mi sembrò di vivere un piacevole deja-vu.Non sapevo se lo avrei trovato nello stesso punto dovevamo litigato, ma avrei corso di più e sarei andata più lontano se così non fosse stato.
Mi guardai intorno e notai una figura camminare con le mani in tasca, mi dava le spalle, quindi voleva dire che se ne stava tornando a casa.
Non mi fermai e lo raggiunsi.
«Tyler!» lui si voltò, più sorpreso che mai.
«Mercoledì? Non te ne v-» gli presi il viso fra le mani e lo baciai.
Lui ricambiò e ci staccammo dopo un tempo che a me sembrò infinito.
Mi sorrise e io abbozzai un piccolo sorriso.
«Hai cambiato idea?» il suo tono era talmente entusiasta, pensai che non aveva mentito.
«Non montarti la testa, non ti darò un'altra occasione, sappilo» aveva stampata in faccia un'espressione da ebete.
«Quello che ti ho raccontato è vero, lo giuro» gli strinsi la mano, «Ti crederò. Avevo promesso che avrei sopportato ogni lato di te, che sarei stata forte e non mi sarei tirata indietro per nessun motivo al mondo, quindi sono ancora qui. Dopo questa però non aspettarti un'altra occasione, ci siamo capiti?» annuì.«Perchè hai cambiato idea?» alzai le spalle, «Non lo so, sentivo che tornare da te sarebbe stata la scelta giusta da fare. Tutto qui» mi scostò la frangia dagli occhi, «Mi sembra di vivere un deja-vu, sai?» rise appoggiando la sua fronte alla mia.
Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalla sua voce.
«Anche a me» sussurrai ad un soffio dalla sue labbra.
«Mercoledì» mi staccai, «Sì?» mi sorrise, «Ho già detto che ti amo?» roteai gli occhi, «Non voglio farmi venire il diabete a sedici anni. Smettila con queste cose sdolcinate ti prego» roteò gli occhi.
«Ecco dove era finita Mercoledì Addams, mi stavo quasi preoccupando sai?» gli lanciai un'occhiataccia e lui ridacchió divertito.
«Vieni con me, ti porto in un posto» mi porse la mano e la afferrai.
Pensai che sarei andata in capo al mondo per lui.Spazio autrice:
E ciao a tutti!
Mi avete perdonata per la litigata?
Spero di sì dai.
Chissà dove vuole portare Tyler Mercoledì!
Dovrete aspettare il prossimo capitolo per scoprirlo ;)
Intanto spero che questo vi sia piaciuto e niente, se volete lasciate un commento o una stellina.
Baci baci,
Chiara 🦋
STAI LEGGENDO
Let me love you (Mercoledì x Tyler)
FanfictionDopo l'accaduto alla Nevermore Mercoledì torna a casa. La testa affollata da mille dubbi, troppe domande senza risposta è tante delusioni. Ma quando in un baleno giunge di nuovo Settembre, sua madre la obbliga a tornare nella scuola dove è praticame...