Mercoledì
«Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?»
Romeo e Giulietta, W. Shakespeare«Scusa, ma tu come fai a sapere che fossi con Maddy?» lui scrollò le spalle, mentre io mi strizzavo le trecce, cercando di levare un po' d'acqua.
«Dubito fortemente che tu sia qui in albergo tutta sola, e poi Maddy è sempre stata una impicciona. Figurati se non ti becca?» rise piano.
«Capito» salì in macchina, «E alla faccia della macchina Tyler! Da quando ti puoi permettere un SUV?» mi fece l'occhiolino alzando le spalle.
«Segreti del mestiere, sali» obbedii roteando gli occhi.
«Credo che dovrò lavarti la felpa prima di ridartela» lui alzò le spalle mettendo in moto.
«Tranquilla, te la regalo. Tienila tu» sgranai gli occhi, «Davvero?» annuì senza spostare lo sguardo dalla strada. «Sì, ti sta bene» sbuffai, «A parte il fatto che è cinque taglie più grande e che mi arriva alle ginocchia» sorrise, «Proprio per questo ti sta bene, sei carina quando praticamente ci sprofondi dentro. Sembri un nanetto da giardino» gli lanciai un'occhiataccia e lui rise divertito, guardandomi dallo specchietto retrovisore.«Non è colpa mia se sono nata bassa!» protestai con le braccia incrociate.
«Mi stai riportando da Maddy?» annuì, «Io e lei abbiamo un bellissimo rapporto, ci parlavamo di tutto finché non mi hanno rinchiuso in quel posto» strinse le mani sul volante e io poggiai la mia sulla sua.
«Tecnicamente in quell'edificio avrebbero dovuto non dico curarmi, ma aiutarmi a controllare l'Hyde. Inutile dirti che non fu così» non mi guardò, probabilmente non voleva mostrarsi debole davanti a me.
«Cosa ti facevano?» «Scommesse. Venivano persone ricche e facoltose per vedermi lottare contro il mio lato oscuro e soffrire, scommettevano su quanto sarebbe durata la mia parte umana».
Serrò la mascella, si vedeva che era arrabbiato.
«Mi spiace» scosse la testa, «Lascia stare, parliamo di altro».
Decisi che era meglio assecondare la richiesta e smetterla di insistere.
Abbassai lo sguardo, «Siamo quasi arrivati comunque».La pioggia non era cessata ma ormai per noi non faceva differenza.
Eravamo zuppi, dalla testa ai piedi e i vestiti pure.
Scesi dalla macchina, ignorando le gocce d'acqua che mi scorrevano sulla pelle.
Tyler mi porse la mano, «Ti prego» ma perché doveva fare quell'espressione irresistibile?
La strinsi roteando gli occhi e ci avviammo verso la grande villa.Bussammo e Maddy aprì la porta, stampata in faccia aveva un'espressione preoccupata.
«Oddio, ero tanto preoccupata! Meno male che stai bene» mi mise una mano sulla spalla sorridendo.
«Hey Nanetta, non mi saluti?» la bionda sgranò gli occhi, saltando addosso a Tyler, che ridacchió.
«Non ci credo! Mi sei mancato un sacco» esclamò felice, «Anche tu mi sei mancata Nanetta» la mise giù.
«Domanda, ho visto male o eravate mano nella mano?» cambiò argomento, maliziosa.
«No» «Sì» rispondemmo io e Tyler insieme.
Gli scoccai un'occhiataccia, «Sto vincendo la scommessa, evvai!» esclamò euforica.
Questa qui era una gemella caratteriale di Enid.
Alzai gli occhi al cielo, mentre Tyler ghignò, soddisfatto.
«Siete leggermente fradici, entrate che vi do delle cose pulite. Tyler, sai già dove andare, Mercoledì, tu seguimi che a te ci penso io».
Ho paura.
Fu la prima frase che mi venne in mente in quel momento. Sapevo di che cosa fosse capace Maddy in fatto di vestiti e la cosa mi inquietava non poco.«Maddy, attenta a ciò che fai» lei roteò gli occhi, «Credo che prima di iniziare a lamentarti tu debba fare una doccia, che dici?» annuii, sbuffando.
«Il bagno è l'ultima porta a sinistra» cercai di ricordarmelo e non fare casini.
Quelle porte erano tutte identiche.
Borbottai un grazie e mi incamminai verso il bagno.Inutile dire che quando trovai -fortunatamente- la stanza che cercavo, rimasi basita.
Era enorme.
Per non parlare della pulizia e del lusso che mi circondavano. La cosa stava diventando inquietante.
Era tutto disposto in maniera così maniacale che quasi mi spaventai della reazione di Maddy quando avrebbe visto che le cose sul lavandino non sarebbero state al loro posto una volta finita la mia doccia.
Scossi la testa e mi guardai allo specchio.
Tyler aveva ragione: Dire che in faccia avevo stampata un'espressione da ebete era dire niente.
I capelli erano tutti appiccicati alla faccia e i vestiti alla pelle.
Sospirai e decisi che era meglio togliersi quell'acqua di dosso, prima di prendere un bel raffreddore.
Non era il caso di ammalarmi in quel momento.
Feci un po' di fatica a levarmi quei vestiti di dosso, da quanto erano aderiti alla pelle, ma alle fine ci riuscii.Mi infilai sotto il getto della doccia chiudendo gli occhi.
Che cosa mi stava succedendo?
Cosa. Mi. Stava. Succedendo?
Io ero Mercoledì Addams per la misera! Mercoledì Addams era la regina indiscussa della freddezza e ostilità ai sentimenti.
Ma cosa ancora peggiore, avevo infranto una delle mie più importanti regole personali: mai innamorarsi.
Che palle Tyler.
Era tutta colpa sua, sua e basta! Era troppo affascinante e io troppo ingenua. Da quando ero diventata così ingenua poi?
Insomma, il bacio in ospedale e quello sotto la pioggia. Non eravamo in un film!
Beh, in quel momento iniziavo a dubitarne un po'...
Mi diedi un pizzicotto sul braccio, per capire se stavo sognando o no.
Dal dolore che provai capii che ero più che sveglia.
Ciò significava che io avevo baciato Tyler Galpin.
Tre volte.
Sotto la pioggia.
Giurandogli fedeltà.
Sorridendo.
Stringendogli la mano.
Dicendo cose sdolcinate.
Che Diavolo avevo fatto!?.Ero ufficialmente diventata stupida.
Esatto, stupida Mercoledì!
Riuscivo ad odiarlo? No.
Mi ero pentita di quello che avevo fatto?
No porca miseria.Scossi la testa e indossai una maglietta e dei pantaloni che mi aveva lasciato Maddy.
I capelli erano ancora bagnati e se non volevo ammalarmi avrei dovuto asciugarli in meno di trenta secondi.
Feci per prendere il phon ma la voce di Tyler mi distrasse.
Praticamente urlava, ed era al telefono con una ragazza. Anche lei sembrava infuriata, così arrabbiata che riuscivo a captare le sue parole.
Sapevo che non avrei dovuto ma appoggiai l'orecchio alla porta, origliando la conversazione telefonica.«La smetti?» Tyler sembrava fuori di sé, «Te ne esci in questo modo? Mi hai detto di amarmi!» il sangue mi si geló nelle vene.
«Lo avevo detto, parla al passato. Ti ho detto mille volte che non mi devi chiamare più!» ci fu una breve pausa.
«Tu mi hai detto che sono l'amore della tua vita e che non puoi vivere senza di me!» sentivo addirittura i singhiozzi della ragazza che parlava.
«Ero ubriaco e non lo pensavo davvero, lasciami in pace Sarah! Fatti una vita!» non sentii più nulla, ciò significava che la telefonata era terminata.Lo aveva già fatto.
Manipolatore, stronzo manipolatore.
Non faceva altro che ingannare le ragazze, e io non facevo l'eccezione.
Sentii bussare alla porta, «Hey, hai finito con la doccia? È pronta la cena» dire che ero arrabbiata era un eufemismo.
Due volte.
Due! Mi aveva ingannata.
Aprii la porta di scatto, glielo avrei levato dalla faccia quel sorrisetto in meno di mezzo secondo.
«Sparisci!» urlai, lui mi guardò, incredulo.
«Che ti prende?» gli mollai un ceffone con le lacrime agli occhi.
«Forse avresti dovuto urlare un po' meno» chiusi la porta, lasciandomi scivolare contro la fredda superficie di legno.Non ero così sicura ma pensai che anche lui fosse in quella posizione, soltanto dall'altra parte della porta.
Chiusi gli occhi e una lacrima mi rigó la guancia.
«Hai sentito la mia conversazione con Sarah?» non risposi, ma quel silenzio gli dava la conferma che avessi udito la loro telefonata.
«Non è come sembra» «Con te non è mai tutto come sembra, Tyler» ribattei sarcastica.
«Dico sul serio» «Stai zitto, fammi il favore» cercai di non far tremare la voce, la debolezza era l'ultima cosa che dovevo mostrare in quel momento.
«Sai, quasi mi dispiace per tutte le ragazze che hai illuso prima di me. Compresa lei ovviamente» senza accorgermene le lacrime iniziarono a bagnarmi le guance.«Non ci sono state ragazze illuse» roteai gli occhi, «Si certo, Sarah amore della tua vita. Vaffanculo Tyler» credetti che praticamente tutta la casa avesse sentito la mia sfuriata.
Ma me ne fregai. Se lo meritava.
«Mi fai schifo, e io che ti avevo pure promesso di stare al tuo fianco. Chissà cosa ti avrà risposto Sarah quando glielo avrai chiesto al tempo».
«Fammi almeno spiegare Mercoledì».
Pensai che lo avrei ucciso.
Sarebbe stata la volta buona.
«So che sei arrabbiata ma almeno ascolta la mia versione dei fatti».
«Rispondimi, hai detto quelle parole a Sarah sì o no?» seguirono momenti di silenzio.
«Sì, le ho dette ma-» «-Mi basta la tua risposta. Domani torno a Jericho e se mi segui è la volta buona che ti ammazzo».Spazio autrice:
Ciao a tutti!
Okay, so che mi state odiando tantissimo.
Ma non è finita qui ovviamente quindi niente panico.
Forse.
Si scherza si scherza, ma un litigio doveva esserci dai.
Vabbè ci vediamo al prossimo capitolo,
Bacioni,
Chiara 🦋
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Let me love you (Mercoledì x Tyler)
Fiksi PenggemarDopo l'accaduto alla Nevermore Mercoledì torna a casa. La testa affollata da mille dubbi, troppe domande senza risposta è tante delusioni. Ma quando in un baleno giunge di nuovo Settembre, sua madre la obbliga a tornare nella scuola dove è praticame...